La nomina del no vax Robert F Kennedy Jr. a prossimo responsabile della Sanità degli Stati Uniti ha affossato le quotazioni delle aziende farmaceutiche. In primo luogo, naturalmente, quelle che ricavano dai vaccini quote consistenti dei loro introiti. Moderna, tra i primi sviluppatori del vaccino anti Covid, è arrivata a perdere quasi il 10%. Pfizer e Biontech, che insieme hanno prodotto l’altro vaccino Covid di maggior successo, calano rispettivamente del 4,3% e del 3,8%. L’inglese Gsk e la francese Sanofi, i due maggiori produttori di vaccini al mondo, hanno registrato rispettivamente un calo del 3,5% e del 3%. Discesa simile per Astrazeneca.

Pfizer, BioNtech e Moderna avevano registrato una vera e propria esplosione di ricavi e profitti grazie ai loro farmaci contro il Covid. Kennedy è stato però un acceso oppositore della politica vaccinale del governo statunitense, mettendo in discussione la quantità di iniezioni somministrate ai bambini e definendo quello contro il Covid-19 il “vaccino più letale mai realizzato”. Durante la pandemia li ha definiti un “crimine contro l’umanità” e li ha paragonati all’Olocausto nazista. In una recente intervista ha però detto di non avere intenzione di “eliminare i vaccini”.

Kennedy ha tuttavia auspicato una purga di “interi dipartimenti” della Food and drug administration (FDA). “La guerra della FDA contro la salute pubblica sta per finire. Se lavori per la FDA e fai parte di questo sistema corrotto, ho due messaggi per te: 1. Conserva i tuoi archivi e 2. Fai le valigie”, ha scritto su X. Martedì scorso ha pubblicato un post in cui invita a non fidarsi dell’industria farmaceutica.

La scelta di Kennedy “potrebbe avere implicazioni di vasta portata e difficili da prevedere per il settore della biotecnologia, aggiungendo un notevole livello di incertezza e mettendo a dura prova l’investibilità del comparto”, ha scritto Brian Abrahams , responsabile della ricerca sul settore sanitario presso RBC Capital Markets, in una nota ai clienti.

Fare previsioni è effettivamente difficile anche perché le posizioni tra i membri della prossima amministrazione sono tutt’altro che allineate.Vivek Ramaswamy, ex amministratore delegato nel settore biotecnologico, nominato insieme a Elon Musk per supervisionare le iniziative governative volte all’efficienza, ha sostenuto la necessità di ridurre gli ostacoli all’approvazione di nuovi farmaci. “Il mio problema n. 1 con la FDA è che erige barriere inutili all’innovazione. Questo impedisce ai pazienti di accedere a terapie promettenti e aumenta i costi dei farmaci ostacolando la concorrenza. Il personale dell’agenzia ha un’insensibile indifferenza per l’impatto delle proprie decisioni sul costo dello sviluppo di nuove terapie”, ha detto.

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