Il dolore della madre: “Mi diceva: ‘Quando vedo qualcuno parcheggiare una macchina nuova di zecca fuori dalla clinica e rifiutarsi di pagare per aiutare il proprio animale, mentre persone in difficoltà economiche farebbero qualsiasi cosa per salvarli, ma arrivano troppo tardi, mi sento devastato’”
“Non posso fare nulla per chi arriva troppo tardi”. E’ racchiuso in queste parole tutto il senso di frustrazione e impotenza che ha spinto il dottor John Ellis, veterinario inglese 35enne, a porre fine alla sua vita con un farmaco usato per l’eutanasia degli animali. Alla base della sua decisione, come emerso durante l’inchiesta, ci sono infatti proprio il profondo disagio per le eutanasie non necessarie richieste da clienti facoltosi e il dolore per i proprietari in difficoltà economiche, spesso costretti a cercare aiuto troppo tardi per salvare i loro animali. “Era distrutto da tutto questo”, ha raccontato la madre Tina Ellis.
Al Daily Mail, la donna ha spiegato infatti che il figlio trovava insopportabile il contrasto tra i diversi atteggiamenti dei clienti: “Mi diceva: ‘Quando vedo qualcuno parcheggiare una macchina nuova di zecca fuori dalla clinica e rifiutarsi di pagare per aiutare il proprio animale, mentre persone in difficoltà economiche farebbero qualsiasi cosa per salvarli, ma arrivano troppo tardi, mi sento devastato’”. Secondo la madre, questa dinamica di stress emotivo per dover praticare l’eutanasia ad alcuni animali per mancanza di risorse economiche dei proprietari, mentre i clienti più facoltosi gli chiedevano di sopprimere i loro animali senza un reale motivo, lo logorava giorno dopo giorno: “Il senso di impotenza e il dolore per la morte degli animali era distruttivo per lui”.
Ellis lavorava presso la clinica Anderson Moores Veterinary Specialists vicino a Winchester: spesso dormiva in macchina durante i turni di reperibilità per essere più vicino alla clinica in caso di emergenza e sacrificava tutto il suo tempo libero per dedicarsi agli animali. A peggiorare il quadro c’era una crisi personale: da due anni aveva una relazione segreta con un uomo, Ryan Hunt, pur essendo impegnato in una relazione di lunga durata con il radiografo Ashley James. Quest’ultimo ha scoperto l’infedeltà solo dopo la morte di Ellis.
Poco prima del suicidio, Ellis ha ingannato una collega per ottenere il farmaco letale, dicendo di dover fare l’eutanasia ad un cane di grossa taglia per conto di un amico. Quindi ha contattato sia James che Hunt. Al primo ha detto: “Ho fatto qualcosa di stupido. Ti amo“; mentre all’altro invece: “Non ti farò più del male”. Quando la polizia è arrivata sul posto, allertata dai due uomini, Ellis è stato trovato nel bagno, privo di sensi. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Winchester, è stato dichiarato morto nelle prime ore del 7 novembre.
Il padre di Ellis, Robert, ha paragonato la facilità con cui il figlio ha ottenuto il farmaco a dargli “una pistola carica”. L’inchiesta condotta sul caso ha evidenziato la mancanza di controlli adeguati sull’accesso ai farmaci letali da parte dei veterinari: “Veterinari come Ellis possono accedere facilmente a farmaci potenzialmente letali senza che vi siano adeguati controlli”, ha dichiarato al Mail il coroner che ha seguito il caso. “Ellis ha inventato una scusa credibile per ottenere il farmaco e ha lasciato la clinica senza essere accompagnato o sottoposto a verifiche”.
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