Venne sequestrato in Russia tra la fine giugno e l’inizio di luglio, trattenuto per circa 36 ore prima di essere liberato dalle forze speciali di Mosca nella regione di Bryansk, al confine con l’Ucraina. Ora, a distanza di quattro mesi, scattano arresti in Italia per il rapimento di Stefano Guidotti, imprenditore italiano residente a Mosca. Il manager dell’ufficio di rappresentanza russo di Siad, gruppo italiano impegnato nella produzione di gas tecnici industriali, venne catturato nella capitale sul viale Sadovaya-Triumfalnaya e spinto a bordo di una Bmw.
La liberazione avvenne due giorni dopo, a oltre 400 chilometri di distanza, a Bryansk, nel microdistretto di Novostroika. Decisivo il ritrovamento della stessa auto sulla quale era stato portato via. Dopo aver localizzato la vettura, era avvenuto l’intervento delle forze di polizia russe e venne arrestate tre persone che si trovavano all’interno del casolare dove Guidotti era stato trattenuto dopo il rapimento. Adesso l’intervento degli inquirenti italiani che hanno fermato diverse persone grazie all’inchiesta del Ros dei carabinieri coordinato dalla procura di Bologna guidata dal procuratore facente funzioni Francesco Caleca che ha delegato l’inchiesta alla pm della Dda Beatrice Ronchi.
In manette un cittadino straniero, uzbeko, di 44 anni, residente nel Ravennate a partire dallo scoppio della guerra in Ucraina. Secondo quanto ha spiegato ai cronisti il procuratore capo facente funzioni di Bologna, l’uomo è stato l’ideatore del sequestro. “Secondo l’ipotesi accusatoria l’uomo è colui che ha organizzato e architettato l’intera operazione, tanto che ha gestito in prima persona l’inizio della trattativa per la definizione del riscatto per il rilascio di Guidotti. Si tratta di una vicenda con profili di complessità e rarità notevoli. In questa operazione ogni professionalità ha lavorato al massimo per ottenere questo risultato, e anche grazie a loro si è avuta questa facilità di scambio con le forze di polizia e l’autorità giudiziaria russa, che in questo momento storico non è qualcosa di facilissimo, una cosa che mi ha favorevolmente impressionato”.
L’arrestato, che deve rispondere dell’accusa di concorso in rapimento a scopo d’estorsione, era un consulente dell’azienda in quell’area geografica. La vittima dopo il rapimento venne portata bendata in una località a 400 km dalla capitale, al confine con l’Ucraina. Guidotti viene liberato il giorno dopo dalle forze speciali russe.
Lo scorso giugno la polizia russa aveva arrestato i rapitori, quattro uomini tra i 21 e i 36 anni, tre russi e un cittadino uzbeko, secondo quanto riferito dalla televisione Ren.
“Bisogna verificare bene i fatti, ma non si tratta di un sequestro dove uno rapisce un altro per soldi – ha detto il legale del cittadino uzbeko, Pietro Chianese – è in un contesto lavorativo da quanto ho capito. Il mio assistito non è un criminale che ha fatto un sequestro per soldi. Lui collaborava e faceva consulenze per la stessa azienda, probabilmente voleva essere pagato da quanto ho intuito”.