Ambiente & Veleni

Piedi nudi e niente sedie: per stare meglio viviamo (un po’) come i nostri antenati

Ritornare allo stile di vita originario, quello che ci ha fatto compagnia “per centinaia di migliaia di anni e con il quale ci siamo evoluti”. Uno stile di vita più salubre che consentiva ai nostri antenati di morire non certo ad un’età più elevata della nostra – tra incidenti, agguati di animali e traumi vari – ma che non però contemplava le epidemie attuali di depressione, di diabete, le sindromi metaboliche, le malattie autoimmuni e tante altre patologie che ci fanno morire più tardi, ma in peggiori condizioni di salute. A tracciare un quadro di come si potrebbero riprendere alcuni degli stili di vita dei nostri antenati, per vivere meglio e più aderenti alla natura, è Ivana Arena, ostetrica, formatrice, divulgatrice, autrice del libro “Riscoprire lo stile di vita originario” (Terra Nuova editore).

Perché il nostro stile di vita, spiega Arena, è quanto mai lontano da quanto ci servirebbe: ritmi affannati, frenetici, stress cronico, pochi spazi per rilassamento e gioco, luci artificiali, insufficiente esposizione al sole. Per garantire salute, anzitutto, è fondamentale ciò che accade nei primi mesi di vita: poter avere un parto vaginale, che consente di essere colonizzati alla nascita dal microbioma materno; ricevere un latte specie-specifico, ovvero quello materno; avere una certa alimentazione dallo svezzamento; vivere in un ambiente senza troppi inquinanti ma anche in un ambiente non troppo sterile, per far reagire il sistema immunitario. Ancora: ricevere una adeguata stimolazione tattile e, ovviamente, sentirsi al sicuro e amati.

Freddo, squat, niente indumenti stretti e letto presto – Quando si cresce, resta fondamentale avere una alimentazione ricca di nutrienti e vitamine, cibo fresco, possibilmente incontaminato, cibi a basso contenuto di zuccheri, acqua pura. Ed è indispensabile praticare movimento, costante, a tratti intenso, alternato a periodi di riposo, con attività di tipo anaerobico, sollevamento pesi, arrampicata. Fondamentale anche una socializzazione intensa, ad alto contatto, con – se possibile – una sessualità libera e tempo per le relazioni.

Nel libro ci sono numerose pratiche suggerite dall’esperta: ad esempio esporsi al freddo, anche con qualche doccia a temperatura bassa, camminare quando più possibile a piedi nudi; passare del tempo nel cosiddetto “asian squat” per la mobilità delle articolazioni, preferire le scale agli ascensori, ritagliarsi 15/20 minuti al giorno per fare yoga, ballare anche da soli, in casa; imitare i movimenti degli animali (animal flow), fare cinque minuti di ginnastica oculare, immergersi nella natura quando possibile, evitare luci artificiali la notte, cercare di svegliarsi naturalmente senza sveglia, magari andando a letto prima, entro le 22. L’autrice suggerisce di evitare quanto più possibile le sedie ma anche il water seduti che, pur apparendo una grande conquista della civiltà, favorisce diverticolite, emorroidi e stipsi (la postura accovacciata della toilette turca sarebbe l’ideale). Qualche consiglio anche per le donne: meglio evitare pantaloni, collant, mutande troppo strette, per evitare candidosi e prendersi cura del perineo. Lo stesso vale per il reggiseno: sarebbe meglio non usarlo, oppure scegliere una taglia comoda e mai di notte. Quanto ai rapporti sessuali, anche quando la spinta erotica cala, “si può prendere del tempo per sdraiarsi vicini, meglio senza vestiti, anche per rilassarsi, per favorire la produzione di ossitocina e abbassare gli ormoni dello stress; o anche abbracciarsi a lungo, anche da vestiti. In generale, abbiamo tutti maggiormente bisogno di contatto fisico, abbracci, sesso, coccole, carezze, massaggi, cura del corpo.

Obiettivo? Mantenere lo stato di salute originario – Più specificamente, l’autrice si concentra sull’alimentazione. Cibi poco raffinati, a basso indice glicemico, di stagione e a chilometro zero, senza eccedere con i carboidrati (low carb). Certo, rispetto al nutrirsi di animali si pone un problema etico, ma si può acquistare più possibile carne e uova da allevamenti dove si rispetto la fisiologia degli animali e pesce pescato a chilometro zero o quasi. Meglio ridurre anche latticini, prediligendo quelli provenienti da allevamenti di animali al pascolo. Qualche esempio di menu giornaliero? Colazione a base di uova, frutta a guscio, frutta fresca, verdura, avanzi della cena; in generale, meglio stare alla larga da cose dolci, optando per frutta intera, spremute, e un trucco: bere un bicchiere d’acqua con un cucchiaio d’aceto qualche minuto prima di mangiare un dolce, ma anche fare movimento fisico entro settanta minuti dal pasto in cui avete consumato un eccesso di carboidrati e zuccheri. Anche “vestire i carboidrati”, cioè abbinarli a proteine e grassi diminuirà l’impatto glicemico”. Fondamentale anche masticare lentamente e iniziare il pasto con fibre, tenendo per ultimi di carboidrati.

Insomma, la medicina del futuro dovrebbe essere fatta soprattutto di “prevenzione, quella vera, basata sugli stili di vita e sul potenziamento delle competenze”. Secondo Arena, l’obiettivo è quello di mantenere intatto il potenziale “primale” di salute di ognuno di noi: e questo è un compito che spetta soprattutto ai genitori, con il giusto sostegno e le giuste informazioni: l’autrice non si stanca di ripetere come i primi mille giorni di vita (a partire dal concepimento) siano una fase particolarmente importante.

Infine, il libro sottolinea l’importanza di pochi minuti di rilassamento, respirazione e meditazione al giorno, per prendere distanza in modo sano dai nostri stati emotivi, sia dolorosi come quelli di intensa felicità, per avere maggiore chiarezza “e vedere al meglio la figura che stiamo creando vivendo. […] Godersi il presente, senza paura, può essere la chiave per ritrovare la consapevolezza e le potenzialità con cui tutti veniamo al mondo e, finalmente, vivere”.