Ora che sembrava morto, riecco il centrosinistra. La coalizione dei partiti di opposizione – tutti insieme, anche se non con tutti i simboli visibili – trionfa in Emilia-Romagna (e questo era prevedibile) e si riprende l’Umbria, dove la partita era più aperta. Il campo largo vince con due sindaci: quello di Ravenna, Michele De Pascale, 39 anni, uomo del Pd; quella di Assisi, Stefania Proietti, una manager e docente universitaria, una “civica” insomma. È la dimostrazione che “uniti si vince”, commenta la segretaria del Pd Elly Schlein. Esultano Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, ma anche Matteo Renzi, che fa pesare agli alleati la sua esclusione dalla coalizione in Liguria, unica Regione – delle tre al voto in questa tornata – in cui il campo largo è uscito sconfitto: “Il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi”. Come noto, però, né in Emilia né in Umbria il simbolo di Italia viva compariva sulle schede. In più va detto che, sotto il profilo delle percentuali, in elezioni amministrative come queste la grandissima parte dello sforzo ancora una volta lo fa il Pd: i vertici del partito definiscono le percentuali in Emilia Romagna e in Umbria “straordinarie” (rispettivamente sopra al 40 e sopra al 30), anche se poi bisognerà fare un po’ di calcoli e ricalcoli con i voti assoluti, visto il tonfo dell’affluenza che conferma la tendenza alla disaffezione degli elettori nelle ultime tornate.
Di certo non sta meglio il centrodestra. Non solo non tocca palla in Emilia Romagna (e l’astensionismo potrebbe nascere anche da qui), ma perde senza troppo combattere una Regione – quella del Centro Italia – che finora governava, con la leghista Donatella Tesei. L’unico leader dei partiti di governo a poter pensare positivo è Antonio Tajani che sottolinea come Forza Italia raddoppi i consensi in entrambe le Regioni. Non ha nemmeno questa magra consolazione Matteo Salvini che vede sprofondare la Lega dai numeri stellari del 2020 a quelli miseri usciti dagli scrutini di oggi (poco sopra al 5). La luce rossa si accende perfino dentro Fratelli d’Italia. Spiega il direttore di Youtrend Lorenzo Pregliasco che il partito di Giorgia Meloni “cala rispetto a europee e politiche, pur essendo superiore rispetto alle ultime Regionali, quando ancora non c’era stato l’exploit meloniano”. Anche per questo, anche per archiviare il prima possibile la pratica, per non dare eccessivo peso alla giornata elettorale, la presidente del Consiglio si congratula con i due nuovi governatori ben prima della fine dello spoglio.
Emilia-Romagna
Il campo larghissimo ha trionfato con il traino del Pd. Il partito principale è andato a valanga cannibalizzando la coalizione e prendendo il 43%, più di tutto il centrodestra messo insieme. Un risultato che si farà sentire nei futuri equilibri politici della Regione, visto anche il fatto che Alleanza Verdi Sinistra non è esplosa (5%) e il M5s è rimasto poco sopra il 3. De Pascale prenderà il posto di Stefano Bonaccini, che aveva sostenuto all’ultimo congresso. Circostanza che però non ha ostacolato la sua candidatura da parte di Schlein.
Il nuovo governatore ha vinto in tutte le province ad eccezione di Piacenza. Con un divario particolarmente marcato nei grandi centri: a Bologna, città che è stata al centro delle polemiche per gli scontri delle settimane scorse con le presenze nere di CasaPound, il centrosinistra ha più che doppiato il centrodestra, che negli ultimi giorni aveva invitato gli elettori a votare contro il sindaco Matteo Lepore. Ancora più netto il risultato di Modena, dove de Pascale ha vinto addirittura con il 66% contro il 31% di Ugolini. Ravenna, la città che de Pascale ha governato come sindaco negli ultimi otto anni lo ha premiato con il 58%. Anche il presunto “effetto alluvione” auspicato dal centrodestra, con le critiche per la mancanza di pianificazione e di manutenzione dell’era Bonaccini non c’è stato: nelle due province più colpite nei mesi scorsi dal maltempo, come il Bolognese e il Ravennate, il centrosinistra vince senza problemi. In particolare a Bagnacavallo e a Faenza, nel Ravennate, colpite anche dall’alluvione del maggio 2023, così come a Pianoro, nel Bolognese ha raggiunto quota 60%. Ugolini ha vinto a Traversara, nel Comune di Bagnacavallo, uno dei luoghi simbolo dell’alluvione, perché colpita più volte.
