Istituire, in Emilia-Romagna, ambulatori veterinari sociali per l’erogazione gratuita di prestazioni sanitarie sia agli animali di affezione posseduti dalle persone in carico ai servizi sociali, sia agli animali di affezione impiegati negli interventi assistiti, come i cani guida per i non vedenti e gli animali di affezione impegnati in pet therapy.

È questo l’obiettivo al centro della proposta di legge che ho depositato in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, riprendendo quanto fatto dalla Regione Piemonte. Se sarò rieletta alle imminenti elezioni regionali, la ripresenterò impegnandomi a farla approvare.

La proposta di legge prevede l’accesso agli ambulatori veterinari sociali per gli animali posseduti da cittadini segnalati dai Servizi Sociali Territoriali o in acclarate difficoltà economiche. Saranno garantite gratuitamente visite cliniche, profilassi vaccinali, sverminatura e somministrazione di antiparassitari e anti filarica, eventuali prelievi e identificazione e registrazione sull’anagrafe canina tramite applicazione di microchip.

Ci tengo a precisare che si tratta di una questione di grande rilevanza pubblica. Secondo i dati del recente report Zoomark-Nomisma sulle “Abitudini di consumo dei proprietari di animali in Italia”, nel nostro Paese gli animali di affezione sono 65 milioni e sono presenti in 4 famiglie su 10. La spesa annua totale per mantenerli è di 6,8 miliardi. Le visite veterinarie, stimate nell’ordine di 1,3 miliardi di costo, costituiscono una delle principali voci di spesa, il 20% del totale, a dimostrazione di quanto possano pesare su bilanci familiari in difficoltà.

Questi dati incrociati con quelli che misurano il Rischio di povertà ed esclusione sociale evidenziano che l’aumento della povertà, in particolare a partire dal 2020, è stato accompagnato da un incremento degli abbandoni di animali, nell’impossibilità di prendersene cura. Il tredicesimo report annuale “Animali in Città” di Legambiente illustra un trend negativo a livello nazionale: 85 mila i cani abbandonati nel 2023, in aumento dell’8,6% rispetto al 2022.

L’istituzione degli ambulatori veterinari sociali è dunque una risposta anche a questa crescente situazione di disagio. Aiutare le persone in difficoltà a fare fronte alle spese veterinarie è un intervento di contrasto alla povertà e di prevenzione del rischio di esclusione, considerato che in molti casi gli animali d’affezione sono l’unica compagnia, ad esempio per tanti anziani che vivono soli.

La mia proposta nasce dalla consapevolezza che gli animali da compagnia rivestono un importante ruolo terapeutico anche per altri soggetti fragili che seguono percorsi di pet therapy, un ruolo che si sta di recente rivalutando anche a livello scientifico. È opportuno sollevare tutte queste persone dal peso delle spese veterinarie che, a seconda della gravità delle malattie, possono superare diverse migliaia di euro, come so per esperienza personale, risultando quindi non alla portata di tutti. Spese che si possono detrarre in sede di dichiarazione dei redditi solo in percentuale ridicola.

Bisognerà che su questo si intervenga a livello parlamentare, come pure per abbassare l’Iva sugli alimenti e i farmaci per animali d’affezione.

Il tema del benessere animale è stata una delle mie priorità in questo mandato in Regione Emilia-Romagna come capogruppo di Europa Verde. Me ne sono occupata con diversi interventi, interrogazioni e proposte, tra cui quella per l’abolizione delle gabbie negli allevamenti, risoluzione che è stata approvata dall’Assemblea legislativa. La proposta di legge degli ambulatori veterinari sociali si aggiunge al Progetto di legge per istituire il Garante regionale dei diritti degli animali, anch’esso parte del mio programma elettorale e pronto per essere ridepositato in caso di rielezione alle elezioni regionali del 17 e 18 novembre, che mi vedono candidata al ruolo di consigliera regionale come capolista di Alleanza Verdi Sinistra.

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