La Russia smetterà di fornire gas all’Austria a partire da sabato. Lo ha annunciato oggi il gruppo austriaco di petrolio e gas Omv. La decisione è stata presa, come temuti, in seguito all’esito di una disputa con il colosso russo Gazprom, in cui è stato stabilito un risarcimento a favore dell’operatore austriaco di 230 milioni […]
La Russia smetterà di fornire gas all’Austria a partire da sabato. Lo ha annunciato oggi il gruppo austriaco di petrolio e gas Omv. La decisione è stata presa, come temuti, in seguito all’esito di una disputa con il colosso russo Gazprom, in cui è stato stabilito un risarcimento a favore dell’operatore austriaco di 230 milioni di euro. Una delle numerose battaglie legali in corso tra il gruppo russo e gli operatori europei. “Siamo stati informati da Gazprom che le consegne saranno interrotte domani”, ha precisato un portavoce dell’Omv.
Vienna è ancora molto dipendente dal gas di Mosca e le forniture russe giungono ininterrottamente nel paese dal 1968. tuttavia Omv ha detto di essere in grado di far fronte ai mancati flussi dalla Russia. Questa vicenda è uno dei fattori alla base della risalita delle quotazioni del gas a cui si è assistito nelle ultime settimane. Oggi la quotazione ad Amsterdam (mercato di riferimento per l’Europa) ha superato i 47 euro al megawatt/ora, per poi assestarsi a quota 46 euro.
Al momento il gas russo non è oggetto di sanzioni, poiché l’Europa non sarebbe in grado di farne completamente a meno. Tuttavia molti paesi hanno diversificato le forniture, riducendo quelle via gasdotto e aumentando quelle di gnl, via nave, molto più costoso. Paradossalmente anche una quota significativa di gnl proviene dalla Russia, oltre che da Stati Uniti e Qatar.
A fine anno potrebbero esserci ulteriori sussulti. Scade infatti l’accordo tra Mosca e Kiev per il transito di gas russo sul territorio ucraino (accordo per cui la Russia paga, nonostante la guerra, 800 milioni di euro l’anno). Al momento l’Ucraina non è intenzionata a rinnovare l’intesa alle medesime condizioni attuali. . Gli stoccaggi europei sono pieni zeppi, vicini al 100% di riempimento. Ma l’inverno ancora deve iniziare e queste riserve sono una sorta di cuscinetto per affrontare le fasi di maggiore stress, non sono in grado di assicurare approvvigionamenti a lungo termine.