Dodici ore al giorno senza acqua nelle case, con le pentole per cucinare la pasta da riempire prima delle 18.30 e le docce da fare in fretta e furia al rientro dall’ufficio prima che i rubinetti non sputino più neanche una goccia. E per fortuna poi arriva il sabato, quando quello che in Basilicata è ormai diventato oro blu sgorga dalle condutture fino alle 23. Poi più nulla fino alle 6.30 del mattino, come in tutti gli altri giorni della settimana. Così da mesi, nella speranza che i lavori per salvare almeno questo minimo di dignità nella vita quotidiana continuino spediti visto che di pioggia neanche a parlarne.
La siccità sta strangolando da mesi 29 comuni della Basilicata, compreso Potenza, il capoluogo di regione, assetando 140mila persone. Preoccupate anche dalla soluzione principe individuata per fronteggiare l’emergenza: raccogliere acqua dal fiume Basento, dove i livelli di tensioattivi e fosfati sono risultati fuori dai limiti di legge. Ma siccome la diga del Camastra è ormai il fantasma di sé stessa, prosciugata dall’assenza di precipitazioni, l’alternativa è quella: potabilizzare acque che fanno paura. Altrimenti dal 22 novembre la situazione peggiorerà perché l’invaso resterà definitivamente senza scorte, non riuscendo più a rifornire case, scuole, uffici e negozi neanche per quelle 12 ore al giorno concesse oggi.
Una crisi “senza precedenti”, l’ha definita il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, commissario straordinario per l’emergenza idrica, e pure finito lui nel mirino di comitati e semplici cittadini che ogni giorno devono convivere con metà giornata a secco. Sono scesi in piazza a Potenza portando una striscione che rivendica il “diritto alla doccia” chiedendo acqua pulita, trasparenza nella gestione e rispetto di tutti coloro che sono interessati dalle restrizioni quotidiane dell’erogazione idrica. Con Bardi se la prende anche l’Anci Basilicata lamentando “la mancanza di coinvolgimento nelle decisioni e la lacunosità delle informazioni in merito alle soluzioni che si stanno adottando”. Anche perché limitazioni e disagi “a breve potrebbero assumere i caratteri della drammaticità”, ha sottolineato l’associazione dei sindaci. Eppure Bardi, venerdì, alla riunione convocata in Consiglio regionale non c’era. “Impegni pregressi”, ha detto convocando nuovamente i sindaci per mercoledì, a 48 ore da quello che potrebbe essere il momento di non ritorno.
Sono giorni di grande tensione a Trivigno, Vaglio di Basilicata, Banzi, Tricarico, Forenza, Castelmezzano, Tito, Acerenza, Avigliano, Ruoti, Pignola, Laurenzana, Pietragalla, Anzi, Albano di Lucania, Pietrapertosa, Campomaggiore, San Chirico Nuovo, Genzano di Lucania, Irsina, Picerno, Maschito, Baragiano, Abriola e nel capoluogo di regione, Potenza. Si guarda al cielo, invocando la pioggia che darebbe un po’ di sollievo, ma anche alle decisioni assunte dalla Regione e dalle altre autorità coinvolte, compresa l’Arpab che ha dato il via libera alla captazione delle acque del fiume Basento dopo i campionamenti e le analisi. Nonostante siano superiori alle soglie di legge i valori dei tensioattivi (0,3 mg/l rispetto al limite di 0,2) e dei fosfati (2,8 rispetto a 0,7). “Sostanze che comunque potranno essere trattate dal potabilizzatore – sostiene l’Agenzia regionale per la protezione ambientale – Alla luce di quanto rilevato, l’acqua viene classificata in A2 e può essere destinata al consumo umano”.
Così sono scattati i lavori di costruzione dei una condotta permanente che consentirà il prelievo tra Castelmezzano e Albano di Lucania per immetterla, come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, nel “Camastrino”, la vasca realizzata da Acquedotto lucano sullo scarico della diga del Camastra: una batteria a tre pompe per ‘succhiare’ 400 litri al secondo. Il cronoprogramma prevede la fine dei lavori per il prossimo 20 novembre ma, ancora pochi giorni fa, si era fermi al 54% del completamento. Mentre si pensa già a un piano C: la soluzione alternativa sarebbe l’approvvigionamento di flussi idrici dalla Val d’Agri, senza incidere sulla distribuzione di acqua alla comunità locale. Un risiko in attesa delle piogge che tiene con il fiato sospeso – e all’asciutto – oltre 140mila persone.
