La decisione era nell’aria, ma ora c’è l’ufficialità: dopo Francia e Gran Bretagna, anche il presidente Usa Joe Biden ha autorizzato le forze armate ucraine a usare i sistemi missilistici a lungo raggio Atacms forniti da Washington per colpire all’interno della Russia. A riportarlo è il New York Times, citando alcuni funzionari dell’amministrazione secondo cui, in un primo momento, i missili Atacms potranno essere lanciati soltanto per combattere le truppe russe e nordcoreane nella regione di Kursk, il territorio oltreconfine invaso da Kiev lo scorso agosto e ora oggetto di una controffensiva. In seguito, però, Biden potrebbe dare l’ok a utilizzarli anche su obiettivi collocati altrove. Secondo l’agenzia di stampa internazioale Reuters, le forze ucraine prevedono di condurre i primi attacchi a lungo raggio già nei prossimi giorni.

La svolta nella strategia Usa arriva negli ultimi mesi di Biden da presidente, dopo la rielezione di Donald Trump e a due mesi dall’insediamento del tycoon alla Casa Bianca, in programma il 20 gennaio: Trump si è impegnato a limitare il sostegno americano all’Ucraina e a porre fine alla guerra il prima possibile. Secondo i funzionari citati dal New York Times, la decisione è stata presa in risposta alla scelta della Russia di coinvolgere le truppe nordcoreane nel conflitto: anche se la decisione non altererà l’esito della guerra – è il ragionamento – l’obiettivo è inviare un messaggio deterrente al regime di Pyongyang. Gli Atacms – Army tactical missile system – sono un sistema di missili guidati supersonici che possono essere caricati con munizioni a grappolo o testate convenzionali e raggiungono una gittata di circa 305 chilometri.

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