Avevano aiutato il boss Leonardo Abbruzzese, elemento di spicco dell’omonima cosca di Lauropoli, nel Cosentino, favorendone la latitanza. Perfino con modi ingegnosi. Per dire: il 17 ottobre dello scorso anno sarebbe stato trasferito da Spezzano Albanese a Bari a bordo di un’ambulanza riconducibile ad un’associazione del Cosentino e condotta da un volontario di soccorso, in […]
Avevano aiutato il boss Leonardo Abbruzzese, elemento di spicco dell’omonima cosca di Lauropoli, nel Cosentino, favorendone la latitanza. Perfino con modi ingegnosi. Per dire: il 17 ottobre dello scorso anno sarebbe stato trasferito da Spezzano Albanese a Bari a bordo di un’ambulanza riconducibile ad un’associazione del Cosentino e condotta da un volontario di soccorso, in modo da eludere più agevolmente eventuali controlli di polizia durante il tragitto. Una volta arrivato nel capoluogo pugliese aveva poi ricevuto appoggio da suoi amici criminali pugliesi e ospitalità in una villa a loro riconducibile.
Con queste accuse sono sono state arrestate 15 persone ritenute appartenenti alla rete di fiancheggiatori di Abruzzese, catturato in Puglia il 6 novembre 2023. Gli arresti sono stati eseguiti, in provincia di Cosenza e a Bari, dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza con il coordinamento della Dda di Catanzaro, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari.
Nei confronti degli arrestati vengono ipotizzati, a vario titolo, i reati di favoreggiamento personale aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Abbruzzese, 39 anni, si era sottratto all’arresto in occasione dell’operazione Athena del 30 giugno 2023.
Le indagini avrebbero anche portato alla luce l’esistenza di un’associazione finalizzata allo spaccio di cocaina ed eroina, operante nei comuni di Spezzano Albanese e Terranova di Sibari. Ricostruite anche un’estorsione ed una tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso nei confronti, rispettivamente, di un assuntore di stupefacenti affinché saldasse un debito di circa 25mila euro contratto per acquisti di droga e nei confronti di un imprenditore agricolo per recuperare da non meglio specificati crediti.