Due ore di grande sport in Italia, attraverso percorsi diversi: Sinner demolisce Medvedev in scioltezza, gli azzurri di Luciano Spalletti vincono 1-0 in casa del Belgio, sul prato dello stadio Baldovino di Bruxelles, l’ex famigerato Heysel. Sinner si è preso le semifinali delle Atp Finals, la nazionale di calcio approda ai quarti di Nations League: per una squadra uscita a pezzi dall’europeo di cinque mesi fa, un risultato importante. Non sappiamo quali siano stati i riscontri dell’ascolto televisivo, di sicuro chi ha visto la partita dell’Italia è stato con il fiato sospeso fino al 93’ e si è divertito. Domenica, l’atto conclusivo a Milano, contro la Francia, fermata (0-0) da Israele: basta un pareggio per chiudere il girone al primo posto ed avere un sorteggio meno complicato, contro una delle seconde.

Italia a varie tinte, quella spallettiana. Fiammate di bel gioco nel primo tempo, sublimate dal gol firmato da Sandro Tonali all’11’, al primo centro in azzurro. Diverse occasioni per il raddoppio sfumate. Poi, nella ripresa, maggior sofferenza di fronte alla reazione del Belgio, un paio di chances divorate da Lukaku, il palo colpito da Faes, qualche salvataggio da urlo – citazione per Di Lorenzo -, reazioni e ripartenze che hanno fatto sfiorare agli azzurri il 2-0. Il paradiso e l’inferno, la leggerezza e lo spirito da combattimento: l’Italia ha vissuto molte situazioni sempre a testa alta e questo certifica la rinascita della nostra nazionale.

Considerazioni in ordine sparso. La Nations League, giudicata da qualcuno una manifestazione inutile, in realtà si è rivelata utilissima: giocare per il risultato, e non nel comfort di un’amichevole, ha costretto i giocatori a stare subito sul pezzo. Il girone complicato, contro due potenze come Francia e Belgio, ha permesso di misurare la rivoluzione tecnica contro avversari veri: trionfare a Parigi e Bruxelles non è cosa da poco. Il ritorno di Tonali è una mano santa: il calcio della Premier ha migliorato l’ex milanista, basta vedere l’intensità mostrata nei novanta minuti.

Il campionato sta offrendo finalmente una soluzione al triste problema del centravanti: Retegui non è stato brillante, ma anche quando non è al top, aiuta la squadra. Kean, in ascesa a Firenze, ha avuto due occasioni per raddoppiare. Barella è un altro elemento chiave: centrocampista universale, compone un bel tandem con Tonali. Abbiamo ritrovato Di Lorenzo dopo un periodo nero: è stato rigenerato dall’avvento di Conte a Napoli. Buono l’esordio di Rovella: un uomo in più nel mosaico azzurro.

Naturalmente, non è tutto rose e fiori. In difesa, nel rispetto del calcio spallettiano, ci sono improvvisi giri a vuoto: il Belgio non è riuscito ad approfittarne. Il vero punto debole è però il concetto di marcatura sui calci da fermo: il palo colpito da Faes nel finale ha ribadito l’esistenza del problema. Bisogna lavorare su questi limiti: possono costare caro, soprattutto quando incontri avversari di primissimo livello.

Luciano Spalletti, sempre sul filo dei nervi anche quando dovrebbe sorridere alla vita, ha elogiato la squadra: “Abbiamo lottato come leoni. Abbiamo avuto l’atteggiamento giusto in un campo complicato, dimostrando di essere sulla strada giusta. Ricordo i processi di cinque mesi fa, ma l’Italia ha sempre potuto contare su trenta giocatori di livello. Siamo l’Italia, non lo dimentichiamo”. Elogi anche da parte del ct del Belgio, Domenico Tedesco: “L’Italia quando gioca in velocità è una bella squadra. Siete forti”. Il Belgio, invece, ha un lungo cammino da percorrere e Tedesco è sotto botta: i tifosi invocano il suo esonero.

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