Il conduttore di "Affari tuoi" traccia un bilancio della sua vita professionale e privata
Stefano De Martino settimana dopo settimana macina ottimi ascolti con “Affari Tuoi”, inoltre dal 26 al 29 dicembre torna a Napoli con il suo spettacolo teatrale, scritto con Riccardo Cassini, “Meglio stasera”, poi sarà al Brancaccio di Roma il 7 e l’8 febbraio. Durante l’intervista a Il Corriere della Sera ha spiegato alcuni punti che sono emersi nelle scorse settimana e che lo hanno visto coinvolto.
Ad iniziare dal rumor che la sua carriera abbia avuto una impennata grazie all’amicizia con Arianna Meloni: “Abbiamo smentito entrambi. Io ho dovuto perfino cercarla su Google quando è saltata fuori questa cosa, non sapevo nemmeno che faccia avesse”. Poi c’è chi ha sussurrato che non avrebbe preso bene la sua imitazione a “GialappaShow”: “Quella parodia mi fa molto ridere, mi regala una spocchia e una cattiveria che non ho. Cerco sempre di ridimensionare quello che mi succede. L’Auditel lo leggo al contrario: se facciamo il 25%di share, diciamo che il 75 non ci ha guardato”.
E poi è vero che in futuro c’è la reale possibilità che conduca il Festival di Sanremo? “La clausola per farlo nel mio contratto c’è. Ma non ho fretta: Sanremo è una foto che incornici e appendi al MoMa. Per i prossimi due anni un conduttore c’è già. Poi vedremo”.
Poi i ricordi legati all’infanzia: “Vivevamo in un un palazzo fatiscente sopravvissuto al terremoto del 1980. Non c’era portone né citofono, quando cercavano qualcuno, gridavano il nome dal cortile. La mia vita era tutta lì: in piazza c’erano il bar del nonno e la chiesa, dove ho servito messa”.
Ma la televisione non era nei progetti di De Martino: “No, volevo fare quello che facevano gli altri. Dunque, al l’inizio il calciatore: terzino sinistro. Poi a 9 anni ho cominciato ad accompagnare mia sorella in bicicletta alle lezioni di danza. Siccome non volevo fare due viaggi, la aspettavo lì seduto. Un giorno l’insegnante, di cui era stato allievo anche mio padre, mi chiese di provare”.
Il padre che faceva parte del corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli “e lavorava anche nel Bar Stella di mio nonno, a Torre Annunziata, dove sono cresciuto. Facevo colazione lì la mattina, poi ci tornavo dopo la scuola per fare i compiti. Mio padre, abbandonato da mio nonno paterno, era stato cresciuto come un figlio dal mio nonno materno. E lui, quando scoprì che aveva messo incinta la figlia, non la prese bene. Poi però lo perdono”.
Infine De Martino ha specificato di essersi montato un po’ la testa “agli inizi, con Amici, quando tutti mi fermavano nella metro. In quel periodo ho avuto su me stesso pensieri fuori misura. Per fortuna subito dopo sono andato a New York, dove sono entrato in una compagnia di ballo, ed ero l’italiano che si distingueva perché non sapeva parlare bene l’inglese. È stato prezioso per ridimensionarmi”.