A Sulmona, per due volte, un bimbo delle scuole materne sarebbe stato lasciato senza pasto a mensa. Il primo episodio apparso sulle cronache è di lunedì scorso, all’istituto Don Antonio Di Nello. Il motivo? Il credito pari a zero sulla piattaforma di comunicazione e pagamento Ristocloud. La giunta comunale, con una nota, ha smentito di aver lasciato bimbi senza cibo, confermando tuttavia la morosità dei genitori nel pagamento del servizio.
Pochi giorni prima, riferisce Il Messaggero, lo stesso copione era andato in scena alla Collodi, ma con una nota stonata in più. Nell’altro caso, al bimbo era arrivato qualche boccone “di emergenza” rimediato con gli avanzi degli altri piatti. Alla Collodi neppure quello, con il bimbo lasciato a stomaco vuoto. L’episodio è del 6 novembre: la mamma è stata invitata telefonicamente a recarsi a scuola per riprendere il figlio, di 5 anni, prima che i compagni iniziassero il pranzo. Al “credito esaurito” non si scampa: il debito per la mensa ammonterebbe ad 8 euro.
Se si confrontano i due casi, cambia il gestore: in uno è la Coselp nell’altro la EP. Ma il committente per l’appalto è sempre il comune di Sulmona. Il sospetto, dunque, è che l’amministrazione locale abbia scelto di imporre il pugno duro. Ma dopo il caso alla scuola Di Nello, la forte eco mediatica aveva indotto il sindaco di centrosinistra Gianfranco Di Piero a più miti consigli, ordinando di modificare le impostazioni della piattaforma. È apparso subito evidente, infatti, il punto debole nel sistema di comunicazione Ristocloud. L’alert scattava dopo il quinto ticket non pagato, secondo Il Messaggero, ma il piatto veniva tolto prima: dopo il secondo pasto consumato senza il pagamento. Insomma, il bambino veniva lasciato a digiuno prima di avvisare i genitori del debito con la mensa. I casi di morosità tuttavia non sono rari. L’anno scorso il comune ha coperto con 11 mila euro i pasti non pagati dai genitori.