Dopo il diniego iniziale l’Argentina di Javier Milei ha deciso di sottoscrivere il documento di adesione all’Alleanza globale contro la fame proposta dalla presidenza brasiliana del G20. Nel documento Buenos Aires chiarisce tuttavia che l’adesione all’Alleanza “non implicherà l’adozione di programmi e politiche specifiche” e che seguirà “un approccio guidato dal mercato”. Inizialmente sembrava che l’Argentina sarebbe stata l’unica nazione del G20 a non aderire all’iniziativa a cui hanno già deciso di partecipare ottanta Paesi e 60 organizzazioni.
L’Argentina continua a mettersi di traverso sulle iniziative della presidenza brasiliana. Il presidente Javier Milei che ora appare essere una sorta di portavoce dell’agenda internazionale del sovranismo al tavolo del G20, è pronto a sostenere bandiere come la lotta al globalismo e alle organizzazioni multilaterali. Contrario in pratica alle principali iniziative dell’agenda del presidente Luiz Inacio Lula da Silva.
L’Alleanza globale contro la fame e la povertà è stata costituita lo scorso luglio. “Il mondo produce cibo più che a sufficienza per sradicare la fame, quello che manca è creare le condizioni per l’accesso al cibo, mentre la spesa per gli armamenti è aumentata del 7% nell’ultimo anno, raggiungendo i 2,4 trilioni di dollari. Invertire questa logica è un imperativo morale di giustizia sociale ed è essenziale per lo sviluppo sostenibile che cerchiamo”, ha detto Lula all’atto della costituzione.
Nel primo anno di governo di Milei, il tasso di povertà in Argentina ha raggiunto ormai il 53%, un aumento di oltre 10 punti percentuali, che significa oltre di 5 milioni di persone scivolate in uno stato di indigenza. Il presidente argentino sta implementando una terapia choc al paese nel tentativo di ridurre l’elevatissima inflazione. Risultati in tal senso ci sono stati, com’era piuttosto prevedibile affossando la domanda. Resta da capire a quale costo siano stati ottenuti e quando il paese potrà reggere a queste politiche economiche di stampo iper liberista.