Dovevano presentare a BookCity Milano un libro che spiega, tra il resto, cosa sia la normalità nella nostra società e come le persone con disabilità spesso vengano escluse. Ma le barriere architettoniche del luogo previsto per l’appuntamento lo hanno impedito: non c’erano ascensori, pedane o scivoli. Off-limits per chi per spostarsi utilizza una carrozzina elettronica. Come la moderatrice dell’evento, che ha una disabilità motoria. L’episodio, definita “grottesco” dai protagonisti, è successo sabato 16 novembre durante la kermesse culturale internazionale organizzata nel capoluogo lombardo con il patrocinio del Comune.

Alla Fondazione Ambrosianeum presso la Rotonda dei Pellegrini, a due passi dal Duomo, era prevista la presentazione del nuovo libro di Fabrizio Acanfora L’errore. Storia anomala della normalità (edizioni Luiss University Press). “Ero emozionato e felice perché del libro ne avrei parlato con Valentina Tomirotti e Irene Facheris, ma il luogo non era accessibile per chi usa una carrozzina elettrica, c’erano una serie di gradini che rendevano impossibile l’ingresso. Abbiamo dovuto cancellare la presentazione, con grande dispiacere per tutte le persone – tante – che erano venute per partecipare all’evento”. Tomirotti, che doveva fare da moderatrice, è una blogger e un’attivista dei diritti delle persone con disabilità, oltre ad essere stata testimonial nazionale del progetto antidiscriminazione Boudoir Disability. “Quanto è successo è molto grave e inaccettabile”, attacca. “Organizzare un evento pubblico in uno spazio inaccessibile è già di per sé una discriminazione. Ma farlo per presentare un libro che denuncia proprio i meccanismi di esclusione della ‘normalità’ è un paradosso crudele, uno schiaffo a tutte le persone con disabilità”. Il Comitato organizzatore dell’evento sottolinea che “BookCity Milano è una manifestazione molto complessa e articolata che conta più di 1.600 eventi in più di 300 sedi” e ammette: “Purtroppo, quello che è successo è un grave errore, di cui ci scusiamo, e ci assumiamo l’impegno perché, con la collaborazione di tutti, non si verifichino mai più situazioni simili”.

Acanfora, contattato da ilfattoquotidiano.it, commenta: “Ci scontriamo con l’abilismo strutturale nella nostra società”. “La decisione di annullare tutto”, aggiunge l’autore, che è una persona autistica, scrittore, attivista e musicista e insegna al master in Musicoterapia dell’Università di Barcellona e al master in tutor accademico specializzato in didattica musicale inclusiva dell’Università LUMSA di Roma, “ci è sembrata in realtà ovvia, non era pensabile fare la presentazione del mio libro in un luogo al quale Valentina non poteva accedere. Abbiamo deciso insieme, con lei ed Irene, che sarebbe stato poco coerente con le nostre convinzioni e anche con l’argomento di cui volevamo parlare se avessimo fatto finta di niente senza Valentina”. Il pubblico, arrivato per assistere alla manifestazione culturale, ha appoggiato la decisione di annullare l’incontro come forma di protesta. “Sono usciti tutti fuori, al freddo, almeno abbiamo utilizzato quel momento per parlare, confrontarci, condividere idee. Viviamo dentro un sistema che non prevede che esistano determinate persone”, afferma Acanfora, “siamo in un mondo che non contempla la possibilità che persone con disabilità possano partecipare alla presentazione di un libro in occasione di un evento così rilevante”.

Spesso si considera l’abilismo come la discriminazione delle persone disabili, eppure la questione è ben più complessa. “L’abilismo in realtà è un vero e proprio sistema culturale e sociale”, dice il docente universitario ed esperto di didattica musicale inclusiva, “che privilegia la persona non disabilitata come norma ideale, organizzando credenze, comportamenti e ambienti attorno a questa norma e marginalizzando chiunque si discosti da essa. Non è solo discriminazione, ma un modello strutturale che definisce ciò che è “normale” e “valido”, plasmando istituzioni, spazi e relazioni in modo escludente verso chi non rientra negli standard”. Sul posto sabato c’era il Direttore Operativo della manifestazione Paolo Antonini, che si è scusato per il grave disagio arrecato. “Mi scuso per quello che è accaduto con tutti quanti”, ha detto il responsabile della logistica, “è orribile e paradossale ma da un certo punto di vista è anche una cosa meravigliosa perché per me è un apprendimento indelebile”. E ha continuato: “Non sto neanche qui a spiegare che cosa sia successo, è stata una evidente leggerezza, nessun dolo, che forse è peggio. Voglio chiedere scusa in particolare a Tomirotti, ma oggi ho appreso un importante insegnamento professionale”. Un “insegnamento” pagato da relatori e pubblico.

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