“Droga della risata”, gli effetti e tutti i rischi dell’ossido di azoto (se usato impropriamente)
Pericoloso se usato impropriamente. Due medici canadesi, e
David N. Juurlink sul Canadian Medical association jornual, hanno recentemente rinnovato
l’allarme sui rischi legati all’uso di ossido di azoto (o protossido di azoto) a scopo ricreativo, un fenomeno che sta prendendo piede soprattutto tra i giovani, anche in Europa.
E che a Lecce ha portato alla morte un 26enne nel giorno del suo compleanno.
La sostanza – L’ossido di azoto, noto come gas esilarante, può sembrare innocuo per il suo nome, ma i pericoli associati al suo utilizzo sono tutt’altro che divertenti. Oltre ai rischi immediati legati alle modalità di assunzione e agli effetti a breve termine, un uso prolungato può portare a gravi carenze di vitamina B12, con conseguenze neurologiche significative. Questo gas, la cui formula chimica è N2O, viene anche chiamato protossido di azoto. Sebbene sia impiegato ancora oggi come analgesico e anestetico in ambito clinico, in particolare per procedure odontoiatriche e pediatriche, il suo utilizzo è considerato sicuro solo se somministrato da personale medico qualificato. La somministrazione avviene per via inalatoria, con un’azione rapida e un’eliminazione altrettanto veloce dal corpo, generalmente nel giro di pochi minuti.
Gli effetti – L’ossido di azoto deprime il sistema nervoso centrale e, a basse concentrazioni, può causare effetti collaterali come vertigini, nausea e mal di testa. Tuttavia, inalato a concentrazioni troppo elevate, il gas diventa pericoloso: può provocare perdita di coscienza, depressione respiratoria, asfissia, cali di pressione, aritmie e persino arresto cardiaco. Le sue proprietà psicoattive sono alla base del nome “gas esilarante”, poiché a determinate dosi induce euforia e stati dissociativi, caratterizzati da alterazioni sensoriali e una riduzione dell’ansia. Questi effetti lo hanno reso una droga da sballo fin dal Settecento e, come sottolineato nel più recente report dell’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (Emcdda), ne evidenziano il ritorno in auge tra le giovani generazioni.
I rischi – I rischi dell’uso improprio del protossido di azoto sono molteplici. L’inalazione diretta da bombolette, ad esempio, può causare ustioni da gelo alle vie respiratorie e ai polmoni. Oltre ai danni immediati legati alle proprietà del gas, un uso cronico comporta rischi significativi. La carenza di vitamina B12, provocata dall’ossidazione irreversibile del complesso vitaminico, può portare a disturbi neurologici gravi. Secondo l’Emcdda, l’uso regolare e intenso del gas può indurre neurotossicità, con sintomi quali parestesie (formicolii e sensazione di punture di spillo) e intorpidimento degli arti. Questi segnali indicano un danno ai nervi sensoriali, che può estendersi fino a colpire i nervi motori, provocando debolezza muscolare, difficoltà di equilibrio e deambulazione. Nei casi più gravi, le lesioni possono compromettere il sistema nervoso centrale, portando all’incapacità di camminare. Sebbene il trattamento possa invertire parzialmente il danno se diagnosticato in tempo, la letteratura medica documenta anche casi di paralisi permanenti.
Il report dell’agenzia europea – Già nel novembre 2022, l’Emcdda aveva descritto l’uso ricreativo della sostanza come una “
preoccupazione crescente per l’Europa”. Recentemente, la dipendenza da questo gas ha portato un giocatore della Premier League a entrare in riabilitazione, ma anche la
morte di un ragazzo di 26 anni ad Alesso in provincia di Lecce. Il protossido di azoto ha molteplici applicazioni legittime in ambito medico, industriale e scientifico. Tuttavia, la sua diffusione come droga ricreativa è aumentata notevolmente nell’ultimo decennio.
Paesi come Danimarca, Francia e Paesi Bassi hanno riportato un’impennata nei casi di avvelenamento, come riporta skytg24: in Danimarca i casi sono passati da 16 nel 2015 a 73 nel 2021, in Francia da 10 nel 2017 a 134 nel 2020 e nei Paesi Bassi da 13 nel 2015 a 144 nel 2020. Secondo il report dell’Emcdda, la crescente popolarità del gas esilarante è dovuta a vari fattori: la sua facile reperibilità, il basso costo, gli effetti di breve durata e la percezione diffusa che sia una sostanza relativamente sicura. Piccole cartucce da 8 grammi, solitamente usate per gli aerosol , sono facilmente acquistabili in supermercati, minimarket e online. Inoltre, l’offerta si è ampliata con bombole più grandi da 15 kg, rendendo l’uso del gas ancora più economico e incentivando un consumo più frequente e pesante. I social media hanno avuto un ruolo significativo nella pubblicità e nella vendita del gas, con una catena di approvvigionamento sempre più redditizia che spesso lo promuove come prodotto ricreativo mascherato da uso culinario. Tuttavia, l’aumento della disponibilità e del consumo ha portato a una crescita dei casi di intossicazione e dei danni associati.
La tossicologa – “Nei casi più gravi può causare ipossia e inibizione della trasmissione degli impulsi nervosi al livello dei centri che controllano la respirazione e il cuore, ma anche la formazione di emboli” spiega all’Ansa Cristina Cadoni, tossicologa dell’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche. “Ma gli effetti dipendono anche dall’individuo, dalla concentrazione del gas – aggiunge la ricercatrice – e dall’eventuale assunzione in combinazione con altre sostanze, come l’alcol”. Il protossido di azoto è usato a tutt’oggi in medicina come anestetico, ma sempre in combinazione con altre sostanze e con l’ossigeno, poiché il gas esilarante diminuisce la disponibilità di ossigeno per l’organismo. Possono, infatti, essere sufficienti una serie di inalazioni senza apporto di aria fresca tra l’una e l’altra, per provocare perdita improvvisa di coscienza e asfissia. “Il protossido di azoto è un gas che non si distribuisce nei tessuti umani e che è insolubile nel sangue – specifica Cadoni – dunque si accumula nelle cavità del corpo, come i polmoni”.
Il gas esilarante utilizzato per scopi ricreativi viene inalato a grandi boccate da dei palloncini riempiti con questo gas. I suoi effetti, che comprendono allegria ed euforia, ma anche insensibilità, annebbiamento della coscienza e leggere allucinazioni, sono immediati e la loro durata è molto breve, e questo porta il consumatore a ripetere le inalazioni nel tentativo di prolungare l’esperienza. Un consumo regolare e prolungato nel tempo, tuttavia, può provocare seri problemi, come racconta la ricercatrice dell’In-Cnr: dalle neuropatie, caratterizzate da danni a carico dei nervi del sistema nervoso periferico che causano debolezza muscolare, problemi di equilibrio e a camminare, alla parestesia, cioè un’alterata percezione degli stimoli sensoriali, fino ad alterazioni delle funzioni cognitive. “Questi effetti si devono al fatto che il protossido di azoto – afferma Cadoni – interferisce con i recettori del glutammato, che è un neurotrasmettitore essenziale per la trasmissione dei segnali, che sono ubiquitari in tutto il sistema nervoso. Si sa, inoltre, che inattiva la vitamina B12”, che è coinvolta in molti processi fondamentali per l’organismo, come la sintesi di Dna e Rna o la produzione di globuli rossi.