L’unica qualità che mi viene riconosciuta in maniera unanime è la memoria, per tutto ciò che riguarda aneddoti particolari, storie singolari, poesie o brani di prosa da me amati, dati apparentemente trascurabili pertinenti a tutto ciò che mi interessa, dalla musica lirica allo sport, dal cinema al fumetto. Ebbene, dichiaro di essere stato completamente annientato su questo terreno dal formidabile protagonista di questo mio breve ritratto.
Ho una passione quasi ossessiva per i podcast sportivi: in ogni, continuo, spostamento su mezzi pubblici o treni, oppure durante gli atti quotidiani quali abluzioni o preparazioni gastronomiche, ascolto ininterrottamente dibattiti su Nadal o Federer, sul modulo della Nazionale o, meglio ancora, aneddoti su George Best o Wilt Chamberlain, sull’Ungheria del ’54, la Stella Rossa del ’91, il “flu game” di Jordan o sulle bizzarrie di Nastase a Wimbledon. Torno a segnalare, ad esempio, il podcast Gli eroi maledetti delle corse di Lorenzo Pausillo, dedicato alle storie più tragiche della Formula Uno.
In questa selva di voci e racconti, tra i “sono d’accordo, Lelle” di Cassano, la spocchia di Zazzaroni e le analisi di Caressa, da anni la mia voce preferita è quella di Giuseppe Pastore, divenuto proverbiale, nella viralità memetica dei contenuti imposta dai social, per la sua mostruosa (nel senso etimologico di “portento, prodigio”) capacità mnemonica nel ricordare nel dettaglio qualsiasi evento sportivo degli ultimi 30 anni. Ma il motivo del mio apprezzamento non è (solo) questa impressionante abilità (un dono prodigioso, ma criticamente irrilevante), bensì la sua vera dote: saper esporre i propri ragionamenti, dispiegando una mole spaventosa di dati, in modo pacato e conseguenziale.
Per un esteta della dispersione come il sottoscritto, è qualcosa di quasi magico, luciferino (non a caso uno dei suoi soprannomi è “il Demone).
Pastore non ha l’affabulazione epica di Buffa, né la retorica passionale e per molti urticante di Adani, ma ha i pregi di un autentico divulgatore: una proprietà di linguaggio limpida e un’arguzia dialettica sempre vivace. Pastore è opinionista di punta di Fontana di Trevi, podcast (in diretta il lunedì a tarda sera su diverse piattaforme, come YouTube e Twitch) di approfondimento sportivo, del quale è protagonista accanto a Riccardo Trevisani, giornalista molto preparato dalle opinioni forti quanto provocatorie, e Fernando Siani, conduttore nettamente più brillante della stragrande maggioranza dei suoi colleghi televisivi (ricordiamo anche Samuele Ragusa alla regia).
Il podcast è il contenuto più seguito del format Cronache di Spogliatoio, in pochissimi anni diventato il più seguito sui social in Italia, ben più dei profili dei media tradizionali.
La qualità principale di Pastore e Siani è quella di essere appassionati ma neutrali, non accecati dal tifo; quella di Trevisani (a cui allude il titolo del podcast) è di essere vulcanico e controverso, ma di portare avanti battaglie di “principio”, non di faziosità tribale (e se ve lo dice un tifoso laziale come il sottoscritto vi potete fidare).
Vi segnalo, dunque, con piacere che Giuseppe Pastore ha lanciato, da poco più di un mese, un podcast di cinema e lo conduce assieme a una vecchia conoscenza dei miei anni fumettari, Ilaria Mencarelli. Il podcast si chiama Noodles, e fin dal titolo potete intuire come non affronti solo le ultime uscite in sala, ma i classici del cinema: in questo senso, è una delle migliori manifestazioni della cultura nerd, o meglio geek, vista appunta la competenza e il successo dei protagonisti.
In chiusura, non posso non ricordare come Pastore abbia appena pubblicato per la sempre meritoria casa editrice 66thand2nd due imponenti volumi sui due grandi momenti di gloria assoluta della storia recente del Milan: Il Milan col sole in tasca. 1986-1994 e Kolossal Milan. Gli anni 2001-2009. Due libri, scritti con enorme competenza e innegabile trasporto, su due delle epopee calcistiche più belle di tutti i tempi: la prima che va da Sacchi a Capello, dai tre olandesi al genio Savicevic; la seconda che vede Carlo Ancelotti protagonista di finali tragiche e trionfali, guidando una galleria quasi inconcepibile, a guardare la seria A odierna, di talenti superlativi.
