Scuola

“No Meloni day atto II”: studenti in piazza per un’istruzione pubblica accessibile. Scontri con la polizia: bruciato un fantoccio di Valditara

Studenti in piazza in tutta Italia per il “No Meloni day atto II“, la manifestazione organizzata dall’Unione degli Studenti e Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. Sono migliaia gli universitari e liceali che hanno manifestato in oltre 35 città del paese per manifestare dissenso contro la manovra e il governo guidato da Giorgia Meloni. “Vogliamo potere”, “Liberiamo il Paese”, “No Meloni Day”, alcuni degli slogan lanciati per la mobilitazione, che punta a rivendicare “un’istruzione pubblica gratuita e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall’ambito bellico, la tutela del benessere psicologico nelle scuole e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti reali possibilità di decidere nelle proprie scuole”, ha spiegato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.

A Torino ci sono state tensioni tra studenti e forze dell’ordine dopo che è stato bruciato un fantoccio che raffigurava il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: 19 poliziotti sono rimasti feriti, 15 dei quali per lo scoppio di un ordigno urticante in piazza Castello. A Roma i giovani hanno esposto cartelli con scritte come “Arrestateci/e tutti/e”, “Stop repressione subito” e “No Ddl 1660”, in riferimento al disegno di legge sulla sicurezza.

Roma – Gli studenti e universitari sono partiti in corteo da Piramide verso il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Lo striscione di apertura dei collettivi studenteschi romani recitava: “Contro un governo di fascisti e sionisti“. Un altro striscione riportava: “Più diritti per gli studenti, più qualità per la scuola. Non vi crediamo più”, mentre un terzo messaggio dichiarava: “#nomeloniday contro il governo della guerra, dei tagli e delle riforme all’università!”. Gli studenti di Cambiare Rotta hanno portato un somaro di cartapesta con un cartello al collo con la scritta “Ministra Bernini”. Numerose anche le bandiere della Palestina con striscioni con su scritto “Contro guerra e repressione, fermiamo il governo”. Il corteo ha anche dedicato un minuto di rumore a Giulia Cecchettin e alle vittime di femminicidio, un atto simbolico al termine del corteo in via Marmolata. In vista del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, i partecipanti hanno agitato mazzi di chiavi e fatto suonare le sirene dei megafoni. Una giovane ha detto: “Per Giulia e tutte le donne uccise brutalmente e contro la repressione di questo governo”, mentre il coro gridava: “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”.

Cinque studenti con il volto coperto da foulard rossi, braccia alzate e manette ai polsi si sono schierati davanti al cordone degli agenti in tenuta antisommossa. Dal corteo è stata lanciata vernice rossa e i giovani hanno esposto cartelli con scritte come “Arrestateci/e tutti/e”, “Stop repressione subito” e “No Ddl 1660”, in riferimento al disegno di legge sulla sicurezza. A conclusione del corteo una volta arrivati al Ministero dell’Istruzione e del Merito, i manifestanti hanno lasciato sull’asfalto una scritta che recitava: “Ministero della guerra “.

Milano Il corteo, partito da largo Cairoli, si è fermato davanti alla sede di Assolombarda. Alcuni manifestanti, con le mani sporche di vernice rossa, hanno srotolato uno striscione con la scritta “Avete le mani sporche di sangue. L’alternanza uccide” ed esposto una foto della premier Giorgia Meloni con il volto imbrattato di vernice rossa. Durante la manifestazione sono state esposte anche bandiere della Palestina e un’altra foto della premier con la scritta “complice del genocidio”. Tra i cori e gli slogan gridati dagli studenti si sono distinti “Contro la scuola dei padroni dieci, cento, mille occupazioni” e “Siamo tutti antifascisti”. Durante il corteo, alcuni manifestanti hanno imbrattato di vernice rossa il supermercato Carrefour Express di via Visconti di Modrone, un gesto rivendicato al megafono poco dopo come un’azione di boicottaggio contro la catena e Israele.

Giunti nei pressi del consolato degli Stati Uniti, gli studenti hanno inscenato un flash mob: alcuni partecipanti, indossando maschere raffiguranti Giorgia Meloni, il presidente statunitense Donald Trump, l’ex presidente Joe Biden, il magnate Elon Musk, il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, hanno srotolato una bandiera palestinese macchiata di vernice rossa e impugnato finti fucili di cartone.

Torino – Al corteo partito dalla stazione di Porta Susa sono comparsi cartelli raffiguranti esponenti politici italiani con il volto coperto da uno stencil che riproduce una mano insanguinata, accompagnati dalla didascalia “complice del genocidio”. Tra i politici raffigurati vi erano Giorgia Meloni, Elly Schlein e Matteo Salvini. Durante la manifestazione, gli studenti hanno lanciato uova contro il cordone di poliziotti schierati davanti alla sede di Intesa Sanpaolo e alle Gallerie d’Italia in piazza San Carlo.

I manifestanti hanno successivamente tentato di superare il cordone delle forze dell’ordine, venendo respinti, per poi spostarsi prima davanti al rettorato e successivamente davanti alla sede Rai. Qui, gli studenti hanno colpito i mezzi della polizia con aste di bandiere e hanno dato fuoco a un fantoccio raffigurante il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Bologna – Il corteo partito da Piazza verdi con striscioni su scritto “Avete le mani sporche di sangue, perché fomentate guerre e un genocidio?”. “Il progetto di alternanza scuola-lavoro manda al macello gli studenti”. Davanti alla sede della Cgil di via Marconi degli studenti si sono fermati per imbrattare con mani di vernice rossa tre manifesti con i volti della premier Meloni e dei ministri Bernini e Valditara. Il gesto richiama i manifesti comparsi nei giorni precedenti tra le vie. Gli studenti, inoltre, hanno lanciato delle uova sulla facciata della sede di una banca.

A Genova, Cosenza, Napoli e Cagliari la critica del governo si è mescolata a messaggi sul ripudio alla guerra.