Sorpassare – a destra – la Lega per accaparrarsi l’appoggio dei cacciatori. Fratelli d’Italia ci aveva provato poco meno di un anno fa, ma il tentativo era naufragato nel giro di 24 ore: dare il fucile ai 16enni erano sembrato eccessivo persino a chi, in genere, alla tutela della fauna selvatica reagisce con una scrollata di spalle. Ma ora il partito di Giorgia Meloni ci ritenta, e l’occasione sembra propizia perché gli intenti filo-venatori vadano a buon fine: vincolare lo stravolgimento della legge sulla caccia (157/92) a un collegato ambientale da inserire nella manovra. Tradotto: il governo avrà gioco facile nel far approvare il libro dei sogni dei cacciatori in Parlamento poiché legato alla legge di Bilancio già varata. La conferma a ilFattoQuotidiano.it è arrivata dal ministero dell’Agricoltura, che si occuperà di “presentare la riforma del sistema venatorio entro i primi mesi del 2025“.

Dietro al colpo di teatro, infatti, c’è niente meno che Francesco Lollobrigida che però, per ragioni istituzionali, si espone quanto basta. Ed ecco che allora la partita è affidata al suo sottosegretario, Patrizio La Pietra. È stato proprio La Pietra ad annunciare, in ambienti venatori, il collegato ambientale che permetterà alla maggioranza – ma soprattutto a Fratelli d’Italia – di distruggere la 157/92 che, va sempre sottolineato, a dispetto delle modifiche protese alla liberalizzazione della caccia si intitola Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio. La Pietra, peraltro, oltre a tenere i rapporti con le associazioni venatorie e armiere, aveva dato l’impulso, l’anno scorso, alla proposta di legge che prevedeva il fucile ai 16enni.

Da questa prospettiva, dunque, è facile comprendere alcune questioni. La prima riguarda da vicino gli alleati di governo, cioè la Lega. Il Carroccio ha lavorato un anno per portare a casa le modifiche alla 157/92 attraverso la proposta di legge di Francesco Bruzzone. Ma ora tutta la fatica del partito di Matteo Salvini andrà sprecata. Vale la pena riassumerne la storia travagliata: il testo, arrivato in commissione Agricoltura a febbraio, è stato bloccato dal fermo ostruzionismo di Movimento 5 stelle e Avs. Così la Lega ha tentato di bypassare il Parlamento inserendo le modifiche, sotto forma di emendamenti, al dl Agricoltura. Ma lì un nuovo stop (e questa volta non dalle opposizioni, bensì dagli amici di FdI). Per la gioia di Bruzzone&co, la norma è stata calendarizzata in Aula a novembre. Obiettivo: approvarla entro fine anno. Grande giubilo? No, perché ora il nuovo sgarbo di Fratelli d’Italia vanifica ogni cosa. E infatti, pur calendarizzata, la pdl Bruzzone non è mai stata né discussa né votata.

“È inaccettabile che il governo, su questioni d’interesse comune come la tutela della biodiversità, continui a dialogare solo con una parte, le associazioni venatorie, schierate su posizioni sempre più estremiste” ha commentato Domenico Aiello, avvocato e responsabile tutela giuridica della natura per il Wwf e tra i massimi esperti, in Italia, di tutela della fauna selvatica. “Questo sistema ha già prodotto danni evidenti e misurabili, come accaduto per gli emendamenti alla legge di bilancio 2022 (con cui è stata aperta la caccia anche nelle aree protette e nei periodi di divieto) e alla violazione del divieto di utilizzo dei pallini di piombo. In entrambi i casi l’allarme delle associazioni ambientaliste è rimasto inascoltato e la conseguenza è che oggi tutti i cittadini, oltre a subire i rischi di queste misure per la salute e la sicurezza pubblica, vedono pendere sulla propria testa una pesante procedura d’infrazione europea. Non si faccia lo stesso errore”.

La conferma del Mipaaf fa comprendere anche altre cose. Per esempio il post – nemmeno tanto criptico, per la verità – di Lollobrigida vestito da cacciatore, in compagnia di un cane da caccia, con la scritta: “Per noi ogni promessa è debito”. E fa comprendere come mai La Pietra abbia incontrato più volte le associazioni venatorie, nel corso di riunioni ufficiose, chiedendo loro, in sintesi, di elencare gli aspetti negativi della 157/92 che, viene da pensare alla luce dei fatti, verranno in qualche modo cancellati. Che cosa conterrà il provvedimento del ministero dell’Agricoltura? Per avere un’idea si può riprendere in mano la proposta di FdI dell’anno scorso: al di là dei fucili in mano ai 16enni, conteneva il depotenziamento di Ispra (nemico numero uno dei cacciatori insieme alle associazioni animaliste e ambientaliste che ricorrono al Tar per fermare i calendari venatori regionali), catturare ai fini di richiamo qualsiasi specie, aumentare le specie cacciabili, allungare la stagione venatoria (dunque anche in periodi sui quali vige il divieto dell’Unione europea), riperimetrare – per difetto – le aree protette.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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