Due di loro erano impegnati a garantire la sicurezza dei leader mondiali nel corso del G20 che si conclude il 19 novembre a Rio De Janeiro, ma nel loro passato c’è la partecipazione a un complotto golpista per rovesciare il presidente Luiz Inacio Lula da Silva. È con questa accusa che cinque ufficiali sono stati arrestati dalla polizia brasiliana che ipotizza il tentativo, da parte degli uomini, di uccidere il capo dello Stato e rovesciare il suo governo dopo le elezioni del 2022. Le indagini hanno fatto emergere che i golpisti progettavano di uccidere anche il vicepresidente Geraldo Alckmin e il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes.

Tra i cinque ufficiali, come riportano i media brasiliani, ci sono quattro militari e un ufficiale di polizia: si tratta del generale in pensione Mário Fernandes, già ministro del Segretariato generale della Presidenza durante il governo di Jair Bolsonaro, il tenente colonnello Hélio Ferreira Lima, i maggiori Rafael Martins de Oliveira e Rodrigo Bezerra de Azevedo, oltre all’ufficiale della Polizia federale, Wladimir Matos Soares. Nell’operazione la polizia ha eseguito cinque mandati di arresto e tre mandati di perquisizione e sequestro, insieme alla confisca dei passaporti dei sospettati e il divieto di contattare altre persone. L’indagine della polizia, come ha rivelato il giudice Moraes, ha fatto emergere che il colpo di stato coinvolgeva personale militare addestrato nelle Forze Speciali dell’Esercito e un alto funzionario in pensione.

Secondo un comunicato dalla Polizia federale, “l’organizzazione criminale ha usato un alto livello di conoscenze tecnico-militari per pianificare, coordinare ed eseguire azioni illecite tra cui un piano operativo dettagliato, chiamato Pugnale Verde e Giallo, da realizzarsi il 15 dicembre 2022 e finalizzato all’assassinio dei candidati eletti alla presidenza (Lula) e alla vicepresidenza (Geraldo Alckmin)”, si legge nella nota. Il gruppo “monitorava costantemente in caso di colpo di Stato” anche il giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moraes. I soldati erano stati addestrati dalle forze speciali dell’Esercito, i cosiddetti “ragazzi neri“, un corpo scelto che ha in organico circa 2.500 membri. Il ministro capo della Segreteria per la Comunicazione della Presidenza, Paulo Pimenta, ha attribuito il complotto al governo precedente e ha affermato che il piano è fallito solo “per dettagli”.

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