Prove su strada

Alpine A290, la prova de Il Fatto.it – La scultura compatta con la spina – FOTO

Il personaggio più famoso nato a Douai, l’attuale “ElectriCity” della Renault, è lo scultore Giambologna (in realtà si chiamava Jean de Boulogne). Diventato famoso a Firenze, l’artista è considerato fiammingo giacché nel 1529, anno di nascita di Giambologna, Douai faceva parte delle Fiandre.

Nessuno oggi può definire fiamminghe le vetture prodotte nella cittadina della Francia settentrionale. Ed è quasi un peccato perché la nuova A290 Alpine è una piccola scultura con la spina, cento per cento elettrica, spigolosa e moderatamente appariscente. E’ sportiva ma non sportivissima, perché non vuole essere di ultranicchia ma solo…di nicchia (immaginiamo noi). Non è destinata a un pubblico esclusivo di smanettoni ma vuole rivolgersi a una platea un po’ più vasta, “un basket più grande”, hanno ribadito due dei manager francesi, Patrice & Fabrice, che hanno parlato alla presentazione alla stampa sull’isola di Maiorca.

Non sarà un’impresa semplicissima, sia per il prezzo (di listino si parte dai 38.700 euro per salire su fino ai 46.200 della Première Edition da 220 cavalli), non esattamente economico, e per l’autonomia. Con il pieno di elettroni, la A290 dovrebbe poter percorrere oltre 350 km. Tuttavia, se ci si lascia prendere la mano dall’attitudine sportiva della Vettura – è un’Alpine, perbacco! – il pacchetto-chilometri disponibile dimagrisce parecchio. Guidando piuttosto tranquilli per le strade dell’isola di Rafael Nadal, al netto di qualche simbolica accelerazione – con la versione GTS da 220 cavalli abbiamo fatto fuori il 40% circa della carica per fare 130 chilometri.

Lunga 3,99 metri e con la carrozzeria a quattro porte (una scelta che va proprio nella direzione di allargare la platea dei potenziali acquirenti, ma toglie un pochino di allure sportiva all’auto), la A290 ha un aspetto davvero compatto, con il muso caratterizzato dai fari impreziositi dalle “X” – vecchio marchio di fabbrica delle Alpine dei rally nei tempi d’oro e il posteriore molto “triangolare” e svasato, se lo si guarda da dietro.

Disponibile con diversi livelli di potenza, dai 180 ai 220 cavalli, la A290 è la seconda esponente della new wave dello storico marchio, creato nel 1955, che è pure in pista in Formula Uno. Divide parecchie cose, come prevedibile, con la cuginetta R5 elettrica, anch’essa prodotta nella cittadina della regione Alta Francia, rispetto alla quale la Alpine più larga e dà la classica impressione di essere “ben piantata a terra”.
Un’utilitaria veloce, insomma, divertente da guidare pure in pista, come abbiamo fatto sul circuito maiorchino di Llucmajor , ma non una belvetta assatanata.

Nell’abitacolo la cosa più bella è il volante, questo sì di impostazione corsaiola, a tre razze squadrato in basso e reso particolare dai due pulsanti colorati. Sullo in alto a destra, rosso, chiamato “overtake”. Premendolo, per dieci secondi il motore sprigiona più potenza che può. Da usare nei sorpassi o, semplicemente, per divertirsi e consumare un botto di energia! Il tasto blu, in basso a sinistra, è invece più buonista: ruotandola, si aumenta l’efficacia del recupero di energia in frenata. Le sospensioni sono confortevoli, per il tipo di macchina che vuol essere, l’accelerazione tosta (da zero a 100 all’ora in 6 secondi e 4, anche senza ricorrere all’overtake), il pedale del freno machisticamente duro. In sostanza crediamo che, a conti fatti, la A290 sarebbe piaciuta al suo concittadino Giambologna. Che spasso, immaginarlo al volante mentre va a studiare le opere di Michelangelo che tanto lo ispirarono nei suoi soggiorni fiorentini. Chissà, con l’intelligenza artificiale magari si riesce…