A 84 anni, l’ex ministro della giustizia canadese Irwin Cotler, trascorre le sue giornate sotto scorta. L’Iran lo avrebbe messo nella sua lista nera. Per le Giubbe Rosse (Royal Canadian Mounted Police) la minaccia è seria, anche se si sono rifiutate di fornire altri particolari, se non ammettere che il piano doveva essere attuato nello spazio di 48 ore da quando un loro informatore lo aveva svelato. Non è la prima volta che il giurista canadese è oggetto di minacce. Il nome di Cotler è emerso anche in una indagine curata dall’Fbi negli Stati Uniti; nel 2022, i federali avevano elaborato una inchiesta svelando il tentativo di un omicidio su commissione a New York, da parte di un agente di Teheran che doveva eliminare Masih Alinejad, attivista per i diritti umani e forte sostenitrice di un affrancamento delle donne iraniane dal regime degli ayatollah.
La notizia del complotto contro Cotler è stata diffusa per primo dal Globe and Mail. Lo stesso Cotler lunedì scorso ha confermato a Radio Canada di essere guardato a vista dagli agenti da oltre un anno, e di usufruire di un’auto blindata. Questa spy story che si dipana tra Montreal e Teheran è ancora piena di punti poco chiari: la polizia non ha detto, ad esempio, se i sicari mandati dal regime sciita hanno lasciato il Paese o sono stati arrestati. L’allarme era stato raccolto il 26 ottobre scorso: la fonte aveva rivelato alla polizia canadese che l’attentato sarebbe avvenuto entro un paio di giorni.
La “colpa” dell’ex ministro – in carica dal 2003 al 2006 – sarebbe quella di essere troppo attivo nella condanna dell’Iran sul piano dei diritti umani calpestati, e per essere stato tra coloro che, dal 2008 in poi, hanno chiesto di inserire le Guardie della rivoluzione iraniane – i Pasdaran – tra le organizzazioni terroristiche. Inoltre, il giurista ebreo ha preso parte a cortei per condannare il massacro del 7 ottobre compiuto da Hamas: “Dopo il 7 ottobre, mia moglie e io abbiamo partecipato alla Marcia per Israele a Washington. Quando siamo tornati a Montreal, la sicurezza ci ha chiesto di non lasciare l’aeroporto. Il personale della sicurezza mi ha parlato e mi ha informato di quelle che sono state definite minacce imminenti e letali, senza entrare in ulteriori dettagli” ha raccontato Cotler durante una intervista a Jewish News Sindacate.
La minaccia verso il giurista è stata presa sul serio non solo dalle Giubbe Rosse: la Camera dei Comuni ha adottato una mozione per condannare il complotto e sia i ministri del governo federale che i parlamentari dell’opposizione hanno espresso preoccupazione per la sicurezza dell’ex ministro, ora impegnato come presidente internazionale del Centro Raoul Wallenberg per i diritti umani. La vicenda è anche politica. La vice leader del Partito conservatore, Melissa Lantsman, ha criticato il governo di Trudeau per aver “temporeggiato” nel dichiarare Le Guardie della rivoluzione una organizzazione terroristica, che nel frattempo aveva “operato nel Paese per anni”. Il possibile attentato a Cotler si inquadra in un allarme in Nord America per l’attività di agenti iraniani, non ultimo un piano per uccidere il presidente eletto Donald Trump. Il Dipartimento di Giustizia accusa Farhad Shakeri, 51 anni, assieme ad altre due persone; per gli investigatori, era lui che aveva avuto il compito, il 7 ottobre scorso, di imbastire e attuare il piano per uccidere The Donald. Questo mandato era stato dato dai vertici delle Guardie della rivoluzione. Shakeri resta un libero cittadino, che per i funzionari americani vive a Teheran.