Ambiente & Veleni
Siccità, 29 comuni lucani senz’acqua per 12 ore al giorno da settimane: scoppia la protesta. La soluzione? Farsi aiutare dal fiume “inquinato”
In 140mila senza erogazione dalle 18.30 alle 6.30 per la crisi della diga del Camastra: corteo a Potenza per il "diritto alla doccia". Il presidente Bardi rassicura sulle acque del fiume Basento, che verranno prelevate nonostante i valori fuori soglia. Ma non va all'incontro con i sindaci
Dodici ore al giorno senza acqua nelle case, con le pentole per cucinare la pasta da riempire prima delle 18.30 e le docce da fare in fretta e furia al rientro dall’ufficio prima che i rubinetti non sputino più neanche una goccia. E per fortuna poi arriva il sabato, quando quello che in Basilicata è ormai diventato oro blu sgorga dalle condutture fino alle 23. Poi più nulla fino alle 6.30 del mattino, come in tutti gli altri giorni della settimana. Così da mesi, nella speranza che i lavori per salvare almeno questo minimo di dignità nella vita quotidiana continuino spediti visto che di pioggia neanche a parlarne.
La siccità sta strangolando da mesi 29 comuni della Basilicata, compreso Potenza, il capoluogo di regione, assetando 140mila persone. Preoccupate anche dalla soluzione principe individuata per fronteggiare l’emergenza: raccogliere acqua dal fiume Basento, dove i livelli di tensioattivi e fosfati sono risultati fuori dai limiti di legge. Ma siccome la diga del Camastra è ormai il fantasma di sé stessa, prosciugata dall’assenza di precipitazioni, l’alternativa è quella: potabilizzare acque che fanno paura. Altrimenti dal 22 novembre la situazione peggiorerà perché l’invaso resterà definitivamente senza scorte, non riuscendo più a rifornire case, scuole, uffici e negozi neanche per quelle 12 ore al giorno concesse oggi.
Una crisi “senza precedenti”, l’ha definita il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, commissario straordinario per l’emergenza idrica, e pure finito lui nel mirino di comitati e semplici cittadini che ogni giorno devono convivere con metà giornata a secco. Sono scesi in piazza a Potenza portando una striscione che rivendica il “diritto alla doccia” chiedendo acqua pulita, trasparenza nella gestione e rispetto di tutti coloro che sono interessati dalle restrizioni quotidiane dell’erogazione idrica. Con Bardi se la prende anche l’Anci Basilicata lamentando “la mancanza di coinvolgimento nelle decisioni e la lacunosità delle informazioni in merito alle soluzioni che si stanno adottando”. Anche perché limitazioni e disagi “a breve potrebbero assumere i caratteri della drammaticità”, ha sottolineato l’associazione dei sindaci. Eppure Bardi, venerdì, alla riunione convocata in Consiglio regionale non c’era. “Impegni pregressi”, ha detto convocando nuovamente i sindaci per mercoledì, a 48 ore da quello che potrebbe essere il momento di non ritorno.
Sono giorni di grande tensione a Trivigno, Vaglio di Basilicata, Banzi, Tricarico, Forenza, Castelmezzano, Tito, Acerenza, Avigliano, Ruoti, Pignola, Laurenzana, Pietragalla, Anzi, Albano di Lucania, Pietrapertosa, Campomaggiore, San Chirico Nuovo, Genzano di Lucania, Irsina, Picerno, Maschito, Baragiano, Abriola e nel capoluogo di regione, Potenza. Si guarda al cielo, invocando la pioggia che darebbe un po’ di sollievo, ma anche alle decisioni assunte dalla Regione e dalle altre autorità coinvolte, compresa l’Arpab che ha dato il via libera alla captazione delle acque del fiume Basento dopo i campionamenti e le analisi. Nonostante siano superiori alle soglie di legge i valori dei tensioattivi (0,3 mg/l rispetto al limite di 0,2) e dei fosfati (2,8 rispetto a 0,7). “Sostanze che comunque potranno essere trattate dal potabilizzatore – sostiene l’Agenzia regionale per la protezione ambientale – Alla luce di quanto rilevato, l’acqua viene classificata in A2 e può essere destinata al consumo umano”.
Così sono scattati i lavori di costruzione dei una condotta permanente che consentirà il prelievo tra Castelmezzano e Albano di Lucania per immetterla, come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, nel “Camastrino”, la vasca realizzata da Acquedotto lucano sullo scarico della diga del Camastra: una batteria a tre pompe per ‘succhiare’ 400 litri al secondo. Il cronoprogramma prevede la fine dei lavori per il prossimo 20 novembre ma, ancora pochi giorni fa, si era fermi al 54% del completamento. Mentre si pensa già a un piano C: la soluzione alternativa sarebbe l’approvvigionamento di flussi idrici dalla Val d’Agri, senza incidere sulla distribuzione di acqua alla comunità locale. Un risiko in attesa delle piogge che tiene con il fiato sospeso – e all’asciutto – oltre 140mila persone.
