“Padre, fonte della vita, con umiltà e umiliazione ti consegniamo la vergogna e il rimorso per la sofferenza provocata ai più piccoli e ai più vulnerabili dell’umanità e ti chiediamo perdono”. Il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, ha così introdotto la preghiera per le vittime di abusi che è stata pronunciata dagli oltre mille delegati riuniti per la celebrazione dei Vespri nella basilica romana di San Paolo fuori le Mura, durante la prima assemblea sinodale delle Chiese in Italia.

“Fratelli carissimi, in questo evento di preghiera e di dialogo che mostra tutta la bellezza della nostra comunità ecclesiale, guardiamo anche quelle macchie che deturpano il suo volto”, ha esordito Zuppi. In modo particolare, “in questa quarta Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi (che si celebra il 18 novembre, ndr) imploriamo la misericordia del Signore e invochiamo la Trinità Santissima, comunione di amore, perché quanti hanno subito una violenza possano ritessere relazioni di fiducia con la comunità ecclesiale e sperimentare legami nuovi e autentici”.

“Signore Gesù, Figlio venuto a rivelare la misericordia del Padre, ti affidiamo tutti coloro che hanno subito abusi di potere, spirituali e di coscienza, fisici e sessuali, le loro ferite siano risanate dal balsamo della tua e della nostra compassione, trovino accoglienza e aiuto fraterno, i loro cuori siano avvolti di tenerezza e ricolmi di speranza”, ha quindi pregato insieme l’assemblea di tutti i delegati della Chiesa italiana. “Spirito Santo, fuoco di amore – ha continuato -, ti preghiamo per le nostre comunità ecclesiali, chiamate ad impegnarsi in un discernimento profondo sulle proprie omissioni e inadempienze, siano case accoglienti e sicure e si rafforzi l’impegno di tutti per tutelare i più piccoli e vulnerabili”.

“Trinità Santa, fonte di comunione e di tenerezza, aiutaci a spezzare le catene della violenza e della colpa – ha aggiunto -, squarcia i nostri silenzi e facci ascoltare le grida di dolore delle vittime di abusi e delle loro famiglie, aiutaci ad accompagnarli facendo verità fino in fondo nel cammino della giustizia e della riparazione, affinché anche dal buio della terra, minacciata dal peccato, ma avvolta dalla luce della Pasqua, germoglino semi di guarigione e di rinascita. Perché la vita del Regno si manifesti in noi. Amen”.

Nell’omelia della celebrazione, il vice presidente della Cei e arcivescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Baturi, ha parlato di “dramma immenso”, davanti al quale “non volgiamo lo sguardo da un’altra parte”. Il tema della Giornata nazionale di preghiera, Ritessere fiducia, “dice la necessità di non lasciar cadere alcun filo dei rapporti”. Tutti i sussidi di questa Giornata sono stati redatti da vittime di abusi e da loro familiari “cosicché leggere, meditare e pregare questi testi è come un cammino verso la cisterna buia e vuota in cui si sono sentiti scaraventati, soli e spogliati di tutto, ma anche verso l’aurora di speranza di un cambiamento possibile per grazia”.

Secondo monsignor Baturi, “uno strappo come l’abuso non può essere sanato da una nuova toppa ma solo da una nuova veste, da un cambiamento radicale di cultura, di metodo, di cuore, un cambiamento che richiede l’infinita pazienza del dolore espresso e ascoltato, la speranza alimentata e valorizzata, la fiducia riannodata. E tutto perdonato”. E “questo cambiamento è possibile imparando ad amare gratuitamente i nostri piccoli, senza possessività e violenza, senza alcuna pretesa”.

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