Due libri che, al di là dei colori, sono tributi necessari da tenere obbligatoriamente nella biblioteca di qualsiasi appassionato di calcio.
Adriano Ercolani
Filosofo mistico, saggista e divulgatore
Sport - 19 Novembre 2024
Adoro i podcast sportivi e non posso non segnalare l’abilità di Giuseppe Pastore
L’unica qualità che mi viene riconosciuta in maniera unanime è la memoria, per tutto ciò che riguarda aneddoti particolari, storie singolari, poesie o brani di prosa da me amati, dati apparentemente trascurabili pertinenti a tutto ciò che mi interessa, dalla musica lirica allo sport, dal cinema al fumetto. Ebbene, dichiaro di essere stato completamente annientato su questo terreno dal formidabile protagonista di questo mio breve ritratto.
Ho una passione quasi ossessiva per i podcast sportivi: in ogni, continuo, spostamento su mezzi pubblici o treni, oppure durante gli atti quotidiani quali abluzioni o preparazioni gastronomiche, ascolto ininterrottamente dibattiti su Nadal o Federer, sul modulo della Nazionale o, meglio ancora, aneddoti su George Best o Wilt Chamberlain, sull’Ungheria del ’54, la Stella Rossa del ’91, il “flu game” di Jordan o sulle bizzarrie di Nastase a Wimbledon. Torno a segnalare, ad esempio, il podcast Gli eroi maledetti delle corse di Lorenzo Pausillo, dedicato alle storie più tragiche della Formula Uno.
In questa selva di voci e racconti, tra i “sono d’accordo, Lelle” di Cassano, la spocchia di Zazzaroni e le analisi di Caressa, da anni la mia voce preferita è quella di Giuseppe Pastore, divenuto proverbiale, nella viralità memetica dei contenuti imposta dai social, per la sua mostruosa (nel senso etimologico di “portento, prodigio”) capacità mnemonica nel ricordare nel dettaglio qualsiasi evento sportivo degli ultimi 30 anni. Ma il motivo del mio apprezzamento non è (solo) questa impressionante abilità (un dono prodigioso, ma criticamente irrilevante), bensì la sua vera dote: saper esporre i propri ragionamenti, dispiegando una mole spaventosa di dati, in modo pacato e conseguenziale.
Per un esteta della dispersione come il sottoscritto, è qualcosa di quasi magico, luciferino (non a caso uno dei suoi soprannomi è “il Demone).
Pastore non ha l’affabulazione epica di Buffa, né la retorica passionale e per molti urticante di Adani, ma ha i pregi di un autentico divulgatore: una proprietà di linguaggio limpida e un’arguzia dialettica sempre vivace. Pastore è opinionista di punta di Fontana di Trevi, podcast (in diretta il lunedì a tarda sera su diverse piattaforme, come YouTube e Twitch) di approfondimento sportivo, del quale è protagonista accanto a Riccardo Trevisani, giornalista molto preparato dalle opinioni forti quanto provocatorie, e Fernando Siani, conduttore nettamente più brillante della stragrande maggioranza dei suoi colleghi televisivi (ricordiamo anche Samuele Ragusa alla regia).
Il podcast è il contenuto più seguito del format Cronache di Spogliatoio, in pochissimi anni diventato il più seguito sui social in Italia, ben più dei profili dei media tradizionali.
La qualità principale di Pastore e Siani è quella di essere appassionati ma neutrali, non accecati dal tifo; quella di Trevisani (a cui allude il titolo del podcast) è di essere vulcanico e controverso, ma di portare avanti battaglie di “principio”, non di faziosità tribale (e se ve lo dice un tifoso laziale come il sottoscritto vi potete fidare).
Vi segnalo, dunque, con piacere che Giuseppe Pastore ha lanciato, da poco più di un mese, un podcast di cinema e lo conduce assieme a una vecchia conoscenza dei miei anni fumettari, Ilaria Mencarelli. Il podcast si chiama Noodles, e fin dal titolo potete intuire come non affronti solo le ultime uscite in sala, ma i classici del cinema: in questo senso, è una delle migliori manifestazioni della cultura nerd, o meglio geek, vista appunta la competenza e il successo dei protagonisti.
