Tennis

Così Jannik Sinner ha trasformato una semifinale Atp Finals in un allenamento

Nemmeno un urlo dal pubblico durante la prima di servizio sul match point lo ha distratto dalla sua voglia di dominare. Ace; game, set and match. Elementare. Poco più di un’ora per dare 6-1 6-2 a Casper Ruud, la sorpresa di questa edizione delle Atp Finals, uno dei giocatori che più avevano convinto. Jannik Sinner torna in finale a Torino a un anno di distanza dalla sconfitta contro Novak Djokovic. Lo fa ancora una volta senza perdere set, senza perdere il servizio, trasformando una semifinale alle Finals in una sorta di allenamento agonistico. Per l’azzurro è la 69esima vittoria stagionale a livello Atp, la nona finale della stagione. Davanti al pubblico di casa, andrà a caccia dell’ottavo titolo del 2024 e del diciottesimo in carriera. Ma soprattutto, cercherà di diventare il primo italiano nella storia a vincere le Atp Finals, proprio di fronte al pubblico di casa. Manca solo un ultimo ostacolo da superare: Taylor Fritz.

Sinner e Ruud sono divisi in classifica da cinque posizioni e 6.700 punti, ma non è questa la differenza che si è vista in campo. L’azzurro è stato troppo più veloce, troppo più forte, troppo più costante, troppo più sicuro. Insomma, semplicemente incontrollabile per le armi a disposizione del norvegese. Soprattutto su questa superficie così rapida e all’interno dell’atmosfera trascinante creata dalla cornice dell’Inalpi Arena di Torino. Ruud è stato letteralmente travolto, spazzato via dal campo. E non tanto per colpe sue. Il numero 6 del mondo non è stato in grado di gestire e arginare la pressione portata dal numero 1 del mondo. Ha provato anche alcune soluzioni inusuali e fuori dai suoi tradizionali schemi di gioco, nel tentativo di sorprendere Sinner.

Tutto è risultato inefficace, inutile, quasi controproducente. Sinner ha dato un ritmo asfissiante alla partita, fin dal primo punto di gioco. Non ha permesso al numero 6 del mondo di ragionare, corrodendo immediatamente le sue (poche) speranze iniziali con una partenza lanciata. Il suo percorso di crescita alla “Djokovic” prosegue senza sosta. “Sto solo provando a giocare al 100% tutti i giorni – ha analizzato il match il numero 1 del mondo -, il risultato non posso controllarlo, questo sport è imprevedibile, posso però controllare come sto in campo”.

In finale adesso l’altoatesino, come detto in precedenza, troverà lo statunitense Taylor Fritz, vittorioso nella battaglia su Alexander Zverev e già sconfitto due volte in questa stagione. L’ultima pochi giorni fa, nella seconda partita del round robin, quella forse più complicata in questo cammino fin qui immacolato e dominante. Un match insomma che si preannuncia insidioso, anche se precedenti, forma fisica, fiducia e valori sono tutti da una parte ben precisa.