Dopo una vita trascorsa da Apple, l’innovazione di Jony Ive si ritrova alle porte di Moncler per creare un prodotto dalla funzione e design quintessenziale: il progetto nato dall’incontro casuale tra due visionari
Che cosa succede quando una delle figure più rispettate del design mondiale collabora con un marchio dall’heritage e dalla ricerca di un livello difficilmente eguagliabile? La risposta la troviamo nella reazione dei social alla notizia dell’ultima collaborazione tra Sir Jony Ive e Moncler. Sì, perché da giorni ormai su Instagram e TikTok – nella bolla della moda, ma non solo – non si parla d’altro. All’anagrafe Jonathan Paul Ive, è senza dubbio da annoverare all’albo d’oro dei designer più influenti e importanti della storia. Ha iniziato lavorando fianco a fianco con Steve Jobs per la progettazione dei prodotti Apple dal 1992, quindi ha ottenuto la qualifica di capo del reparto design nel 2015 e ha lavorato anche sull’Apple Park, il quartier generale dell’iconico marchio a Cupertino, in California. Dopo le dimissioni, nel 2019, il designer angloamericano ha annunciato l’avvio del progetto LoveFrom, assieme al collega australiano Marc Newson: sulla loro pagina web – essenziale e misteriosa – viene presentato come “un collettivo di designer, architetti, musicisti, registi, scrittori, ingegneri e artisti”.
Così, oggi Ive spazia con le collaborazioni più disparate: da Ferrari al marchio scozzese di prodotti audio Linn e Diamond Foundry, azienda che usa i diamanti come isolanti termici per scopi elettronici e informatici, per cui il designer aveva creato un anello ad hoc. Tutto qui? Macché, ha creato anche il logo per Terra Carta, l’iniziativa di Re Carlo III per sostenere e creare progetti ecosostenibili, cosa che gli è valso il titolo di “cavaliere”.
Sembra quindi che finora Ive e la sua équipe decida di collaborare e “benedire” con sua esperienza brand e progetti che lo meritano o in base a rapporti personali, ed è così che nasce anche il legame tra il designer e Moncler; in un intervista per Vogue, Ive dichiara di essersi accordato con il CEO del brand Remo Ruffini dopo averlo incontrato nel negozio di occhiali Maison Bonnet a Londra – entrambi sono infatti fan leali del marchio – e di aver collaborato con lui per il puro gusto e piacere di farlo. Il frutto del loro lavoro è un capospalla modulare composto da un piumino come strato più profondo su cui si possono unire grazie a dei bottoni magnetici tre strati superiori denominati “shell”; in questo modo si ottiene un pezzo incredibilmente versatile e adatto a qualsiasi situazione lo richieda, che sia una serata particolarmente fresca, una pioggia battente o un attività sportiva come il trekking.
Per la scelta dei tessuti, Jony si è affidato all’esperienza pluridecennale di Moncler: il capo è realizzato in nylon riciclato e “taslanizzato”, un processo che sfrutta l’aria compressa per produrre ciuffi di materiale posizionato irregolarmente sulle fibre, offrendo come effetto finale una finitura simile a quella di un tessuto naturale. Si è cercato di affinare ancora di più la realizzazione cercando macchinari e strutture in grado di ricavare i pannelli da un unico pezzo di tessuto: un obiettivo coraggioso data la grandezza richiesta, ma il risultato è stato raggiunto da telai specifici proprio in Italia, in una location rimasta top secret. Infine, come quando gli antichi pittori costruivano le proprie tele, è arrivato il momento di pensare al colore: la giacca si presenta in due varianti colore, una in un off-white, caldo e contemporaneo, l’altra in una serie di delicati colori pastello in pieno stile Apple.
La mano di Jony Ive si vede invece guardando la creazione nei suoi particolari, ma più che altro, si sente: questo perché, per i primi mesi di lavoro la sua attenzione è stata rivolta solo ed esclusivamente a reinventare l’affidabile ma vecchio bottone per creare il bottone magnetico “duo” e al suono che dovevano produrre una volta attaccati, per dare più soddisfazione possibile. La follia geniale del designer si è spinta a far viaggiare un dipendente di LoveFrom, da San Francisco fino in Romania dove Moncler ha
un centro produttivo con un macchinario creato appositamente per staccare e attaccare a ripetizione i bottoni per verificarne la durevolezza. Jony Ive e la sua trentennale esperienza continua a stupire con lo stesso modus operandi che applicava quando era alle redini di Apple, ed è questa la chiave del successo di questo prodotto: il livello di dettaglio e attenzione a ogni fase del prodotto, il packaging semplice e allo stesso tempo geniale – l’imballaggio della giacca è allo stesso tempo la busta per trasportarla -, l’accessibilità e semplicità di utilizzo garantita dai bottoni e la funzionalità illimitata rendono il capospalla un vero e proprio esempio di design. Un’innovazione che solo i migliori potevano inseguire, una sfida che solo i migliori potevano accogliere, un risultato che solo i migliori potevano raggiungere.