Stava attraversando i binari con la propria bicicletta quando un treno lo ha investito. È morto così, a Parma, Khan Hasan, 22enne originario del Bangladesh, mentre rientrava dal lavoro. Secondo Parmatoday, Hasan faceva parte di un progetto di accoglienza per migranti. La sua morte ha portato alle proteste di Adl Cobas. Stando alla ricostruzione del […]
Stava attraversando i binari con la propria bicicletta quando un treno lo ha investito. È morto così, a Parma, Khan Hasan, 22enne originario del Bangladesh, mentre rientrava dal lavoro. Secondo Parmatoday, Hasan faceva parte di un progetto di accoglienza per migranti. La sua morte ha portato alle proteste di Adl Cobas. Stando alla ricostruzione del sindacato, il ragazzo aveva terminato un turno di 10 ore in un magazzino gestito da una cooperativa in appalto: “Stava uscendo da un turno di lavoro che, come denunciato dai suoi colleghi, è stato, come sempre accade, di 10 ore, e talvolta anche di 12 ore o più – scrive il sindacato – Questa prassi, denunciata da tempo da parte del sindacato perché mette a rischio la sicurezza e il benessere dei lavoratori, è stata oggetto di forti proteste da parte dei dipendenti, i quali, appresa la notizia della tragedia, hanno dato vita a uno sciopero spontaneo che ha costretto il magazzino a chiudere”.
I colleghi del giovane attribuiscono l’incidente agli eccessivi carichi di lavoro che avrebbero causato un livello di stanchezza tale da compromettere la sua lucidità. Secondo i colleghi, per la stanchezza non si sarebbe accorto del treno che stava sopraggiungendo mentre attraversava i binari. Le organizzazioni sindacali Filt Cgil e Fit Cisl Parma hanno sostenuto lo sciopero di solidarietà dei dipendenti tornado a chiedere “non solo l’applicazione corretta dell’orario di lavoro, del rispetto del contratto nazionale e delle condizioni del lavoro ma, a nostro avviso, anche l’adeguamento dei poli logistici che devono offrire quegli standard di qualità ed efficienza che mancano anche nel quartiere Spip”.
Da tempo, denunciano i sindacati, “abbiamo fatto notare che quell’area industriale e il suo sviluppo va accompagnata con una serie di servizi che a tutt’oggi sono assenti: piste ciclabili, maggiore illuminazione, aree di sosta adeguate per il personale viaggiante, incremento del trasporto pubblico”. Se Khan – sottolineano – “avesse avuto a disposizione un’alternativa alla sua bicicletta, in particolare in queste giornate di inverno, avrebbe potuto salvarsi”. La Filt Cgil e la Fit Cisl “sono solidali all’azione di protesta di tutti i dipendenti, sia diretti che in appalto, per la giornata di oggi”.
(foto d’archivio)