La Procura di Genova chiude le indagini sulle feste a base di cocaina ed escort, un fascicolo che aveva fatto tremare un bel pezzo di città. Ma più dei nomi contenuti nel provvedimento, a balzare agli occhi in questo caso è il nome che manca: negli atti conclusivi dell’inchiesta non c’è più alcun riferimento ad Alessandro Piana, ex vicepresidente della Regione Liguria, poi reggente dopo l’arresto di Giovanni Toti, e oggi neoassessore fresco di nomina nella nuova giunta di Marco Bucci.

Piana, mai indagato, era stato tirato in ballo come presunto cliente di escort, indicato da una di loro, Jessica Nikolic, a sua volta indagata per sfruttamento della prostituzione ed estorsione, che lo aveva riconosciuto come uno dei beneficiari delle prestazioni sessuali. Un’accusa che il diretto interessato aveva respinto con tutte le sue forze: “Sono totalmente estraneo”, aveva detto, paragonando il proprio caso a quello di Enzo Tortora.

Sentito dai pm, aveva spiegato che nella data contestata era stato impegnato in una videochiamata di lavoro. Con la svolta odierna la versione di Piana viene dunque corroborata anche dal passo indietro della Procura di Genova, che ha definitivamente tolto quel nome dai capi di imputazione (che lo contenevano per circoscrivere il reato, contestato agli organizzatori di quei festini vip). Per la vicenda erano stati arrestati un anno fa l’imprenditore Christian Rosolani (difeso dagli avvocati Giuseppe Tortorelli e Andra Costa) e l’architetto Alessandro Cristilli (Federico Fontana).

Nelle trentasei pagine di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Riccardo Ghio veniva ricostruito lo schema delle serate: dopo il consumo di stupefacente, usato per mettere a proprio agio prostitute e ospiti, iniziavano dei giochi a sfondo sessuale, che conducevano alla fine a rapporti sessuali completi. Se dagli atti della chiusura indagini non c’è più il nome di Piana, è stato invece confermato quello di altri clienti vip cittadini.

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