In chiusura, non posso non ricordare come Pastore abbia appena pubblicato per la sempre meritoria casa editrice 66thand2nd due imponenti volumi sui due grandi momenti di gloria assoluta della storia recente del Milan: Il Milan col sole in tasca. 1986-1994 e Kolossal Milan. Gli anni 2001-2009. Due libri, scritti con enorme competenza e innegabile trasporto, su due delle epopee calcistiche più belle di tutti i tempi: la prima che va da Sacchi a Capello, dai tre olandesi al genio Savicevic; la seconda che vede Carlo Ancelotti protagonista di finali tragiche e trionfali, guidando una galleria quasi inconcepibile, a guardare la seria A odierna, di talenti superlativi.
Due libri che, al di là dei colori, sono tributi necessari da tenere obbligatoriamente nella biblioteca di qualsiasi appassionato di calcio.
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Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Credo che, sotto il profilo geo culturale un'enfasi forte sul consesso europeo sia strettamente necessario perché ritengo che si stia perdendo culturalmente un ruolo che il nostro contesto geografico politico ha sempre avuto. Con il linguaggio dei numeri, il valore delle nostre imprese in relazione al totale delle imprese del mondo non è sceso, è crollato in modo ingiustificato. Se confrontate il 2005 con il 2024, vi accorgete che il prodotto interno lordo dell'Europa è passato dal 35% del totale del mondo al 20%. Siamo scesi come peso e come significatività. Se poi andiamo a vedere il peso delle società quotate, nel 2005 e oggi, troviamo che è passato dal 35% del totale a meno del 15%”. Così Maurizio Dallocchio, professore ordinario università Bocconi, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni e i cittadini.
Nel mondo, “le banche europee, sono irrilevanti - aggiunge Dallocchio - La prima banca europea per dimensione di capitalizzazione è dopo il numero 20. Nelle prime 10 ce ne sono 4 americane, 4 cinesi, una della Gran Bretagna e una giapponese. Non ce n'è una europea. Le banche europee, per finanziare le imprese europee, sono fortissime, sono importantissime - evidenzia il professore - Se consideriamo 100 il debito delle imprese europee, 75 è debito bancario e solo 25% è legato ai mercati e all'emissione di titoli obbligazionari. Credo che se partiamo da questi numeri ci rendiamo contro che stiamo diventando, in qualche modo, preda, sotto il profilo economico. Ma - avverte il professore - l'economia influisce sulla politica e sulla società ed evidentemente dà un impulso numerico alla cultura prevalente”.
C’è una concentrazione geopolitica delle maggiori imprese del mondo. “Tra le prime otto per capitalizzazione di borsa, sette sono statunitensi, l'altra è saudita e fa petrolio - illustra l’esperto - Quella che capitalizza di più in borsa, che vale 3.600 miliardi di dollari, molto di più del debito pubblico italiano per intenderci, quasi il doppio del Pil italiano, è una società che appartiene al settore tecnologico. Le sette americane sono tutte imprese tecnologiche. Per cui il secondo elemento di concentrazione, il settoriale, è potentissimo. Le prime otto società per capitalizzazione di borsa, nel 2005, l'anno di riferimento che ho preso insieme al 2024, erano presenti in sei settori diversi: il farmaceutico, diversificato, la grande distribuzione, il bancario, l'oil and gas e le tecnologie. Oggi i settori presenti sono, praticamente, uno”.
Inoltre, “la capitalizzazione di borsa delle prime cinque società al mondo per capitalizzazione - rimarca il professore - valgono il 30% del mercato di tutto il mondo. La sola, Nvidia, che è legata al mondo dell'intelligenza artificiale, da sola pesa una 1,6 tutta la borsa tedesca: una concentrazione dimensionale incredibile, mai esistita in passato. Altamente preoccupante è che si tratta di realtà proprietarie. Nel 2005, delle grandi imprese che connotavano il mondo, la concentrazione della proprietà era altamente diffusa. Nessuno possedeva più del 7 - 8 - 9%. Oggi, le prime otto società per capitalizzazione, si rifanno al nome di un padrone. Sotto il profilo evidentemente economico, finanziario, ma anche sociale e culturale, ha un impatto sul mondo che è straordinario”.
