Dagli esordi sul grande schermo al successo nella musica, prima con la Dark Polo Gang poi da solista, Tony Effe si è aperto in una lunga intervista a GQ, che lo ha nominato “Persona dell’anno” e ha parlato del suo rapporto con il successo e degli esordi, quando ha dovuto avere a che fare con uno status da “sex symbol” che proprio non riusciva a digerire.
“Sin da bambino sono sempre stato abituato a essere il bello del gruppo. A scuola era sempre tipo: ‘lui è quello che fa i film, che bello che è, no?’. Era l’unica cosa che mi dicevano e a me dava fastidio'”, racconta il rapper romano, che, però, ha escogitato un modo per evitare che si parlasse di lui solo in questi termini, trasformando così la sua immagine in un punto di forza: “Da adolescente mi imbruttivo, mi facevo i capelli con la lametta, le sopracciglia, cose così. Poi ho capito che era una cosa che faceva parte di me e allora ho iniziato a giocarci: con le persone quando mi chiedono le foto, sui social, in pubblico. Ho sempre detto che sono il più bello di Italia, è diventata una mia cifra. È tipico dei rapper dire ‘io sono il più forte, io sono il più bravo’ e allora io ho iniziato a dire ‘io sono il più bello'”.
La carriera di Tony Effe ha avuto uno slancio immediato sin dal suo esordio nella Dark Polo Gang, il collettivo formato da Tony, Sick Luke, Side Baby, Wayne e Pyrex che ha scalato le classifiche della musica italiana nel 2016. Ma, nonostante il gruppo si sia sciolto, il rapper romano ha vissuto un nuovo successo quest’anno, grazie anche all’ultimo album in studio Icon e il brano Sesso e samba insieme a Gaia. “Secondo me in qualche modo è venuto fuori il personaggio simpatico ma anche l’artista. Questi risultati non me li aspettavo neanche io, sono sincero”, confessa Tony, che poi aggiunge: “Poi forse l’ascoltatore medio che non mi conosce è un po’ passato da ‘Tony Effe è un deficiente’ a ‘Tony Effe è un deficiente, però sto ascoltando le sue canzoni'”.
Speciale per il rapper romano è il rapporto con i suoi fan: “Mi conoscono davvero, sanno chi sono. Tanti artisti non si espongono perché magari sono molto impostati, non si possono aprire troppo perché se no, magari, casca il personaggio, va a sapere. Quindi, io me la vivo molto bene da quel punto di vista”, conclude Tony Effe.