“Hanno sparato contro un bersaglio umano per provare una pistola a salve, modificata”. È stato ucciso per questo Nardev Singh, lo scorso 31 maggio, alle porte di Bari. Per caso. Solo perché tre giovanissimi – uno dei quali minorenne – stavano provando un’arma dopo averla modificata.
L’uomo, cittadino indiano di 38 anni, era stato assassinato in un casolare di campagna abbandonato a Ceglie del Campo e ora il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari ha disposto l’arresto di 3 persone, tra cui uno minorenne all’epoca dei fatti e uno tuttora minorenne.
Quella sera, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i tre, dopo essersi procurati un’arma clandestina, una pistola modificata calibro 8 modello Bruni, avevano deciso di testarla prima sparando contro un bidone dell’immondizia e successivamente contro Singh.
L’arma è stata poi nascosta, prima di essere consegnata a un altro soggetto che avrebbe dovuto provvedere a farla sparire. Altre tre persone sono indagate a piede libero per aver favorito la fuga degli altri poco dopo l’omicidio. All’arrestato già maggiorenne all’epoca dei fatti è contestata anche l’aggravante della minorata difesa e dell’aver agito insieme a minorenni.