Non sostenere le candidature di Ribera e Fitto alla Commissione Ue sarebbe un peccato mortale. A sostenerlo, in un appello congiunto, sono niente meno che Romano Prodi e Mario Monti. “In questo momento, con le enormi sfide che l’Unione Europea deve fronteggiare ad Est e ad Ovest, confidiamo che, davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevalgano le tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i popolari e i socialisti”, sostengono i due ex presidenti del consiglio oggi ultraottantenni con all’attivo rispettivamente la presidenza della Commissione e due mandati come commissario.

“Abbiamo auspicato per anni che le scelte dell’Unione Europea fossero animate dal dibattito tra le forze politiche, anche per accrescere nei cittadini la consapevolezza delle grandi poste in gioco. Quando è condotto con serietà e rigore, il voto del Parlamento Europeo sui candidati commissari è una componente essenziale di questo processo democratico. Se però diventa un modo per scaricare sull’Europa regolamenti di conti tra partiti, perdono credibilità sia la politica sia l’Europa”, recita l’appello.

Le “tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i popolari e i socialisti” porterebbero “a un grave conflitto tra Parlamento e Commissione, proprio i due fattori di spinta verso un’Europa più unita. Potrebbe addirittura derivarne la caduta della Commissione von der Leyen 2, dopo una gestazione di cinque mesi e prima ancora della sua entrata in carica, proprio quando i cambiamenti nella politica americana ci obbligano a costruire un’Europa più forte e più coesa. Il mondo intero guarderebbe all’Europa con derisione. Auspichiamo che in questo grave momento prevalga in tutti il senso di responsabilità“, concludono .

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