I panni sporchi, come si dice, andrebbero lavati in casa. Ma al G20 va in scena anche la spaccatura europea sull’accordo commerciale con i paesi sudamericani riuniti nel Mercosur. A firmare sarà, eventualmente, l’Unione europea, cui spetta una competenza sovranazionale nella materia. Da un lato Germania e Spagna, favorevoli alla ratifica. Dall’altro la Francia, con l’Italia un po’ tentennante e, a sua volta, internamente divisa. I paesi che sostengono esplicitamente l’accordo sono 11, per l’ok serve una maggioranza relativa di 15.
Stamane il presidente francese Emmanuel Macron da Rio de Janeiro ha avvisato che la Francia “non è isolata” nella sua opposizione all’accordo “così com’è”. Ha parlato di una “bella mossa” di Meloni, lasciando intendere che Roma si stia spostando verso le posizioni di Parigi.
“Questo testo (…), avviato da diversi decenni, si basa su presupposti ormai obsoleti“, ha dichiarato il presidente francese. Macron ne ha poi scritto su X. “Ho sempre protetto i nostri agricoltori. Sull’accordo Ue-Mercosur, siamo fermi e chiari: abbiamo un’agricoltura di qualità che ha fatto molti sforzi. Come tanti altri europei, intendiamo preservarla”. Al di là delle questioni di principio Macron teme l’opposizione dei suoi agricoltori e le mobilitazioni che potrebbero seguire al via libera.
Nel sud del paese, oltre un centinaio di agricoltori sono partiti stamattina per Béziers, in un convoglio di una trentina di veicoli. L’intenzione è andare a bloccare i camion al pedaggio di Boulou, alla frontiera con la Spagna. Sono guidati dal Coordinamento rurale, secondo sindacato agricolo francese, che minaccia le azioni più dure: da domani, il movimento si dice pronto, se non otterrà garanzie contro l’accordo doganale con i paesi latinoamericani, a “bloccare le merci alimentari”.
J’ai toujours protégé nos agriculteurs.
Sur l’accord UE-Mercosur, nous sommes fermes et clairs : nous avons une agriculture de qualité qui a fait beaucoup d’efforts. Comme beaucoup d’autres Européens, nous souhaitons la préserver.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) November 19, 2024
Al contrario, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito che l’accordo “deve essere finalmente completato“. “Dopo più di vent’anni [di negoziati] dobbiamo ora finalmente finalizzare l’accordo di libero scambio con il Mercosur”, ha affermato il cancelliere durante una conferenza stampa a margine del vertice del G20 a Rio de Janeiro. “Questa situazione è andata avanti per troppo tempo, per come è stata negoziata. Non è un buon esempio“, ha aggiunto. “Abbiamo bisogno di più accordi di libero scambio. Il mondo sta cambiando”, ha sottolineato.
Variegate le dichiarazioni italiane. “Siamo favorevoli nel principio all’accordo Ue-Mercosur, ma ci sono dei punti che devono essere risolti perché non sono di pieno soddisfacimento per l’Italia. Sono favorevole a concludere” la trattativa, “ma ci deve essere un accordo e ci sono ancora dei punti su cui non c’è un accordo” dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Secondo il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida “Ad oggi, nonostante siamo a favore di mercati aperti e regolati, l’Europa non è in grado di garantire la tutela dei propri imprenditori con accordi commerciali con nazioni che hanno dei costi di produzione estremamente più bassi e quindi capaci di entrare nel mercato con prezzi non sostenibili per i nostri imprenditori”.
Al controverso accordo si lavora dal 1999. È stato formalmente chiuso nel 2019 ma da allora mai ratificato per l’opposizione degli agricoltori europei , i quali denunciano concorrenza sleale e dumping a tutto vantaggio dei prodotti sudamericani, ritenuti privi di standard ambientali, sociali e sanitari adeguati. La richiesta è quindi quella di una maggiore reciprocità nelle condizioni.
Da settimane i negoziatori Ue sono impegnati a trattare con le controparti di Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia per trovare la quadra. Il diavolo, ha ammesso anche Ursula von der Leyen, “è sempre nei dettagli” e, secondo fonti governative verde-oro citate da Cnn Brasile, “non c’è alcuna prospettiva di una svolta al G20″.