Stava per realizzare il sogno di indossare la maglia del Libano ma “l’innocenza delle sue ambizioni è stata infranta dalle dure realtà della guerra”. Céline Haidar, calciatrice 19enne e giovane promessa del calcio femminile libanese, è rimasta ferita durante il raid israeliano che nei giorni scorsi ha colpito la periferia sud di Beirut (roccaforte di […]
Stava per realizzare il sogno di indossare la maglia del Libano ma “l’innocenza delle sue ambizioni è stata infranta dalle dure realtà della guerra”. Céline Haidar, calciatrice 19enne e giovane promessa del calcio femminile libanese, è rimasta ferita durante il raid israeliano che nei giorni scorsi ha colpito la periferia sud di Beirut (roccaforte di Hezbollah). Colpita in testa da una scheggia nel quartiere Chiyah, Céline Haidar è attualmente in coma farmacologico all’ospedale St. George di Hadath (comune libanese situato nel distretto di Baalbek). La famiglia della giovane calciatrice si era rifugiata a Baakline, una cittadina incastonata tra le montagne. La 19enne calciatrice, invece, era tornata a Beirut per proseguire gli studi e per continuare a giocare con la Beirut Football Academy, club di prima divisione di cui stava per diventare capitano. “Céline è stata costretta a scendere a Beirut per studiare e formarsi. Lasciava la casa seguendo le avvertenze di evacuazione o durante i bombardamenti intensificati, per tornare poi di notte a cercare rifugio nella sua abitazione”, ha spiegato il padre Abbas Haidar all’Agence France-Presse, tra angoscia e dolore.
Gli studi e la nazionale libanese
Vincitrice della Coppa d’Asia occidentale nel 2022 con la squadra nazionale femminile under, Céline Haidar avrebbe dovuto rappresentare il suo paese con la prima squadra. Tra le vittime e le persone coinvolte nell’attacco dell’esercito israeliano ai sobborghi di Beirut c’è anche la 19enne libanese, che pochi istanti prima aveva telefonato alla madre chiedendole di prepare un piatto che tanto le piaceva: “Hanno ucciso il suo sogno. Adesso tutti parlano di lei perché è ferita, in una guerra nella quale non c’entra niente. Mia figlia ha un’emorragia cerebrale, ha il cranio rotto”. Era stata avvertita di una nuova evacuazione, ma quel giorno era comunque uscita di casa. Ricoverata in terapia intensiva, sui social libanesi sono stati condivisi video di Céline Haidar a terra con il volto sanguinante e priva di coscienza, con un giovane accanto a lei a chiedere disperatamente un aiuto.
“Hanno ucciso il suo sogno”
Voleva scendere in campo per rappresentare il suo Libano, poi l’obiettivo era quello di giocare all’estero perché “voleva essere come Ronaldo e Messi”. I piani di una carriera, e di una vita, stravolti in pochissimi secondi. “Stiamo pagando il prezzo di qualcosa che è fuori dal nostro controllo”, ha reclamato tra le lacrime la madre dall’ospedale. “I medici la seguono molto da vicino, ma i danni sono molto gravi e speriamo che guarisca”, ha aggiunto il padre. Celine si aggiunge così alla lunga lista degli oltre 3500 atleti coinvolti negli attacchi. Non è mancata la vicinanza del presidente del club BFA Ziad Saadé e dell’allenatore Samer Barbary: “È un talento straordinario e una donna giovane incredibile. Tutti devono pregare per lei, affinché ritorni da noi”. Nel frattempo, la Federazione calcistica libanese ha rinviato tempo indeterminato tutte le competizioni.