La mamma chiede ad un certo punto alla figlia: “Tu lo sapevi? Dimmi la verità, l’hai buttato tu?”. La ragazza prova a sdrammatizzare, ma la madre insiste: “Dimmi tutto per l’amor del cielo. Chi è ’sto bambino? Chiara c’entri tu? Ma stai scherzando? Ma cosa hai fatto? Chiara andiamo in galera”. All’ammissione della giovane a rispondere è il padre: “Ma come facevi che non avevi nemmeno la pancia? Quel sangue che ho trovato mercoledì era tuo. Ma non avevi la pancia, non ci credo”. Sempre l’uomo arriva a dire alla figlia: “Tu stai coprendo qualcuno”, ma Chiara ribatte che “mi sto prendendo le mie responsabilità”, aggiungendo: “Non l’ho ucciso. È nato, era…cioè non sapevo cosa fare”.
La ragazza è accusata di duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere. Per il primo neonato trovato, il 9 agosto, e per la morte del secondo bambino i cui resti sono stati trovati una settimana dopo e partorito un anno fa. Gravidanza e parto ammessi solo dopo che i carabinieri avevano ritrovato i resti. L’indagata, in uno dei tre interrogatori, aveva sostenuto che il piccolo, per cui si era indotta il parto il 7 agosto, era nato morto. Ma le sue dichiarazioni sono state smentite dall’autopsia: il piccolo è nato vivo e ha respirato. Non si ancora se il colpo rilevato sulla testa possa essere stato volontario o frutto di una caduta o delle manovre per seppellirlo.
Un mese fa il Riesame di Bologna aveva disposto il carcere per l’indagata che è a attualmente ai domiciliari. I giudici hanno disposto la custodia in carcere per l’omicidio del 7 agosto 2024 e per le soppressioni dei due cadaveri, cioè anche per il neonato partorito il 12 maggio 2023. L’esecuzione della misura è però sospesa fino alla definitività della decisione: bisognerà attendere i motivi e l’eventuale ricorso in Cassazione.
Secondo i pm Chiara Petrolini aveva un “disegno”. Tra gli elementi – oltre al fatto di non essersi mai fatta visitare e aver nascosto a tutti le gravidanze, le ricerche sul web anche su come indurre un aborto. Voleva “sopprimere la vita che cresceva dentro di lei” la convinzione degli inquirenti. A motivare la decisione della procura era stato lo stesso procuratore Roberto D’Avino con una nota ripercorrendo la vicenda e tirando in ballo anche il ruolo dei genitori. Nessun familiare si era accorto che la giovane aveva portato avanti ben de gravidanze. Per due volte la procura di Parma aveva chiesto l’arresto in carcere per Chiara Petrolini, la 22enne accusata di omicidio premeditato nell’ambito dell’inchiesta sul ritrovamento del cadavere e dei resti di due neonati, ma la prima volta il gip aveva respinto e la seconda aveva disposto gli arresti domiciliari.