F1 & MotoGp

Jorge Martin, storia del campione del mondo di MotoGP: dalle difficoltà economiche al coronamento del sogno di una vita

Quando era un bambino, a Jorge Martin non interessava leggere libri, ma solo riviste di moto. E se a premere sull’acceleratore è soprattutto la passione, a volte il destino è capace di trasportare i sognatori molto lontano, fino a trasformarli in campioni del mondo. Jorge Martin, ribattezzato ‘Martinator’, entra nella storia del motociclismo spodestando Pecco Bagnaia dal suo trono dopo una lunga ed emozionante battaglia.

Alle origini di futuro campione
Lo spagnolo aveva già sfiorato la vetta nel 2023 quando si dovette arrendere alla rimonta incredibile del piemontese, ma questa volta ‘Martinator’ è arrivato davanti a tutti sfruttando le sue doti naturali, combinando spensieratezza e sorriso con una guizzo di saggezza maturata grazie all’esperienza e alla fame, l’umiltà e il sacrificio di chi proviene dal basso. Fin da bambino, Jorge venne presto notato per il suo palpabile talento nel guidare le minimoto, ma le condizioni economiche dei suoi genitori non sembravano assecondare i suoi sogni. “Non ricordo di aver mai fatto con i miei vacanze fuori dalla Spagna”, svelò mesi fa in un’intervista nella quale descriveva le difficoltà in cui versava la sua famiglia.

Gli inizi e le difficoltà economiche
Il padre lavorava in un’industria finanziaria, la mamma invece vendeva cucine. Ma improvvisamente, un giorno, si ritrovarono tutti e due senza un impiego. Correva l’anno 2008, la crisi aveva colpito larga parte d’Europa e per quel piccolo asso dei motori sembrava già tutto perduto. Eppure, nel 2011, venne invitato a un evento di selezione della Red Bull MotoGP Rookies Cup, campionato ideato per giovani talenti con problemi economici. Comincia qui il suo percorso. Nel 2012 il debutto e nel 2015 l’approdo in Moto3. Firmò un contratto con Mapfre Team Mahindra così come un pilota italiano. Il suo nome era Pecco Bagnaia. Poco dopo, i due compagni di squadra diventarono inseparabili, non solo sul rettilineo.

La nascita di Martinator
Nel 2016 in Repubblica Ceca arrivò il primo podio, mentre la prima vittoria nel 2017, a Valencia. Il 2018 fu però l’anno della consacrazione. Con la sua Honda fu praticamente imbattibile: nonostante un polso malandato, lo spagnolo vinse il mondiale di categoria. Qui nacque il soprannome “Martinator”, dato che nemmeno l’infortunio riuscì a fermarlo. Approdò dunque in Moto2 dove restò un paio d’anni. Nel 2021 il definitivo passaggio in MotoGp, alla guida della Ducati Desmosedici del team Pramac Racing.

L’arrivo tra i grandi
Nel Gp di Doha ottenne la sua prima pole position nella massima serie, terminando la gara al terzo posto. Celebrò la sua prima annata tra i grandi con una vittoria al Gp Stiria, un terzo posto in Austria e un secondo a Valencia. Chiuse la stagione da rookie dell’anno. Nel 2022 fa mette a segno ben cinque pole position e sale quattro volte sul podio, senza però vincere una corsa, classificandosi ancor al nono posto. Il 2023 introdusse un grande cambiamento per la MotoGP: le Sprint Race ogni sabato, corsa che diventa la sua specialità portandone a casa 9 su 19. Si giocò il mondiale fino all’ultima gara a Valencia quando Bagnaia non gli lasciò scampo e lo spagnolo cadde anche in seguito a un contatto con Marquez.

L’anno giusto
Il 2024 è stato un anno differente. Meno cadute e più testa. E poi tanta accortezza senza perdere in aggressività e potenza, restando formidabile nella sprint, salendo quasi sempre sul podio, diventando abile calcolatore all’occorrenza. Bagnaia avrà sì ottenuto 11 vittorie, ma la differenza sostanziale sta proprio nella sprint: Pecco paga gli 8 zeri rispetto ai 4 del rivale. La vittoria finale premia un talento già conscio del suo destino, che non mollò tutto nel 2021 quando subì all’inizio della stagione a Portimao un incidente che gli lasciò conseguenze importanti, sia a livello fisico, come le fratture multiple, che emotivo. Lo spagnolo gode di grande tenacia, lo dimostrano anche i suoi numerosi tatuaggi, tra cui tanti animali a diversi slogan. “Faith” (fede) è uno di questi. E ne aveva parecchia anche all’inizio del 2024 quando ha cullato il sogno di approdare alla Ducati ufficiale.

E ora l’Aprilia
Il suo valore non è mai stato messo in discussione, ma quella chance non gli venne concessa: gli fu preferito Marc Marquez come partner di Bagnaia. Per queste ragioni in estate, metabolizzata la rottura con Ducati, ha sterzato decidendo di sedersi dal 2025 sull’Aprilia facendo coppia con Bezzecchi. ‘Martinator’ avrà un team a sua completa disposizione, pronto a seguire le sue direttive e a prendersi nuove rivincite. Perché ora la storia è cambiata. Non è più un semplice ragazzo che sfogliava le riviste di moto: lui è il campione da battere.