I prodromi non erano stati dei migliori. “È uno dei liberali più pazzi che si siano mai candidati”, lo aveva bollato Donald Trump il 25 maggio alla convention del partito libertario di Washington. Qualche giorno prima lui aveva definito il tycoon un “sociopatico al limite del disumano“. Ma si sa, una cosa è fare campagna elettorale e un’altra è mettere insieme il governo. Allora Robert F. Kennedy Jr, paladino del popolo no-vax e convinto cospirazionista, correva da indipendente per la Casa Bianca cercando di superare il repubblicano a destra sulle questioni sanitarie a partire dal Covid. Ora The Donald lo vuole segretario del Dipartimento della Salute.

“Dichiaro l’indipendenza dalle grandi corporation, da Wall Street, dalle elite ciniche, dai media mercenari e dai due partiti politici e gli interessi corrotti che li dominano”, attaccava a fine 2023 il rampollo della più importante e influente dinastia economica e politica d’America durante un evento a Filadelfia. Ex avvocato ambientalista di grido, Robert Jr è diventato noto a livello nazionale durante la pandemia, quando aveva accusato Anthony Fauci, allora alla guida della task force sanitaria della Casa Bianca, di aver cospirato con il magnate della tecnologia Bill Gates e le case farmaceutiche per vendere i vaccini contro il Covid-19, aveva affermato che i funzionari delle autorità regolatorie sono burattini dell’industria e dovrebbero essere rimossi, si era fatto promotore di teorie senza fondamento – l’inoculazione del 5G, tra le altre – e aveva detto, durante un comizio no-vax, che era stato più facile per Anna Frank sfuggire ai nazisti che per gli americani scappare dall’obbligo di vaccino. “Anche nella Germania di Hitler si potevano attraversare le Alpi e arrivare in Svizzera. Oggi invece il meccanismo che hanno messo in piedi non consente a nessuno di noi di scappare”, aveva gridato alla folla. Una scivolata anti-semita che il 69enne aveva poi ripetuto in un video in cui dichiarava che il Covid-19 “è stato studiato per attaccare i bianchi e i neri piuttosto che gli ebrei ashkenaziti e i cinesi”.

A gennaio aveva difeso il ruolo della sua blasonata famiglia nell’autorizzare la sorveglianza governativa su Martin Luther King Jr., episodio che gli americani considerano vergognoso. In un’intervista a Politico spiegò che suo padre e suo zio (Robert Kennedy fu ministro della Giustizia nell’amministrazione del fratello, John F. Kennedy) hanno fatto bene a intercettare il paladino del popolo afroamericano nel mezzo delle tensioni politiche dell’era dei diritti civili. “C’erano buone ragioni per farlo in quel momento – aveva sottolineato – perché J. Edgar Hoover (all’epoca capo dell’Fbi, ndr) voleva distruggere King e il movimento per i diritti civili e disse che il capo, Mlk, era un comunista. Mio padre diede il permesso a Hoover di intercettarli in modo da poter dimostrare se i suoi sospetti su King erano giusti o sbagliati”. “Penso che, politicamente, dovessero farlo”, aveva aggiunto.

La famiglia però non lo ha mai appoggiato nella sua corsa alla Casa Bianca e ad aprile il clan d Camelot aveva dato il suo endorsement ufficiale a Joe Biden. Così, finiti i fondi, Robert jr aveva capito che era tempo di cambiare sponda. Il 20 agosto in una intervista alla Cnn Trump si diceva “certamente aperto” ad offrirgli un ruolo nel governo se l’erede dei Kennedy gli avesse dato il suo endorsement e quello tre giorni dopo annunciava: “Darò il mio sostegno a Donald Trump”. “Bobby e io – suggellava il patto il tycoon – combatteremo insieme per sconfiggere l’establishment politico corrotto“. “Sono indignata e disgustata dall’immagine del corpo di mio fratello stretto in un abbraccio adolescenziale a Donald Trump – aveva commentato Kerry Kennedy, settima degli undici figli di Bob e nipote di Jfk – . Se papà, il vero Robert Kennedy, fosse vivo oggi, detesterebbe tutto ciò che Trump rappresenta”.

Invece di due si piacciono, al punto che nell’ultimo comizio a Macon, in Georgia, prima del voto Trump aveva annunciato: “Si occuperà della salute delle donne“. Argomento delicato per il rampollo, accusato da Vanity Fair di aver aggredito sessualmente la babysitter dei suoi figli alla fine degli anni 90. La rivista lo aveva accusato di aver palpeggiato Eliza Coonet, una giovane neolaureata assunta come baby-sitter e come sua assistente, aveva ricordato le sue tante relazioni extraconiugali e la sua strenua difesa di un cugino, Michael Skakel, che era stato condannato per l’omicidio di una ragazza di 15 anni a Greenwich, in Connecticut. Kennedy aveva ammesso di “non essere un santo” e di aver avuto “una giovinezza molto turbolenta“, ma aveva negato la violenza.

E’ solo una delle polemiche che lo hanno visto protagonista in campagna elettorale, durante la quale è finito nella bufera per aver tagliato in passato con una motosega la testa di una balena morta e per aver ammesso sui social media la storia, risalente al 2014, sul cucciolo di orso morto trovato per strada che voleva portarsi a casa per scuoiarlo ma che poi lasciò a Central Park, simulando un incidente.

Ora, se confermato dal Congresso, Kennedy jr si occuperà di salute pubblica. E il mondo della sanità è già entrato in fibrillazione. Le azioni dei produttori di vaccini sono crollate: giovedì Moderna ha chiuso in ribasso di oltre il 5%, Novavax del 7%, Pfizer ha perso oltre il 2%, BioNTech il 6%, la britannica Gsk circa il 2%. E la nomina fa tremare il mondo della ricerca scientifica e le migliaia di dipendenti delle agenzie federali interessate: molti si sono detti pronti alla fuga.

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