Da Malaga 2023 a Malaga 2024. Un filo diretto che illumina il tennis italiano, e lo fa all’insegna del numero 3. Tre come i game che Jannik Sinner concesse ad Alex De Minaur nella finale di Coppa Davis dell’anno scorso. Tre come quelli che Jasmine Paolini ha lasciato per strada contro Rebecca Sramkova, prima dell’emozione, delle braccia alzate, delle urla liberatorie. L’Italia di Tathiana Garbin è campione del mondo, conquista la Billie Jean King Cup 2024, battendo in finale la Slovacchia. Un 6-1 6-2 dominante per Paolini, che rappresenta l’atto conclusivo di una fase finale nel quale le azzurre hanno prima regolato il Giappone nei quarti e poi la Polonia di Iga Swiatek in semifinale. Un percorso entusiasmante che riscatta l’amarezza per la finale persa 365 giorni fa contro il Canada, e consegna il quinto trofeo nella storia all’Italia, a undici anni di distanza dall’ultima volta. Prima di questo titolo le azzurre erano salite sul tetto del mondo nelle edizioni 2006, 2009, 2010 e 2013. L’Italia così raggiunge la Spagna e la Russia nella speciale classifica.

Questo successo accresce il dominio italiano sul tennis mondiale, certificando anche il rinnovato splendore della racchetta femminile, tornata a vincere un titolo di peso dopo gli US Open di Flavia Pennetta nel 2015. La Billie Jean King Cup è lo sbocco di una crescita iniziata un anno fa, e che si è fatta impetuosa con l’esplosione nel corso di questa stagione di Jasmine Paolini. La tennista lucchese chiude così il suo anno d’oro con una nuova vittoria con la maglia azzurra (dopo l’oro olimpico a Parigi messo al collo nel doppio insieme a Sara Errani). Una doppietta che capovolge radicalmente quella bilancia appesantita dai bocconi amari per le sconfitte in finale al Roland Garros (singolare e doppio) e a Wimbledon (in singolare). Nel calcolo finale infatti, c’è anche da considerare la vittoria nel Wta 1000 du Dubai, la qualificazione alle Wta Finals e il record italiano (condiviso con Francesca Schiavone) di numero 4 del mondo. Una vittoria che potrebbe diventare adesso un volano per ambire a cose ancora più grandi nel 2025, per alzare ancora l’asticella; per Paolini ma non solo.

Grande protagonista di questa fase finale è stata infatti anche Lucia Bronzetti. Tra semifinale e finale, la tennista riminese ha dominato prima l’esperta e temibile Magda Linette, poi Viktoria Hruncakova. Il tutto senza concedere set e mettendo in campo una crescita esponenziale, sia tecnica che mentale. E chissà che anche per lei questa vittoria non sia il viatico a qualcosa di più importante in futuro. Grandezza che invece tocca nuovamente Sara Errani, l’unica reduce dell’ultimo successo in Nazionale del 2013. L’ennesima medaglia al valore su una carriera che solo un anno fa sembrava essere arrivata alla fine, e che invece ha ritrovato nuovo vigore nella sua parte conclusiva.

Insomma, è l’anno d’oro del tennis italiano che non conosce più confini, e che potrebbe ancora non essere finito qui. La vittoria di Paolini e compagne infatti potrebbe essere raggiunta da quella dei ragazzi di Filippo Volandri in Coppa Davis, sempre sul cemento di Malaga. Gli azzurri sono i grandi favoriti, e dopo l’eliminazione della Spagna di Nadal e Alcaraz lo sono ancora di più. Sarebbe una doppietta clamorosa e inedita. Una nuova pagina di storia da conservare e tramandare ai posteri.

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