Giustizia & Impunità

Unione forze identitarie, patteggia due anni un consigliere comunale di Fdi. A giudizio per terrorismo il leader

Associazione terroristica finalizzata alla propaganda e all’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Il giudice per l’udienza preliminare di Roma, come riporta l’edizione romana del Corriere della Sera, ha rinviato a giudizio, Alessio Sabelli, 26 anni, fondatore e leader dell’Unione forze identitarie. Hanno poi patteggiato due anni Lorenzo Gobbo, Matteo Bonissi […]

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Associazione terroristica finalizzata alla propaganda e all’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Il giudice per l’udienza preliminare di Roma, come riporta l’edizione romana del Corriere della Sera, ha rinviato a giudizio, Alessio Sabelli, 26 anni, fondatore e leader dell’Unione forze identitarie. Hanno poi patteggiato due anni Lorenzo Gobbo, Matteo Bonissi e Federico Piazza, mentre Angela Fornaro ha patteggiato un anno e dieci mesi. Assolta Anna Dall’Olio. Piazza che ha collaborato con i pm e ha ammesso di essere stato il “comandante cittadino di Bologna”, è consigliere comunale di FdI a Zola Predosa (Bologna) e fu aggredito a giugno mentre indossava una maglietta del Fuan.

Nel dicembre del 2021 erano stati emessi diversi provvedimenti dopo la conclusione di una indagine condotta dalla Digos di Roma e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sull’Ufi, considerat, struttura “paramilitare suprematista”, operativa su tutto il territorio nazionale e vicina al gruppo estremista e suprematista bianco “Feuerkrieg Division”, ramo della più nota “Atomwaffen Division”, inserito dal governo britannico nella lista dei gruppi terroristici.

L’organizzazione forniva ai suoi giovani membri lezioni sul confezionamento di esplosivi o sulla fabbricazione artigianale di armi, anche con l’uso di sostanze chimiche facilmente reperibili sul mercato. “L’attività investigativa ha evidenziato una struttura sovversiva di ‘ultima generazione‘, operativa sul web attraverso una intensa opera di propaganda nazionalsocialista e razzista – spiegava una nota della Questura -, e nel mondo reale con basi logistiche secondo un modello definito di ‘stay behind‘, ovvero segreto-paramilitare, in grado di operare nei casi di necessità”.

Le indagini, scrivevano gli investigatori, “hanno messo in evidenza come l’opera di proselitismo fosse proiettata alla radicalizzazione del pensiero estremista di ragazzi, spesso minori con situazioni di disagio, secondo processi tipici di contesti eversivi fondamentalisti. L’indottrinamento avveniva anche mediante l’esaltazione delle azioni terroristiche, definite come ‘Jihad bianca‘ commesse dai cosiddetti lupi solitari tra cui Luca Traini, Anders Behring Breivik, Brenton Tarrant, Stephan Balliet e John Earnest.