Cronaca

Venezia, chiude il Fondaco dei Tedeschi: “Crisi del lusso e risultati negativi”. Il Comune: “Non ci è stato dato alcun preavviso”

Chiude il regno del lusso a Venezia, il Fondaco dei Tedeschi, in gestione ad un gruppo francese con sede a Hong Kong. Colpa delle crisi del settore, che ha indotto a una profonda ristrutturazione dell’impegno in Italia del gruppo Dfs. Così 226 dipendenti rischiano il licenziamento entro il primo semestre del 2025, visto che il […]

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Chiude il regno del lusso a Venezia, il Fondaco dei Tedeschi, in gestione ad un gruppo francese con sede a Hong Kong. Colpa delle crisi del settore, che ha indotto a una profonda ristrutturazione dell’impegno in Italia del gruppo Dfs. Così 226 dipendenti rischiano il licenziamento entro il primo semestre del 2025, visto che il contratto d’affitto dell’immobile – di proprietà di un ramo della famiglia Benetton – scadrà a settembre del prossimo anno, mentre boutiques e negozi rimarranno aperti solo per una parte del primo semestre.

“Questa difficile decisione – ha scritto Dfs in un comunicato – rientra nell’ambito di una ristrutturazione generale, che deriva dalla situazione e dalle prospettive economiche molto critiche che Dfs e il settore del ‘travel retail’ stanno affrontando a livello globale e, in particolare, dai risultati negativi del negozio di Venezia”. Viene precisato che “il Fondaco dei Tedeschi rimarrà aperto per una parte del primo semestre, al termine del quale sarà chiuso per gli ultimi mesi del periodo di locazione, dedicati ai lavori di disallestimento”. La società ha sede a Hong Kong, è stata fondata nel 1960 ed è presente con i suoi negozi nei principali aeroporti mondiali e nei centri delle città. Alle spalle delle attività c’è il gruppo francese Louis Vuitton Moët Hennessy del miliardario Bernard Arnault.

Reazione preoccupata e piuttosto gelida da parte del Comune di Venezia. “Abbiamo appreso oggi con grande disappunto e preoccupazione della decisione di Dfs Group di cessare tutte le sue attività commerciali in Italia. Ciò comporta la chiusura dell’attività all’interno del Fondago dei Tedeschi. Una scelta che avrà un impatto drammatico per più di 200 persone del nostro territorio e per le loro famiglie” ha commentato l’assessore al turismo di Venezia, Simone Venturini. Il Comune si lamenta “di non aver ricevuto alcun tipo di preavviso, altrimenti come amministrazione comunale ci saremmo adoperati per individuare, insieme a tutti i soggetti coinvolti, possibili percorsi alternativi e diversi da una così drastica soluzione. Stiamo parlando di lavoratori, di famiglie e non di numeri”. L’assessore regionale al lavoro, Valeria Mantovan, ha confermato: “Abbiamo ricevuto la comunicazione di apertura di una procedura di licenziamento collettivo”.

L’edificio si affaccia sul Canal Grande e ha una strepitosa terrazza visitabile dai turisti da cui si può vedere il Ponte di Rialto. Prima di essere acquistato dai Benetton, il palazzo ospitava le poste. Era poi stato ristrutturato grazie a un intervento dell’archi-star olandese Rem Koolhaas, diventando una meta obbligata per i visitatori di Venezia. Offre, infatti, prodotti di gran lusso, in particolare moda, accessori, vini, gioielli e prodotti di bellezza su una superficie di settemila metri quadrati, con una sessantina di boutique e oltre 750 brand. I negozi sono collocati su quattro piani che si affacciano all’interno attraverso grandi aperture. Al piano terra sono esposti anche prodotti veneziani.

Il Fondaco dei Tedeschi era stato chiuso in occasione del lockdown per il Covid, ma poi aveva ripreso le attività. Il nome deriva dal fatto che era la sede dell’emporio dei mercanti tedeschi, che fino al XIII secolo avevano una grande importanza negli scambi commerciali e culturali di Venezia. Nel 1505 era stato distrutto da un incendio e ricostruito pochi anni dopo, con decorazioni ad affresco affidate a Giorgione e Tiziano. Con Napoleone, nel 1806 era diventato sede della dogana, agli inizi del Novecento sede delle Poste Italiane. Il gruppo Benetton comprò l’edificio nel 2008 per farne, oltre che un centro commerciale, anche un polo culturale (quest’ultimo è stato aperto all’ultimo piano nel 2016).