Come Europa, “se vogliamo tornare ad avere il ruolo sotto il profilo culturale in primo luogo sotto il profilo economico e sociale - suggerisce Dallocchio - è necessario accettare che ci sia un debito comune, è necessario provvedere a una difesa comune, al rilancio dei mercati e della finanza, intesa nel senso buono, dei soldi che finiscono alle aziende proveniendo dalle famiglie. È necessaria una fiscalità omogenea ed è necessario prendere consapevolezza del fatto che se vuoi essere competitivo devi investire in tecnologie e in intelligenza, che poi naturale o artificiale, con una visione di lungo periodo che porti a credibilità, a sostenibilità, a visibilità, a credito, che si trasformi anche in credito culturale della nostra Europa”. In questo contesto, l’Italia “è un Paese che paga una valanga di tasse. Partiamo da un livello di tassazione che, rispetto ad altri Paesi è mostruosamente superiore”. Va bene la rottamazione delle cartelle esattoriali? “Si, ma cum grano salis”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sulportale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "La politica deve essere capace di guidare la narrazione, le trasformazioni, non deve essere esecutrice di decisioni raggiunte in altri ambiti. Meritocrazia Italia chiede un rinascimento della politica, per questo siamo a Firenze. La politica non è solo nei palazzi, parte dal basso e abbiamo ambizioni grandi, anche oltre confine". Lo ha detto Zenaide Crispino, ministro MI Turismo, Cultura, Impresa e Territorio, nel suo intervento al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"La geopolitica e la geo cultura si muovono in un gioco di specchi - spiega Crispino - perché si condizionano reciprocamente e il momento storico che viviamo ci pone di fronte a degli scontri asimmetrici. C'è un occidente che si dibatte per mantenere la geocultura, anche al cospetto di un sistema che manifesta delle crepe e delle fragilità. Ci sono Paesi come quelli del Golfo, l'India, la Cina che vogliono riscrivere le regole proprio della geopolitica, si muovono tra capitalismo e autoritarismo, tra egemonia e soft power. Le guerre vogliono riscrivere le frontiere del diritto internazionale. Poi c'è l'Europa, che sembra un po' dispersa tra questi giganti”. A livello internazionale, “sicuramente l'elezione di Trump vede degli Stati Uniti che accelerano sull'indipendenza energetica - illustra - ma che, nello stesso tempo, si svincolano da trattati internazionali che sono stati stilati proprio per una visione coesa internazionale contro il cambiamento climatico. C'è la Cina che, pur essendo uno dei paesi più inquinanti al mondo, ha il monopolio nella produzione delle tecnologie green. C'è l'Europa che insegue, una transizione ecologica giusta, ma tante volte anche ideologica. Ci siamo persi, a volte, perché scollati dalle esigenze delle economie reali".
Ma "l'ambiente non è solo un problema climatico, è anche un problema di sicurezza - sottolinea Crispino - perché dove ci sono delle crisi climatiche si evidenziano anche spesso delle crisi umanitarie e migratorie. Anche in questo caso la politica e la cultura non possono discostarsi l'una dall'altro. Tante volte meritocrazia ha chiesto l'integrazione reale che si basa sull'incontro di quelle culture che vengono in contatto, che restituiscano la tolleranza a chi deve ospitare e la dignità a chi viene ospitato. Questo, a dispetto di un'accoglienza indiscriminata, che invece crea quelle bolle di subcultura che genere illegalità e quindi intolleranza. Anche la giustizia è un elemento essenziale nell'immaginario collettivo. La giustizia deve essere percepita come equa, certa, svincolata dalla burocrazia, deve restituire sicurezza, certezza del diritto, ma anche della pena". Rimarcando l’importanza della politica, Crispino conclude mettendo in guarda sull’affacciarsi di "protagonisti, che sono soggetti privati, che perché dispongono di un potere finanziario tale, hanno la possibilità di gestire asset strategici, la comunicazione, la sicurezza, l'intelligenza artificiale, le energie rinnovabili, fino alla conquista dello spazio. Il mio riferimento non è velato, sto parlando Musk, ovviamente".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "Stiamo assistendo a dei profondi cambiamenti. Non so se la geopolitica salverà il mondo, credo che la diplomazia lo possa fare, con tutte le dovute cautele. Il lavoro delle diplomazie di tutto il mondo" è "sempre stato fondamentale per evitare guerre o farle finire e questo è un momento in cui, nel quadrante dove lavoro io, cioè nel Golfo ma anche nel resto del Medio Oriente, stiamo assistendo, dopo oltre un anno, a qualche buona notizia. Cessate il fuoco a Gaza, cessate il fuoco in Libano. Ci sono stati dialoghi interregionali che sicuramente fanno sperare in una nuova fase. Tutto è ancora molto fragile e quindi dovremmo lavorarci con enorme forza". Lo ha detto Luigi Di Maio, rappresentante speciale dell’Ue per la regione del Golfo, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
"Sicuramente questo è un momento in cui a livello internazionale è meglio non lavorare da soli - aggiunge Di Maio - Più si può stare insieme e si può lavorare insieme ai nostri alleati, ai nostri partner, meglio è. L'illusione che si possa fare, si possa affrontare le dinamiche geopolitiche da soli è qualcosa che appartiene a un passato, neanche di grande successo, e questo è pienamente in linea anche con lo spirito con cui il governo italiano sta affrontando questo momento. Molti si meravigliano che l'incontro tra Trump e Putin possa avvenire in Arabia Saudita, ma l’Arabia Saudita ha costruito una politica estera, soprattutto nei momenti di grande polarizzazione del mondo. Dopo il Covid sui vaccini o dopo l'aggressione russa all'Ucraina, è chiaro ed evidente che questi Paesi" del Golfo “hanno investito in una politica multipolare, come la chiamano, e oggi riescono a dialogare con tutti, anche con gli europei, da una posizione molto credibile, evidentemente".