Umbria
In Umbria si parla già di una vittoria fondata sul “modello Perugia”, la città capoluogo riconquistata dopo due mandati di amministrazione a guida centrodestra con una sindaca civica e fino a quel momento sconosciuta alla politica, Vittoria Ferdinandi, voluta con forza da Schlein. E non a caso è stato proprio tenendo lei per mano che Proietti è scesa nella sede del suo comitato elettorale. Entrambe candidate civiche e alla guida di un campo più che largo nel quale convivono diverse anime, dal Pd ai Cinque stelle ai civici.
Il centrodestra invece ha messo in fila la terza sconfitta: aveva perso Perugia, guidata per dieci anni dal giovane forzista Andrea Romizi, e aveva perso pure Terni al ballottaggio contro Stefano Bandecchi, leader di Alternativa Popolare. Quel Bandecchi recentemente entrato a far parte dello stesso centrodestra con un accordo nazionale. Il sindaco di Terni si era candidato a essere “lo Scajola dell’Umbria”, richiamando il ruolo avuto dall’ex ministro nella vittoria di Marco Bucci in Liguria. Così invece non è stato. I dati dell’affluenza alle urne dicono che a Terni si è votato meno che a Perugia, la città di Ferdinandi. In provincia di Terni Alternativa popolare ha superato il 7%, l’11 nel capoluogo – affermandosi come il secondo partito della coalizione – ma è rimasta sotto l’uno in quella di Perugia. Insomma, complessivamente, Bandecchi per la Tesei non è riuscito a essere lo “Scajola dell’Umbria”. Il centrosinistra ha invece ritrovato entusiasmo con l'”effetto Perugia”: nonostante il calo del Movimento 5 stelle, ora sotto al 5% contro il 7,41 di cinque anni fa, la coalizione è stata trainata dal Pd che ha superato il 31%. E proprio a Perugia Proietti è stata particolarmente premiata dagli elettori superando il 54%, con Tesei ferma intorno al 43.
Politica
Regionali, la doppietta in Emilia-Romagna e Umbria risolleva il centrosinistra. Delusione a destra: crolla la Lega, si salva solo Forza Italia
Ora che sembrava morto, riecco il centrosinistra. La coalizione dei partiti di opposizione – tutti insieme, anche se non con tutti i simboli visibili – trionfa in Emilia-Romagna (e questo era prevedibile) e si riprende l’Umbria, dove la partita era più aperta. Il campo largo vince con due sindaci: quello di Ravenna, Michele De Pascale, 39 anni, uomo del Pd; quella di Assisi, Stefania Proietti, una manager e docente universitaria, una “civica” insomma. È la dimostrazione che “uniti si vince”, commenta la segretaria del Pd Elly Schlein. Esultano Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, ma anche Matteo Renzi, che fa pesare agli alleati la sua esclusione dalla coalizione in Liguria, unica Regione – delle tre al voto in questa tornata – in cui il campo largo è uscito sconfitto: “Il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi”. Come noto, però, né in Emilia né in Umbria il simbolo di Italia viva compariva sulle schede. In più va detto che, sotto il profilo delle percentuali, in elezioni amministrative come queste la grandissima parte dello sforzo ancora una volta lo fa il Pd: i vertici del partito definiscono le percentuali in Emilia Romagna e in Umbria “straordinarie” (rispettivamente sopra al 40 e sopra al 30), anche se poi bisognerà fare un po’ di calcoli e ricalcoli con i voti assoluti, visto il tonfo dell’affluenza che conferma la tendenza alla disaffezione degli elettori nelle ultime tornate.
