"Dopo i dissapori per la gestione della proprietà che si inerpica sulle colline di Fiesole - in parte cointestata ai due fratelli e in parte in esclusiva – con villa, pertinenze e distese di ulivi, Cesare avrebbe dal 2020 iniziato a molestare la sorella e il consorte", scrive il Corriere Fiorentino
Se non fosse per la notorietà della giornalista Mediaset, la storia potrebbe definirsi quasi ordinaria: uno scontro tra fratelli per la condivisione di una proprietà. L’imprenditore oleario Cesare Buonamici è stato rinviato a giudizio dal gup del tribunale di Firenze Agnese Di Girolamo con l’accusa di stalking nei confronti della sorella Cesara e del marito Joshua Kalman.
“Dopo i dissapori per la gestione della proprietà che si inerpica sulle colline di Fiesole – in parte cointestata ai due fratelli e in parte in esclusiva – con villa, pertinenze e distese di ulivi, Cesare avrebbe dal 2020 iniziato a molestare la sorella e il consorte. Per anni dispetti e prevaricazioni tanto da pregiudicare, secondo la Procura la ‘tenuta psichica delle vittime che va oltre il fine di creare un pregiudizio morale ed economico’”, fa sapere il Corriere Fiorentino che comunica la notizia comunicato la data dell’inizio del processo, il 2 ottobre 2025.
Il fratello avrebbe deviato le telecamere dell’azienda sull’abitazione dove vive la conduttrice del Tg5 solo per spiarla e controllare gli ingressi nella sua abitazione. Non solo, avrebbe cercato di accedere a informazioni sui conti concorrenti bancari, presentandosi in banca in compagnia di sua madre andando poi su tutte le furie dopo il rifiuto del direttore nel concedere informazioni riservate.
Cesare Buonamici si sarebbe inizialmente opposto anche al desiderio della sorella di celebrare il matrimonio con Joshua Kalman nella casa di famiglia, avrebbe modificato il citofono della proprietà per avere un controllo esclusivo degli accessi. Una situazione a dir poco delicata, secondo l’accusa si sarebbe impossessato di una stanza guardaroba della sorella cambiando la serratura e avrebbe anche tentato di costringere la collaboratrice domestica a consegnarli una raccomandata destinata alla giornalista.