Critica la “sfrenata concentrazione delle ricchezze” che ha una ricaduta sull’accesso ai consumi. Ma indica anche il “clima di conflittualità politica e istituzionale” tra le cause del clima di sfiducia nel Paese. Sergio Mattarella interviene all’Assemblea Nazionale Confesercenti lancia un paio di messaggi, neanche troppo criptici, alla politica. “La qualità della vita di domani è […]
Critica la “sfrenata concentrazione delle ricchezze” che ha una ricaduta sull’accesso ai consumi. Ma indica anche il “clima di conflittualità politica e istituzionale” tra le cause del clima di sfiducia nel Paese. Sergio Mattarella interviene all’Assemblea Nazionale Confesercenti lancia un paio di messaggi, neanche troppo criptici, alla politica. “La qualità della vita di domani è in discussione, caratterizzato com’è questo periodo dalla sfrenata concentrazione delle ricchezze, che interferisce sulla struttura della società, sullo stesso accesso ai consumi. Ma non è affidata a scelte che siano per noi indisponibili. Il domani sarà plasmato anche da noi, anche dalle vostre attività, dalle interrelazioni che svilupperete con le istituzioni e con il resto della società”, ha detto il presidente della Repubblica.
Poco prima la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, ha illustrato la sua relazione in cui sottolinea come nel 2024 siano spariti spariti 3,2 miliardi di consumi” attesi, rispetto alle stime del governo nel Def di aprile. “Lei segnala, presidente, sulla base della riduzione, in termini reali, dei consumi delle famiglie nel primo semestre del corrente anno, la preoccupazione del diffondersi di un clima di sfiducia, quasi che i fondamentali positivi dell’economia non riescano a bilanciare gli effetti del clima di conflittualità politica e istituzionale. I tempi facili sono un inganno”, ha detto l’inquilino del Quirinale.
“Viviamo un cambiamento d’epoca – ha proseguito Mattarella – Ne cogliamo le potenzialità straordinarie. Dalle innovazioni, in ogni campo, scaturiscono opportunità inedite per le persone, l’economia, le comunità. Al tempo stesso non sfuggono gli squilibri, i drammatici conflitti, i pericoli. Accondiscendere al pensiero che siano prezzi inevitabili da pagare per il cambiamento sarebbe già una resa. Non è questo ciò che ci indica la nostra Costituzione. Non sono queste le ragioni fondanti la Repubblica. Avvertiamo i timori che attraversano le nostre società e, talvolta, oscurano il futuro. Ma siamo consapevoli anche di realtà solide e confortanti“. Su questo fronte Mattarella ha voluto esaltare “il ruolo dei corpi intermedi, la concertazione tra parti sociali e istituzioni consentono di raggiungere punti di equilibrio e di ostruire il futuro. Il dialogo, l’ascolto, sono gli strumenti che hanno consentito all’Italia di progredire: si colgono, talvolta, spinte a considerare un valore, invece, la rottura, lo scontro. Quasi che il progresso non passi, al contrario attraverso la coesione e la partecipazione. La interlocuzione non è un inciampo, un fastidio, un rito: è l’esplicarsi della democrazia di un Paese, della vita di una comunità non di sudditi ma di cittadini consapevoli”.
Solo pochi giorni fa aveva fatto scalpore la decisione di Giorgia Meloni di saltare l’incontro coi sindacati sulla Manovra a causa di una influenza. Il presidente ha anche ricordato l’importanza della lotta al racket per gli esercenti. “Interesse vitale del commercio è contrastare sempre l’illegalità: dalle contraffazioni e dalle forme di commercio abusive fino alle infiltrazioni criminali. Le vostre battaglie contro l’usura e il pizzo hanno coinvolto persone, comunità, associazioni e hanno consentito di raggiungere risultati importanti. Sono temi, oggi, in minore evidenza. Dubito che questo derivi da una sconfitta definitiva di quei fenomeni. Non si deve mai abbassare la guardia”.