Tale situazione "non riguarda soltanto i sauditi - conclude Di Maio - Gli emiratini nell'ultimo anno hanno negoziato il rilascio di prigionieri sia russi che ucraini, per oltre 2000 persone, i catarini hanno fatto rientrare i bambini ucraini in Ucraina dalla Russia, grazie ad una mediazione tra Russia e Ucraina e così via. Assistiamo a un Golfo, il paese e la regione in cui lavoro, che diventa sempre più un hub per mediazioni diplomatiche e facilitazioni diplomatiche. La buona notizia è che noi", come italiani "abbiamo ottimi rapporti con loro e siamo partner strategici di questi paesi. Lo dico senza nessun interesse, e come una persona che sicuramente ha avuto anche diverse discussioni, con gli attuali leader politici: credo che siamo in un momento europeo in cui l'Italia si sta dimostrando uno dei paesi più stabili politicamente e questa non è una cosa da poco. Dobbiamo cercare di ricostruire sempre più una politica che tenga al centro l'interesse europeo, abbiamo bisogno adesso di mettere al centro l'interesse europeo".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Nella riforma della giustizia "il problema è nella narrazione. Conosco centinaia di colleghi assolutamente onesti, desiderosi di esprimersi in collettività. Definire i gruppi come delle correnti, gruppi di potere per alterare il meccanismo della giustizia, non corrisponde alla realtà globale che conosco”. Così Cesare Parodi, presidente Associazione nazionale magistrati, partecipando focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze, sottolinea che “gli interlocutori per Anm sono tutti, quindi anche con il governo: anche in un momento difficile come questo, se qualcuno è disposto ad ascoltarci, la porta è aperta. È un principio irrinunciabile, ma serve una volontà. La speranza è che ci possa essere un dialogo assolutamente franco, leale e costruttivo da entrambe le parti".
Sulla geopolitica "l’unica cosa sensata che posso dire - aggiunge Parodi - è una profonda e profondissima preoccupazione a livello internazionale con prospettive molto pericolose e negative, non solo a livello bellico, ma anche per le ricadute economiche che possono verificarsi. Da cittadino, prima che da magistrato, chiederei una maggiore capacità di sedersi intorno al tavolo. Sono morti troppi ragazzi russi e ucraini. Il sentimento di preoccupazione penso possa essere condiviso".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Il Senato della Repubblica ha deciso di ricordare il terzo anniversario dell'invasione dell'Ucraina. Lunedì 24 febbraio la facciata di Palazzo Madama sarà illuminata con i colori della bandiera ucraina dalle ore 18 fino alle 7 del giorno successivo.
Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Nessun ordine di cancellare il video, ma una 'diffida' a divulgarlo. E' questa la spiegazione fornita da carabinieri, indagati per depistaggio e favoreggiamento, sentiti in procura a Milano nell'inchiesta sull'incidente accaduto la sera del 24 novembre nel quartiere Corvetto dove ha perso la vita Ramy Elgaml, 19 anni di origine egiziana. I due militari sono arrivati con una terza gazzella quando il T Max era già a terra e un collega stava praticando il massaggio cardiaco al diciannovenne. I militari, che hanno identificato il giovane che stava filmando, gli avrebbero chiesto di non mostrare le immagini perché dal contenuto fortemente sensibile.