Di certo non sta meglio il centrodestra. Non solo non tocca palla in Emilia Romagna (e l’astensionismo potrebbe nascere anche da qui), ma perde senza troppo combattere una Regione – quella del Centro Italia – che finora governava, con la leghista Donatella Tesei. L’unico leader dei partiti di governo a poter pensare positivo è Antonio Tajani che sottolinea come Forza Italia raddoppi i consensi in entrambe le Regioni. Non ha nemmeno questa magra consolazione Matteo Salvini che vede sprofondare la Lega dai numeri stellari del 2020 a quelli miseri usciti dagli scrutini di oggi (poco sopra al 5). La luce rossa si accende perfino dentro Fratelli d’Italia. Spiega il direttore di Youtrend Lorenzo Pregliasco che il partito di Giorgia Meloni “cala rispetto a europee e politiche, pur essendo superiore rispetto alle ultime Regionali, quando ancora non c’era stato l’exploit meloniano”. Anche per questo, anche per archiviare il prima possibile la pratica, per non dare eccessivo peso alla giornata elettorale, la presidente del Consiglio si congratula con i due nuovi governatori ben prima della fine dello spoglio.
Emilia-Romagna
Il campo larghissimo ha trionfato con il traino del Pd. Il partito principale è andato a valanga cannibalizzando la coalizione e prendendo il 43%, più di tutto il centrodestra messo insieme. Un risultato che si farà sentire nei futuri equilibri politici della Regione, visto anche il fatto che Alleanza Verdi Sinistra non è esplosa (5%) e il M5s è rimasto poco sopra il 3. De Pascale prenderà il posto di Stefano Bonaccini, che aveva sostenuto all’ultimo congresso. Circostanza che però non ha ostacolato la sua candidatura da parte di Schlein.
Il nuovo governatore ha vinto in tutte le province ad eccezione di Piacenza. Con un divario particolarmente marcato nei grandi centri: a Bologna, città che è stata al centro delle polemiche per gli scontri delle settimane scorse con le presenze nere di CasaPound, il centrosinistra ha più che doppiato il centrodestra, che negli ultimi giorni aveva invitato gli elettori a votare contro il sindaco Matteo Lepore. Ancora più netto il risultato di Modena, dove de Pascale ha vinto addirittura con il 66% contro il 31% di Ugolini. Ravenna, la città che de Pascale ha governato come sindaco negli ultimi otto anni lo ha premiato con il 58%. Anche il presunto “effetto alluvione” auspicato dal centrodestra, con le critiche per la mancanza di pianificazione e di manutenzione dell’era Bonaccini non c’è stato: nelle due province più colpite nei mesi scorsi dal maltempo, come il Bolognese e il Ravennate, il centrosinistra vince senza problemi. In particolare a Bagnacavallo e a Faenza, nel Ravennate, colpite anche dall’alluvione del maggio 2023, così come a Pianoro, nel Bolognese ha raggiunto quota 60%. Ugolini ha vinto a Traversara, nel Comune di Bagnacavallo, uno dei luoghi simbolo dell’alluvione, perché colpita più volte.
Umbria
In Umbria si parla già di una vittoria fondata sul “modello Perugia”, la città capoluogo riconquistata dopo due mandati di amministrazione a guida centrodestra con una sindaca civica e fino a quel momento sconosciuta alla politica, Vittoria Ferdinandi, voluta con forza da Schlein. E non a caso è stato proprio tenendo lei per mano che Proietti è scesa nella sede del suo comitato elettorale. Entrambe candidate civiche e alla guida di un campo più che largo nel quale convivono diverse anime, dal Pd ai Cinque stelle ai civici.
Il centrodestra invece ha messo in fila la terza sconfitta: aveva perso Perugia, guidata per dieci anni dal giovane forzista Andrea Romizi, e aveva perso pure Terni al ballottaggio contro Stefano Bandecchi, leader di Alternativa Popolare. Quel Bandecchi recentemente entrato a far parte dello stesso centrodestra con un accordo nazionale. Il sindaco di Terni si era candidato a essere “lo Scajola dell’Umbria”, richiamando il ruolo avuto dall’ex ministro nella vittoria di Marco Bucci in Liguria. Così invece non è stato. I dati dell’affluenza alle urne dicono che a Terni si è votato meno che a Perugia, la città di Ferdinandi. In provincia di Terni Alternativa popolare ha superato il 7%, l’11 nel capoluogo – affermandosi come il secondo partito della coalizione – ma è rimasta sotto l’uno in quella di Perugia. Insomma, complessivamente, Bandecchi per la Tesei non è riuscito a essere lo “Scajola dell’Umbria”. Il centrosinistra ha invece ritrovato entusiasmo con l'”effetto Perugia”: nonostante il calo del Movimento 5 stelle, ora sotto al 5% contro il 7,41 di cinque anni fa, la coalizione è stata trainata dal Pd che ha superato il 31%. E proprio a Perugia Proietti è stata particolarmente premiata dagli elettori superando il 54%, con Tesei ferma intorno al 43.
