“Se il mio cognome incidesse sulla mia carriera sarebbe un dispiacere enorme. Cosa ci posso fare? Quello che conta è quello che faccio in campo. Ma devo dire che finora è stato così”. Il suo mondo è il calcio e non vuole pensare ad altro. Parola di Romano Benito Floriani Mussolini, figlio di Alessandra, che ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale racconta del peso di portare il cognome di famiglia sulle spalle della propria maglia e non solo.
“Il mio bisnonno Benito è stato un personaggio importantissimo per l’Italia, ma siamo nel 2024 e il mondo è cambiato”, dichiara il calciatore di proprietà della Lazio, ora in prestito alla Juve Stabia. Quindi si è soffermato anche sul binomio Lazio-Mussolini: “L’ho sentito dire, queste cose legate al mio cognome non mi interessano. Ci sarà sempre qualche pregiudizio, ma il mio lavoro non c’entra e a me non pesa”.
A proposito del giudizio delle persone dato il suo cognome, essendo un discendente del dittatore fascista: “Ho fatto la scuola inglese per evitarne una italiana dove avrei attirato più attenzione. In campo nulla, a parte qualche urlo dalle tribune a cui non do peso, così come i commenti sui social. Mia madre l’ha vissuta peggio. Da donna è più difficile. A lei è pesato di più, perché fa politica ed è molto esposta. Ma è da ammirare per come si difende”. Infine, sui consigli di mamma Alessandra: “Dice di fregarmene. La gente parlerà sempre, io sono per le sfide: se devo far chiudere la bocca a chi ha pregiudizi sul mio cognome, lo faccio”.