“Ci rivolgiamo espressamente al ministro della Giustizia affinché revochi senza ulteriori indugi le deleghe attribuite al sottosegretario Delmastro, palesemente inadatto ad interpretare la funzione che gli è stata attribuita”. L’Unione delle Camere penali, il “sindacato” degli avvocati penalisti, chiede al Guardasigilli Carlo Nordio di togliere la delega alle Carceri al suo sottosegretario Andrea Delmastro, dopo […]
“Ci rivolgiamo espressamente al ministro della Giustizia affinché revochi senza ulteriori indugi le deleghe attribuite al sottosegretario Delmastro, palesemente inadatto ad interpretare la funzione che gli è stata attribuita”. L’Unione delle Camere penali, il “sindacato” degli avvocati penalisti, chiede al Guardasigilli Carlo Nordio di togliere la delega alle Carceri al suo sottosegretario Andrea Delmastro, dopo le frasi pronunciate da quest’ultimo alla cerimonia di presentazione delle nuove auto blindate della Polizia penitenziaria. “Per me è un’intima gioia l’idea di far sapere ai cittadini come incalziamo e non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato”, aveva detto l’esponente di Fratelli d’Italia (video) in riferimento ai detenuti in regime di alta sicurezza e al 41-bis, suscitando indignazione e polemiche. “Abbiamo subito stigmatizzato le improvvide e grottesche dichiarazioni del sottosegretario Delmastro. Parole chiare, non fraintendibili, connotate da un disprezzo prima di tutto umano nei confronti delle persone detenute, di una gravità eccezionale, della quale evidentemente si è reso conto perfino lo stesso Delmastro, che ha poi cercato goffamente di fornirne un’interpretazione autentica secondo la quale la gioia deriverebbe dal non dare respiro alla mafia e non al detenuto”, affondano i penalisti.
“Abbiamo atteso una reazione delle forze politiche di maggioranza e del ministro della Giustizia, perché, preso atto dell’assoluta inadeguatezza del sottosegretario a svolgere il proprio ruolo, gli imponessero di fare un passo indietro nel nome del rispetto dei principi costituzionali che garantiscono la dignità della persona e la funzione della pena ed anche della tutela istituzionale del ruolo che lo stesso è chiamato svolgere”, prosegue il comunicato. “Purtroppo”, aggiunge, “questo sussulto non c’è stato, pur a fronte della gravità di quanto si è verificato”. Anzi, interpellata sul tema a margine del G20 di Rio de Janeiro, la premier Giorgia Meloni ha difeso senza tentennamenti il suo compagno di partito: “Lui ha detto che gode nel vedere non respirare la mafia, se questo vi scandalizza ne prendo atto. Io non sono scandalizzata dal fatto che qualcuno dica che questo governo non vuole far respirare la mafia”, ha detto. Una posizione che rischia di creare la prima profonda crepa tra la maggioranza e la categoria degli avvocati penalisti, finora piuttosto favorevole alle riforme portate avanti dal governo, dall’abrogazione dell’abuso d’ufficio alla separazione delle carriere.
A commentare la vicenda, ospite di Tagadà su La7, anche il segretario di +Europa Riccardo Magi: “A me non sorprendono né le parole di Delmastro sui detenuti né il fatto che Giorgia Meloni non si scandalizzi per quelle parole. È la loro cultura giuridica, è il loro modo di concepire il carcere”, afferma. “Non a caso, quest’anno ci sono stati ottanta detenuti che si sono tolti la vita in carcere e questo governo non ha mosso un dito con il ministro Nordio che ogni giorno è sempre più l’ombra di se stesso, del Nordio giurista liberale di ormai tanto tempo fa. Qui o si tratta di un caso estremo di dottor Jekyll e mr. Hyde oppure le questioni che riguardano la giustizia le governa Delmastro e non il ministro Nordio”, afferma. Per Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd, quella di Meloni è una “toppa peggio del buco”: “Oggi la presidente del consiglio passa il tempo a dare interpretazioni improbabili alle parole inqualificabili del suo governo. Dopo Valditara, Meloni arriva addirittura a difendere le dichiarazioni indegne di Delmastro che ha detto, testualmente, che “non lasciare respiro ai detenuti è un’intima gioia”. Meloni ha sbagliato anche anche oggi: invece di difendere Delmastro avrebbe dovuto pretenderne le dimissioni”, dichiara.