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“Per Marina Berlusconi ho creato la torta del matrimonio, ma poi mi hanno richiamato di corsa ad Arcore”: lo rivela il pasticcere Iginio Massari

Era tutto pronto per le nozze, ma gli sposi avrebbero gradito un dettaglio in più sul dolce

di F. Q.
“Per Marina Berlusconi ho creato la torta del matrimonio, ma poi mi hanno richiamato di corsa ad Arcore”: lo rivela il pasticcere Iginio Massari

Il maestro Iginio Massari è un pilastro nel mondo della pasticceria italiana e mondiale. Il pasticcere – che ancora oggi, a 82 anni, si alza tutti i giorni alle 2.30 del mattino – ha raccontato la sua vita nel volume “Giorni, mesi, anni di una vita intensa“, dove ha raccontato di aver anche fatto il pugile “e di buon livello. Ma sono stato tante cose, prima che il fornaio Limoni, che stava sotto casa di mia nonna a Brescia, mi indicasse la strada”.

Il maestro è stato chiamato dalle celebrities che hanno voluto la sua firma sulla torta nunziale e durante una intervista a Il Corriere della Sera ha ricordato un aneddoto curioso legato alla creazione più mastodontica. “Quella fatta per le nozze di una principessa indù. – ha raccontato – Aveva sposato un bresciano, organizzarono i festeggiamenti in un grande castello nei dintorni. Mi feci dare le misure della porta d’ingresso della cucina, e quelle erano giuste. Peccato che sbagliarono quelle della porta che conduceva al salone della festa. Se ne accorsero all’ultimo. Panico. Gli dissi: la mia torta non si tocca, se volete tagliarla lo farete in corridoio“.

E ancora: “Mi svegliarono nel cuore della notte. La principessa si era rifiutata di tagliare una ‘torta così bella’, parole sue, e mi supplicarono di portare qualche cosa, qualunque cosa avesse zucchero. Saccheggiai la pasticceria di Brescia: brioche, panettoni, cioccolatini, caramelle. Mangiarono il dolce alle tre del mattino”.

Forse non tutti sanno che proprio Massari ha firmato un’altra celebre torta nuziale, quella di Marina Berlusconi e Maurizio Vanadia: “Anche qui tutto andò bene fino a quando, alla vigilia del matrimonio, ricevetti una telefonata. ‘Maestro’, mi dissero, ‘la vogliono ad Arcore, deve scrivere i nomi degli sposi con la glassa’. Ma non può farlo il loro cuoco? obiettai. Niente da fare, volevano me. Mi mandarono a prendere, andai lì solo per quello”.

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