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Alkmaar, 23 gen. - (Adnkronos) - Pesante ko per la Roma ad Alkmaar contro l'Az. I giallorossi perdono 1-0 con un gol di Parrott al 35' della ripresa e dicono addio alle speranze di qualificazione diretta agli ottavi di finale di Europa League. Per i capitolini sarà decisiva la sfida tra sette giorni all'Olimpico con l'Eintracht Francoforte per centrare la qualificazione ai playoff del mese prossimo. In classifica gli olandesi salgono a quota 11, scavalcando i capitolini fermi a 9.
Nel primo quarto d'ora di partita Hummels è decisivo in due occasioni. All'11 salva su Meerdink lanciato in contropiede e al 14' anticipa Poku a pochi metri dalla porta. Al 19' ammonito Dovbyk che, con un gomito alto, colpisce Goes. Al 22' Dybala serve Dovbyk in area ma Goes riesce a chiudere anticipando l'ucraino. Al 25' Angelino sbaglia un passaggio in uscita e l'AZ va in porta con Mijnans che si ritrova davanti a Svilar: decisivo Koné che va a chiuderlo in scivolata.
Alla mezz'ora il primo tiro dei giallorossi con Dovbyk da fuori area ma la conclusione è centrale e non crea pericoli al portiere avversario. Al 35' giallo anche per Hummels per una brutta entrata da dietro su Meerdink. Al 41' Poku a sinistra scappa via e poi mette un pallone rasoterra al centro, Ndicka ci arriva e mette un piede, ma lascia lì il pallone su cui si avventa Meerdink: sinistro potente da pochi metri ma conclusione alta.
Nell'intervallo Ranieri toglie Dovbyk e inserisce Soulé rinunciando a giocare con un vero centravanti. Al 4' bella azione degli ospiti. I giallorossi costruiscono bene e con un cross da destra trovano Angelino sulla fascia opposta. Stop e cross con la 'rabona' verso il centro, dove Dybala con la girata al volo manda alto. All'8' Meerdink è il primo ammonito tra gli olandesi. Al 12' Angelino da sinistra mette in mezzo un pallone rasoterra e forte, Soulé liscia e Dybala alle sue spalle non ci arriva per poco e l'azione sfuma. Al 17' doppio cambio nell'AZ: escono Koopmeiners e Lahdo, entrano Belic e Buurmesteer. Un minuto dopo giallo per Goes per protesta dopo un fallo su Angelino.
Al 22' Saelemaekers ruba palla a destra e poi mette al centro, dove Dybala ci arriva ma contrastato non riesce a indirizzare in porta. Al 26' ammonito Saelemaekers per un fallo su Meerdink. Al 27' escono proprio Meerdink e Poku, entrano Daal e Parrott. Tra i capitolini dentro El Shaarawy, fuori Saelemaekers. Al 31' parata di Svilar su colpo di testa di Maikuma. Al 35' arriva il gol partita. Clasie dal limite, centralmente, allarga a sinistra per Wolfe che mette al centro dove Parrott, entrato da pochi minuti, deve solo appoggiare nella porta vuota. Ranieri inserisce Baldanzi per Paredes. Al 41' Soulé entra in area e da sinistra cerca il mancino incrociato ma la palla finisce larga. Nel recupero tentativo di Dybala da fuori area ma la conclusione è centrale e non crea particolari problemi al portiere di casa.
Roma, 23 gen (Adnkronos) - "Perchè dobbiamo tenerci le bollette più care d'Europa? Facciamo un gruppo di acquisto pubblico che abbassi le bollette alle famiglie e alle imprese e scolleghiamo il prezzo dell'energia da quello del gas, che è il più caro". Lo ha detto Elly Schlein al Tg1.
Sulla Sanità, la segretaria del Pd ha poi spiegato: "Abbiamo richiesto più risorse per assumere medici e infermieri perchè ci sono quattro milioni e mezzo di persone che non riescono a curarsi".
Roma, 23 gen (Adnkronos) - "La legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori per cui la Cisl ha raccolto centinaia di migliaia di firme è un atto importante per dare senso e futuro al lavoro nel nostro Paese e attuazione all’art 46 della costituzione". Lo dice la senatrice del Partito democratico Annamaria Furlan, componente della commissione Lavoro.