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Michele de Pascale, chi è il nuovo governatore dell’Emilia Romagna: sindaco di Ravenna, vuole essere “il presidente dell’alluvione”
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Meloni a Washington, ma niente bilaterale col presidente Usa. Solo un breve saluto (e paura dei dazi)
(Adnkronos) - L'autostazione di Lampugnano, a dire della procura, è una meta per molti stranieri "entrati in Italia irregolarmente", privi di visto per l'ingresso e di un titolo di permanenza regolare, e che dunque non possono attraversare le frontiere per accedere ad altri Paesi. Proprio i controlli e le riammissioni di stranieri non in regola effettuate ai confini italo-francese e italo-svizzero hanno fatto scattare l'indagine della Dda di Milano, pm Rosario Ferracane e Daniela Bartolucci, e "hanno permesso di accertare che alcuni soggetti stranieri ('favoreggiatori') gravitanti nell'area dell'hub di Lampugnano avvicinano gli stranieri irregolari che arrivano alla stazione già con l'intenzione di spostarsi in altri Paesi dell'area Schengen, pur non avendone titolo" e si adoperano "per agevolarli nel loro tentativo, dietro pagamento di somme di denaro di norma contenute tra le 100 e le 250 euro a persona".
L'agevolazione, si legge nel comunicato della procura, "consiste prima di tutto nell'acquistare titoli di viaggio online generalità difformi", non avendo gli stranieri documenti regolari non potrebbero acquistarli con le proprie generalità. "La forma di agevolazione più grave, praticata dai 'favoreggiatori', consiste nell'avvicinare gli autisti dei bus di tratte internazionali per cercare di convincerli non effettuare uni controllo rigoroso dei titoli di viaggio e, soprattutto, dei documenti (passaporto, visto o permesso di soggiorno) abilitanti l'ingresso nello Stato di destinazione".
A volte l'avvicinamento degli autisti, da parte dei favoreggiatori, avviene "con modalità tipicamente 'corruttive', essendosi consolidata, con alcuni autisti, la prassi di corrispondere loro una parte del denaro contante ricevuto dagli stranieri in partenza, affinché essi effettuino il trasporto senza creare problemi; altre volte, di fronte ad autisti e dipendenti della stazione che invece si sono dimostrati insensibili a queste forme di avvicinamento, i favoreggiatori hanno assunto atteggiamenti intimidatori, ricorrendo a minacce e, in alcune occasioni, anche ad aggressioni verbali e fisiche" si legge nel comunicato del procuratore Marcello Viola.
Roma, 21 gen. (Adnkronos/Labitalia) - "Il turismo sostenibile è un nuovo modo di viaggiare e una valida alternativa alle classiche destinazioni turistiche, che privilegia la scoperta dei territori e si pone come obiettivo di limitare il più possibile l’impatto sull’ambiente, favorendo la conoscenza diretta di nuove culture, tradizioni, comunità locali e contesti naturalistici di grande interesse. Secondo lo studio di Federimprese Europa in questi ultimi anni, sono sempre di più i turisti che scelgono il turismo sostenibile per organizzare viaggi ed esperienze in tutto il mondo e sicuramente questo nuovo approccio, più etico e responsabile, sarà in ulteriore forte crescita ed espansione anche in futuro". Così in una nota Federimprese Europa.
