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“Roma non è solo deludente, la città è un vero disastro”: un giornalista del Telegraph passa 48 ore nella Capitale e le descrive così

"Visitare Roma in questo momento è come andare al cinema per vedere un film famoso, ma avere la visuale ostruita da qualcuno con un cappello molto alto", le parole sul popolare giornale britannico

di F. Q.
“Roma non è solo deludente, la città è un vero disastro”: un giornalista del Telegraph passa 48 ore nella Capitale e le descrive così

A Greg Dickinson, Roma non ha lasciato un bel ricordo. Non si tratta di un turista qualsiasi ma di un giornalista del Telegraph la cui ‘recensione’ della città eterna ha fatto il giro di mezzo mondo. “Roma non è solo deludente, la città è un disastro assoluto“, il titolo tranchant scelto per il suo pezzo.

E si comincia parlando di uno dei monumenti più ammirati nel mondo, la Fontana di Trevi che, scrive Dickinson, “sta vivendo una sorta di restyling (…). In modo piuttosto buffo, hanno installato un piccolo canale per i turisti in cui gettare le loro monetine. Ancora più buffo è che i turisti stiano aderendo all’iniziativa. È stato inoltre allestito un antiestetico passaggio temporaneo che consente ai visitatori di osservare da vicino i tecnici al lavoro per pulire la fontana. L’accesso a questa passerella costa 2 €, sollevando perplessità sul fatto che possa aprire la strada all’introduzione di un biglietto d’ingresso per vedere la fontana”. Una descrizione fattuale con un nemmeno troppo nascosto giudizio negativo.

Il giornalista britannico precisa che “il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha commissionato centinaia di progetti infrastrutturali e di manutenzione in vista dell’Anno Giubilare, un evento che si tiene ogni 25 anni e che porterà milioni di pellegrini in città nel 2025″ e aggiunge che, secondo le parole del primo cittadino, la Capitale sarà “più bella ed efficiente di prima”. Ma intanto, specifica, su Tripadvisor c’è chi definisce un viaggio a Roma come una vista “dell’umanità al suo peggio”.

Il racconto pubblicato sul giornale britannico non lascia scampo: “Le mie 48 ore a Roma sono iniziate proprio dietro l’angolo di Piazza Venezia, dove un violinista tentava di restituire un po’ di dignità al caos circostante” e arriva pure un punto sulla Linea C della metropolitana, progetto “ritardato e ostacolato da accuse di corruzione, problemi di finanziamento e scoperte archeologiche (di recente è stata rinvenuta una taverna romana). Il caos in superficie è altrettanto travolgente“.

Dickinson racconta il suo giro per la città, parla di quello che ha amato (“Il glorioso Pantheon era intatto, e la Scalinata di Trinità dei Monti si poteva ammirare senza rumori di trapani, martelli o scalpelli nelle orecchie”) ma conclude dicendo che “visitare Roma in questo momento è come andare al cinema per vedere un film famoso, ma avere la visuale ostruita da qualcuno con un cappello molto alto”.

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