Mentre la maggioranza Ursula si sgretola sulla squadra di nuovi commissari (con lo scontro sui nomi di Teresa Ribera e dell’italiano Raffaele Fitto), il Partito popolare europeo fa nuovamente asse con le destre e rinvia l’attuazione del regolamento contro la deforestazione. Il Parlamento europeo ha, infatti, approvato – con voto di misura – gli otto […]
Mentre la maggioranza Ursula si sgretola sulla squadra di nuovi commissari (con lo scontro sui nomi di Teresa Ribera e dell’italiano Raffaele Fitto), il Partito popolare europeo fa nuovamente asse con le destre e rinvia l’attuazione del regolamento contro la deforestazione. Il Parlamento europeo ha, infatti, approvato – con voto di misura – gli otto emendamenti proposti dal Ppe che modificano il testo. Voto che rappresenta un altro colpo al Green Deal. Popolari, Conservatori, Patrioti e l’ultra destra dell’Europa delle Nazioni Sovrane votano a favore. Socialisti, Verdi e Sinistra hanno votato contro sia ai due emendamenti del Ppe che modificano il testo sia nello scrutinio finale. I liberali di Renew si sono invece spaccati sul voto finale mentre sugli emendamenti ha prevalso la componente contraria, in linea quindi con i Socialisti. E fonti del gruppo S&D evidenziano che “al momento la maggioranza Ursula non c’è più”.
Cosa prevede – Il regolamento impone alle aziende controlli mirati per evitare che immettano sul mercato materie prime o prodotti provenienti da aree oggetto di deforestazione. Già formalmente entrato in vigore a fine giugno 2023 ma ancora non attuato, il regolamento rafforza i controlli dell’Ue sugli operatori o commercianti che devono poter dimostrare che alcuni prodotti immessi sul mercato Ue – tra cui caffè, cacao e olio di palma – non arrivano da terreni recentemente disboscati né hanno contribuito in qualche modo al degrado forestale.
Il rinvio – Cedendo alle pressioni di partner internazionali e del Ppe, la Commissione europea ha proposto il mese scorso il rinvio di un anno dell’attuazione del regolamento per fare entrare la legge in vigore il 30 dicembre 2025 per le grandi aziende e il 30 giugno 2026 per le Pmi, invece che, rispettivamente il 30 dicembre 2024 e il 30 giugno 2025. Dopo aver presentato la scorsa settimana, a sorpresa, quindici emendamenti per ammorbidire ancora di più il testo di legge, a poche ore dal voto il Ppe ha deciso di ritirare i più controversi, tra cui la richiesta di rinviare di due anni, invece di uno, l’attuazione della legge.
Il voto – Alla fine la plenaria del Parlamento Ue ha adottato con 371 voti a favore, 240 contrari e 30 astenuti la proposta di rinvio con alcune modifiche al testo proposte dal gruppo Ppe, tra cui la richiesta di aggiungere una categoria di “Paesi a rischio zero” a cui garantire requisiti semplificati. Adesso il testo legislativo così modificato dovrà ora essere approvato in sede di Consiglio Ue dai Paesi membri.
Fonti S&D: “Non c’è più maggioranza Ursula” – “Al momento la maggioranza Ursula non c’è più e lo si è visto anche oggi col voto sul regolamento. C’era un accordo di non proporre emendamenti alla proposta della Commissione che prorogava solo l’applicazione delle norme. Il Ppe invece non l’ha fatto, ha mantenuto degli emendamenti. Il problema non è Fitto in quanto tale, ma il fatto che si è rotto un patto di collaborazione tra popolari e socialisti e lo si è visto nell’audizione di Teresa Ribera”, riferisce a LaPresse una fonte qualificata di S&D. “Mentre quella di Fitto si è svolta con correttezza anche da parte dei socialisti, alla candidata spagnola sono stati rivolti fortissimi attacchi che esulavano dalle competenze, ben oltre la normalità – sottolinea la fonte -. Ora il Ppe e von der Leyen devono dare una risposta chiara su come intendano andare avanti e con quale maggioranza”.
Nota Socialisti: “Profondo disappunto” – Insieme “all’estrema destra”, il Ppe ha “indebolito” le disposizioni principali del regolamento Ue sulla deforestazione, sottolinea la nota ufficiale del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. A seguito del voto di oggi il gruppo S&D esprime “profondo disappunto” per quella che considera una “significativa battuta d’arresto” rispetto agli impegni ambientali dell’Ue. Per i Socialisti “questo voto è l’ennesimo esempio del siluramento del Green Deal da parte del Ppe e dell’indebolimento degli sforzi dell’Ue sul clima e sulla biodiversità, in presenza di un’urgente crisi ambientale”. L’S&D chiede quindi alla Commissione di “ritirare la sua proposta”.
Pd: “Ppe straccia accordi con la maggioranza” – “Il Ppe ha deciso di stracciare gli accordi con la maggioranza europeista che ha sostenuto Von der Leyen e allearsi con l’estrema destra. Questa volta a farne le spese è l’ambiente”, hanno dichiarato gli eurodeputati del Partito Democratico al termine del voto. “Nelle scorse settimane – hanno spiegato – insieme al Ppe, era stato negoziato un accordo per sostenere la proroga di un anno, a causa dei ritardi della commissione europea nello stabilire le procedure da seguire. I popolari invece, insieme all’estrema destra, hanno presentato alcuni emendamenti che mirano a modificare la sostanza del regolamento stesso, generando ulteriore incertezza negli operatori e nelle imprese sui tempi e sui contenuti finali del testo. Oggi – concludono – non abbiamo votato contro la proroga, bensì contro un accordo saltato a causa del Ppe, nuovamente alleatosi con l’estrema destra di Orban e Le Pen”.
M5s: “Vergognoso che il Ppe ancora si sia saldato con la peggiore destra” – Critiche arrivano anche dal M5s. “Il mondo è flagellato da eventi climatici estremi come alluvioni, bombe d’acqua e siccità che causano morte e distruzione ma la priorità della destra è quella di annacquare la legge europea che lotta contro la deforestazione approvata nella scorsa legislatura”, dichiara in una nota Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “È vergognoso che il Ppe ancora una volta si sia saldato con la peggiore destra europea per far passare i suoi emendamenti che sembrano dettati delle grandi multinazionali dell’agri-food. Il mercato europeo è inondato da cacao, caffè, soia, gomma, legno e carni bovine – ha aggiunto – che vengono prodotti a seguito di un processo di deforestazione nei Paesi terzi, Amazzonia inclusa, uno degli ultimi polmoni verdi rimasti. Questo modello produttivo è insostenibile e sta piano piano uccidendo il nostro Pianeta. E oggi con questo voto purtroppo il Parlamento europeo è corresponsabile di questo disastro“, ha concluso Palmisano.
Lega: “Maggioranza Ursula nuovamente sconfitta” – Esulta invece la Lega. “La maggioranza Ursula esce nuovamente sconfitta al Parlamento europeo”, afferma la delegazione dalla Lega al Parlamento europeo. “Ancora una volta, alla prova dei fatti decisivi i voti di Lega e Patrioti, battute le sinistre. Anche a Bruxelles il vento sta cambiando, dimostrando ancora una volta non solo che un’altra maggioranza è possibile: è già realtà”, conclude la Lega.