Per questo motivo Federimprese Europa "ha promosso un tavolo tecnico tra imprese attive nel settore turistico e rappresentanti di enti locali al fine di redigere delle proposte per accrescere questa importante realtà del turismo sostenibile, poiché rappresenta non solo uno sviluppo del made in Italy ed una crescita economica per piccole imprese operanti nei piccoli borghi che grazie al turismo possono ritornare a fiorire. Ma turismo sostenibile è anche preservare le antiche usanze, tramandando ai posteri quelle che sono le attività del passato coinvolgendo anche i giovani in sagre, feste di paese e quant'altro, rivivendo esperienze uniche che con l'avvento della tecnologia stanno scomparendo", spiega ancora.
"L’Organizzazione mondiale del turismo, Unwto, definisce il turismo sostenibile come un innovativo modo di viaggiare ed esplorare i territori, che soddisfa i bisogni dei viaggiatori, delle comunità locali, dell’ambiente e delle aziende, salvaguardando non solo gli equilibri ambientali, ma anche quelli sociali ed economici, offrendo allo stesso tempo nuove opportunità di sviluppo a lungo termine e per il futuro delle prossime generazioni", aggiunge ancora.
"Le comunità ospitanti -spiega la nota- acquistano così notevole importanza e diventano protagoniste della promozione del territorio con la creazione di rapporti positivi d’interazione con l’industria del turismo e i turisti stessi. Gli obiettivi principali del turismo sostenibile sono la riduzione dell’impatto delle attività turistiche sull’ambiente e le persone, e la salvaguardia dei territori sia dal punto di vista naturalistico, sia sociale ed economico. Le proposte che verranno redatte al tavolo tecnico verteranno su tre princìpi fondamentali: la protezione dell’ambiente e delle sue caratteristiche, la tutela del patrimonio artistico, culturale e tradizionale dei luoghi di destinazione e l’adozione di un approccio che incentivi la crescita di progetti sostenibili, l’inclusione sociale, la condivisione del benessere economico e la creazione di opportunità di lavoro a condizioni adeguate e vantaggiose", sottolinea ancora.
"Infine una peculiarità del turismo sostenibile è il cosiddetto turismo enogastronomico che viene praticato nei piccoli borghi interni, che avvicina i turisti ai processi di produzione e raccolta dei prodotti per poi coinvolgerli nei processi di trasformazione, come ad esempio la vendemmia , la lavorazione delle olive oer ottenere olio Extravergine. "Il nostro obiettivo è dare supporto attraverso i nostri esperti in campo legislativo e progettuale , redigendo proposte innovative , presentando progetti che possano incrementare la produttività di piccole realtà imprenditoriali e salvaguardare le antiche tradizioni grazie al supporto degli enti locali", conclude il presidente nazionale di Federimprese Europa Mary Modaffari.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Il Jobs Act è una legge che ha creato oltre un milione di posti di lavoro, più della metà a tempo indeterminato, e che ha introdotto tutele fondamentali come l’eliminazione delle dimissioni in bianco. La decisione della Corte Costituzionale che dà il via al referendum relativo al Jobs Act ci trova quindi pronti: spiegheremo ai cittadini quanto sarebbe sbagliato cancellare queste conquiste che creano posti di lavoro, sviluppo e tutele". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
"Quanto al referendum sull’autonomia, accettiamo il verdetto della Consulta che dopo la precedente pronuncia sulla legge Calderoli appariva pressoché scontata. Ogni modifica sull’autonomia differenziata passerà dal Parlamento, e lì ci faremo trovare pronti e determinati".
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Le mie più sentite congratulazioni al presidente Trump per l’inizio del suo secondo mandato. Il popolo americano ha fatto una scelta chiara, che riflette l’impegno per la crescita economica, la sicurezza e la sovranità nazionale”. Lo scrive su X il Co-Presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini dí Fratelli d’Italia.