"Il testo originale purtroppo è stato indebolito dai tanti emendamenti anche soppressivi che le forze di governo hanno fatto nei lavori in commissione ma finalmente viene meno quel muro ideologico contro la partecipazione che per anni ha caratterizzato il nostro sistema industriale e produttivo -aggiunge Furlan-. Mi auguro che nelle aule parlamentari si possano recuperare aspetti importanti del testo originario, rafforzati dagli emendamenti proposti dal Partito Democratico per dare a questa legge il valore che merita. Sarebbe la strada per valorizzare l'impegno della Cisl e di tutti i cittadini che hanno condiviso e firmato la proposta".
Roma, 23 gen (Adnkronos) - "Sul rinvio a giudizio Meloni aveva detto che avrebbe valutato, è passata una settimana e non sentiamo una parola né ottenuto le dimissioni. Incoerente anche qui". Lo ha detto Elly Schlein al Tg1 sul caso Santanchè.
"Meloni sta chiusa nel palazzo, tradisce le promesse e non si occupa di chi non arriva a fine mese", ha aggiunto tra l'altro la segretaria del Pd.
Roma, 23 gen (Adnkronos) - "Giorgia Meloni ha fondato tutta la sua propaganda sulla sua presunta coerenza ma ormai è chiara a tutti la sua incoerenza. Aveva promesso caccia ai trafficanti in tutto il globo terracqueo, ma ne avevano arrestato uno in Italia lo hanno liberato e lo hanno rimandato a casa. Abbiamo chiesto a Giorgia Meloni di spiegare il perchè". Lo ha detto al Tg1 Elly Schlein, aggiungendo: "Meloni la smetta di nascondersi dietro un suo ministro e per una volta venga a mettere la faccia".
Milano, 23 gen. (Adnkronos) - La coccarda tricolore sulla toga e tra le mani la Costituzione o cartelli di protesta. I magistrati di Milano sono pronti a manifestare, prima dell'inaugurazione dell'anno giudiziario previsto per sabato 25 gennaio, contro le riforme costituzionali in corso di approvazione, tra cui la separazione delle carriere. L'appuntamento è per le ore 9.15 davanti a Porta Vittoria, l'ingresso con la scalinata di uno dei Palazzo simbolo della giustizia in Italia.
L'iniziativa di protesta e sensibilizzazione, che saranno ripetute in ogni distretto di corte d'Appello, durerà fino alle 9.45 quando inizierà la cerimonia ufficiale nell'aula magna, con gli interventi istituzionali. "Al momento dell'intervento del rappresentante del Ministero, i magistrati, indossando la toga e la coccarda tricolore oltre che tenendo la Costituzione in mano, abbandoneranno temporaneamente l’aula (uscendo dalle porte laterali), rientrandovi immediatamente al termine di questo intervento, di modo da poter partecipare al resto della cerimonia".
L'auspicio degli organizzatori della protesta, la sezione milanese dell'Anm, è di avere "una massiccia partecipazione di tutte le colleghe e di tutti i colleghi: si tratta di un momento davvero importante, più di tanti altri, nel quale è fondamentale che la magistratura, tutta, si mostri unita e compatta anche agli occhi della cittadinanza, per far comprendere appieno le ragioni della nostra protesta. Se mai le riforme dovessero essere approvate, potremo almeno dire di aver cercato di opporci anziché restare inermi e lamentarci - inutilmente - a cose fatte".
Roma, 23 gen (Adnkronos) - "Oggi si è concluso nelle Commissioni finanze e lavoro della Camera l’esame della proposta di legge sulla “partecipazione dei lavoratori” alla gestione e ai risultati di impresa. Il testo originario, frutto di una iniziativa popolare, contemplava un modello di “co-gestione” dei lavoratori nell’impresa che aveva una sua coerenza. La versione uscita dalle Commissioni, confezionata dalla maggioranza di governo a suon di emendamenti, costituisce un nuovo obbrobrio e l’ennesima presa per i fondelli dei lavoratori". Lo scrive sui social Giuseppe Conte.
"In sostanza questa maggioranza, dopo avere detto no al salario minimo, dopo avere scelto la strada della massima precarizzazione dei rapporti di lavoro, adesso attribuisce alle aziende il potere di decidere, unilateralmente e arbitrariamente, di pagare il premio di risultato (che è una retribuzione accessoria se non strutturale, che permette al lavoratore di beneficiare dei contributi previdenziali), con delle azioni. Azioni che - in caso di tensione finanziaria o di stato prefallimentare - potrebbero rivelarsi anche una sonora fregatura. Ma dove le studiano queste soluzioni, chi le suggerisce alla maggioranza? La ministra Santanché?", scrive tra le altre cose il leader del M5s.
"Come sempre Meloni e soci, quando incrociano i 'poteri forti', indietreggiano con l’inchino", sottolinea Conte che poi aggiunge: "Fidatevi: questi sono talmente incapaci da essere pericolosi!".