Politica

Autonomia differenziata, Nordio: “Con la sentenza della Consulta non ci sarà il referendum”. Schlein: “Il governo si fermi”

“A spanne, con prudenza, direi che questa sentenza dovrebbe eliminare almeno per ora la possibilità del referendum“. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio si sbilancia sull’effetto della decisione della Corte costituzionale che ha svuotato la legge sull’autonomia differenziata, dichiarando illegittime sette previsioni centrali del provvedimento, a partire dalla possibilità di delegare alle Regioni intere materie […]

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“A spanne, con prudenza, direi che questa sentenza dovrebbe eliminare almeno per ora la possibilità del referendum“. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio si sbilancia sull’effetto della decisione della Corte costituzionale che ha svuotato la legge sull’autonomia differenziata, dichiarando illegittime sette previsioni centrali del provvedimento, a partire dalla possibilità di delegare alle Regioni intere materie di competenza dello Stato. “La sentenza della Corte, letta così, a spanne è più che equilibrata, la condivido. Naturalmente dico “a spanne” perché per dare una interpretazione tecnicamente corretta occorre leggere la motivazione, che sarà sicuramente articolata e molto lunga. Detto questo, è sicuro che produrrà un avanzamento probabilmente di mesi o forse anche di anni verso una soluzione definitiva, questo fa parte della tecnica”, dice il Guardasigilli. E alla domanda se la pronuncia impedirà lo svolgimento dei referendum abrogativi chiesti dagli elettori e da vari Consigli regionali, risponde: “Bisognerà leggere le motivazioni, ma direi di sì“.

A decidere sulla celebrazione dei referendum sarà l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione, che dovrà valutare se l’effetto abrogativo della sentenza sia in grado di assorbire i quesiti depositati. Secondo Nordio sarà così, perché la Consulta, dice, “è intervenuta pesantemente su alcuni settori che sono quelli proprio tipici del referendum“. In realtà tra i quesiti depositati ce n’è uno totalmente abrogativo della legge, che dovrebbe sopravvivere alla decisione: la parte “residua” della riforma, infatti, rimane in vigore e può essere ancora cancellata. L’Ufficio centrale, peraltro, può anche chiedere ai promotori del referendum di riformulare i quesiti per renderli aderenti al mutato quadro normativo. Dall’opposizione interviene sul tema la segretaria Pd Elly Schlein: “La Corte costituzionale ha dato una sonora bocciatura all’autonomia differenziata di Calderoli e Meloni. Dovremo aspettare le approfondite motivazioni per capire come inciderà sui quesiti referendari su cui un ampio comitato di forze civiche e politiche, tra cui noi, ha raccolto più di 500mila firme. Noi sicuramente andremo avanti a dire, come diciamo da prima della pronuncia della Consulta, che questo governo si deve fermare, deve abolire e abrogare questa legge“.