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Gli Stati Uniti bloccano (ancora) la risoluzione Onu per il cessate il fuoco a Gaza. Decine di morti anche in Siria

Gli Stati Uniti hanno posto il loro veto sulla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu per il cessate il fuoco a Gaza. Quello degli Usa è l’unico voto contrario tra i 15 paesi membri del consiglio. Essendo uno dei cinque membri permanenti il veto americano blocca però l’approvazione. Il documento chiede “un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente” a Gaza e “il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi“, e anche “un ingresso sicuro e senza ostacoli di assistenza umanitaria su larga scala”, pure nella parte nord di Gaza, denunciando qualsiasi tentativo di far morire di fame i palestinesi.

Washington raccoglie così le indicazioni dell’ambasciatore israeliano all’Onu Danny Danon che aveva definito il testo “vergognoso”. “Non possiamo permettere alle Nazioni Unite di legare le mani a Israele impedendogli di proteggere i suoi cittadini, non smetteremo di combattere finché non riporteremo a casa tutti gli uomini e le donne rapiti”, ha detto Danon.

“Gli Usa hanno lavorato per settimane in buona fede per evitare questo risultato. La fine durevole della guerra a Gaza necessita il rilascio degli ostaggi, questi due aspetti sono collegati in maniera inseparabile”, dice il vice ambasciatore americano all’Onu Robert Wood. “Il testo avrebbe inviato il messaggio sbagliato alle parti”, ha aggiunto. Hamas ha accusato Washington di essere “direttamente responsabile” di una “guerra genocida” a Gaza, dopo il veto.

Secondo i dati ufficiali i morti causati a Gaza dai bombardamenti israeliani sono oltre 44mila. In sette casi su dieci si tratta di donne e bambini. Un recente rapporto della stessa Onu ha sottolineato come esistano elementi che autorizzano a parlare di genocidio in relazione a quanto sta accadendo nella Striscia. Una conclusione contestata dagli Usa.

Decine di morti in Siria – Limitandosi alla giornata odierna fonti sanitarie hanno riferito che almeno 15 palestinesi sono stati uccisi a Gaza dall’esercito israeliano tra cui un soccorritore, mentre si intensificano le operazioni nel nord della Striscia. È invece di 36 uccisi e circa 50 feriti il bilancio provvisorio di attacchi aerei israeliani nella Siria centrale, nella zona delle rovine di epoca romana di Palmira. Lo riferisce l’agenzia governativa siriana Sana che cita fonti militari. Altre fonti riferiscono di un bilancio di 11 uccisi.

“Dopo i sanguinosi raid israeliani su Beirut, colpiremo il centro di Tel Aviv“, ha detto nel pomeriggio il segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem. “Israele ha attaccato il cuore di Beirut, quindi deve aspettarsi che la risposta avvenga nel centro di Tel Aviv. Deve pagarne il prezzo”, ha aggiunto. Infine, secondo fonti della tv saudita al Hadath, “gli Stati Uniti hanno informato l’Iraq di aver esaurito tutti i mezzi per fare pressione su Israele affinché non attacchi Baghdad” in risposta ai lanci di droni e razzi dall’Iraq contro lo Stato ebraico da parte delle milizie filoiraniane.