“Noi dell'Ecr condividiamo molte delle priorità delineate dal presidente Trump: contrastare l'immigrazione clandestina, garantire comunità più sicure, tagliare le tasse e la burocrazia e ripristinare la competitività economica. Queste non sono solo priorità americane, ma anche europee”.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Sardegna, con il nostro ricorso accolto dalla Corte lo scorso novembre, ha difeso la sua specialità e contrastato una legge iniqua. Una legge che la Corte stessa, ascoltando le preoccupazioni delle Regioni promotrici, ha già demolito e svuotato perché ci toglieva risorse e ci condannava a restare indietro. Se il capogruppo della Lega Veneta ha dichiarato recentemente che il Veneto vale più della Sardegna, per farci capire cosa si intende per differenziata, noi invece continueremo a difendere con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che le spettano”. Così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - “Sul referendum sulla cittadinanza daremo battaglia nel nome dell’estensione dei diritti e per superare una legislazione particolarmente arretrata. Si tratta di un referendum promosso da un vasto arco di soggetti, tra cui numerose associazioni dei nuovi cittadini, persone a cui per troppo tempo è stata tolta la voce. Lotteremo al loro fianco”. Così in una nota Pierfrancesco Majorino della segreteria del Partito Democratico, responsabile Immigrazione.
Washington, 20 gen (Adnkronos) - Non è stato un blitz come quello di Mar a lago, rivelatosi determinante per la liberazione di Cecilia Sala, ma una intera giornata quella che Giorgia Meloni ha dedicato, per la seconda volta in un mese, a Donald Trump. La premier non è voluta mancare all'inauguration day del presidente americano, sottolineando quanto sia importante "dare una testimonianza della volontà di continuare e rafforzare" la relazione Italia-Usa.
E questa "testimonianza" la premier l'ha data plasticamente già di primo mattino, quando insieme alla famiglia Trump, a quella del vice presidente Vance e pochi altri, ha preso parte alla messa di 'benedizione' del neo commander in chief alla chiesa episcopale di st John, proprio di fronte alla Casa Bianca. Poi il trasferimento alla Rotonda del Campidoglio, a Capitol hill, per il giuramento spostato al chiuso a causa dell'ondata di gelo che ha stretto Washington. Con lei, oltre ai diplomatici, la fida Patrizia Scurti in delegazione.
Meloni siede sotto lo sguardo della statua di Abramo Lincoln, nei posti riservati ai capi di Stato e di governo invitati da Trump. Una sparuta elite che comprende la presidente del Consiglio (unica leader Ue) e, tra i pochi altri, il presidente argentino Javier Milei, con cui Meloni chiacchiera a lungo inquadrati più volte dalle telecamere di Fox news, che non ha perso una battuta della giornata-evento.
(Adnkronos) - A pochi passi, i 'big tech Ceo' che Trump ha voluto come ospiti vip della cerimonia e che l'hanno sostenuto nel suo cammino di ritorno alla sala ovale: Tim Cook, Jeff Bezos, Sandor Picahi, Sam Altman, Mark Zuckenberg e ovviamente Elon Musk. Sui social, è il capo delegazione di FdI-Ecr all'Europarlamento Carlo Fidanza, a Washington con un piccola pattuglia di parlamentari italiani ospiti dei Repubblicani Usa, a dare il senso politico della 'foto di Capitol hill' della Meloni: "La nostra presidente è ormai riconosciuta da tutti come l’interlocutrice privilegiata di Trump in Europa".
Nella sua valutazione del Trump day, Meloni al mattino è più ecumenica: "Penso sia molto, molto importante per una nazione come l’Italia che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti dare una testimonianza della volontà di continuare e se mai rafforzare quella relazione in un tempo nel quale le sfide sono globali e interconnesse", spiega prima di lasciare l'albergo.
Più tardi su X augura buon lavoro a Trump e assicura: "Sono certa che l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e Usa", per poi sottolineare: "L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità".
(Adnkronos) - Per il ministro dell'Ue Tommaso Foti, la missione di Meloni a Washington "conferma il ruolo cruciale che, nel prossimo futuro, la nostra Nazione intende giocare nelle relazioni transatlantiche, ponendosi come ponte strategico tra Europa e America".
In questo contesto, e anche per il rigido protocollo che governa l'insediamento del presidente americano, si stempera anche l'attesa per un faccia a faccia Meloni-Trump, prima auspicato e poi annunciato alla vigilia anche da Fidanza. "Non era previsto, non era il contesto e non ci sarà problema a farlo in futuro", è il senso del ragionamento dell'entourage della premier. Così, direttamente lasciando ad un certo punto le lunghe celebrazioni, Meloni può salutare e tornare subito in Italia.