Hanno vinto Jake Paul e la noia. Come prevedibile, il ritorno sul ring a 58 anni di Mike Tyson è stato più spettacolo che boxe. E “Iron Mike”, alla fine, ha perso per decisione unanime dopo che i risultati sul ring non sono stati all’altezza del clamore suscitato dall’incontro tra un giovane YouTuber diventato pugile e l’ex campione dei pesi massimi. Tutto l’odio che si respirava prima dell’incontro è svanito, con Paul che si è persino fermato a rendere omaggio con un inchino a Tyson prima del suono della campana finale all’AT&T Stadium di Arlington.

Tyson ci ha provato per tre riprese, quantomeno. Poi l’avversario ha iniziato a prendere il sopravvento. Il 58enne si è avventato su Paul subito dopo la campana d’apertura e ha sferrato un paio di pugni veloci, ma per il resto non ci ha provato molto. Anche il minor numero di round e i round più brevi, insieme ai guantoni più pesanti progettati per diminuire la potenza dei pugni, non hanno potuto fare molto per generare azione. Paul è stato più aggressivo dopo la rapida esplosione di Tyson nei secondi iniziali, ma i pugni non sono stati molto efficaci.

E si è andati avanti quasi per noia, fino ai fischi di una folla che voleva più azione quando Paul ha lasciato cadere i guantoni prima della campana finale e si è inchinato a Tyson. L’omaggio a uno dei più grandi nomi della storia della boxe non è servito a molto per i tifosi che venerdì sera hanno riempito la casa dei Dallas Cowboys. Il rientro di Tyson quindi non ha generato nuova gloria nella sua leggendaria carriera. Ma solo business. Come ampiamente preventivabile per chi è accorso in Texas e tutti coloro che hanno seguito l’incontro in streaming su Netflix.

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