Il piano di Tel Aviv per il cessate il fuoco è arrivato sulle scrivanie di Joe Biden e Donald Trump, ma le Israel Defense Forces continuano a bombardare il Libano. L’aviazione israeliana ha condotto stamani almeno 9 attacchi aerei su due quartieri di Beirut, nella periferia meridionale della capitale facendo crollare diversi edifici, nelle stesse ore in cui in città arrivava Ali Larijiani, consigliere della guida suprema iraniana Ali Khamenei. Ieri Larijani aveva ieri incontrato a Damasco il presidente siriano Bashar al Assad e durante il vertice Israele aveva compiuto un pesante attacco proprio sulla capitale siriana.
Israele continua a bombardare anche l’est del Libano. Il ministero dell’Interno ha reso noto stamani che è salito a 8 membri della Protezione civile uccisi il bilancio di pesanti raid aerei avvenuti ieri nella valle della Bekaa. L’attacco israeliano ha preso di mira proprio la sede della Protezione civile di Duris, località nel distretto di Baalbeck. Nella sola giornata di ieri sono state 19 le vittime dei raid in tutto il paese.
Intanto secondo i media Tel Aviv avrebbe intensificato gli sforzi per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca. Ron Dermer, ministro degli affari strategici di Netanyahu, è stato a Washington per incontrare i funzionari dell’amministrazione Biden e a Mar-a-Lago, dove avrebbe detto a Trump e Jared Kushner che Israele si sta affrettando a promuovere un’intesa. L’obiettivo di Tel Aviv sarebbe garantire una rapida vittoria in politica estera al presidente eletto. “C’è un accordo sul fatto che Israele regalerebbe qualcosa a Trump… che a gennaio ci sarà un accordo sul Libano”, ha detto un funzionario israeliano. Entro 24 ore il Beirut potrebbe dare una risposta sulla proposta.
Il Wall Street Journal riferisce che Trump avrebbe “approvato” la proposta. Il presidente eletto ha anche “espresso la speranza che ciò venga fatto prima del suo ingresso nello Studio Ovale” il 20 gennaio. Secondo quanto riferito, il piano prevede il ritiro delle truppe e delle armi di Hezbollah dal confine con Israele a nord del fiume Litani, con l’esercito libanese e le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite incaricate di garantire che non facciano ritorno.