Un lamento improvviso, lacerante, devastante, come in un film horror. Si tratta del suono emesso dal cosiddetto “Fischietto della Morte azteco”, ovvero l’ultimo suono che molti esseri umani udivano prima di andare incontro alla loro fine prematura. Un suono, infine, che, a quanto risulta da un recente studio neuropsichiatrico dell’Università di Zurigo pubblicata dal DailyMail suscita le stesse reazioni terrificanti nella psiche degli umani di oggi. Gli scienziati svizzeri hanno fatto ascoltare a un gruppo di volontari il suono del fischio della morte azteco e hanno registrato la risposta del loro cervello.
I partecipanti che l’hanno sentito hanno riferito di essersi spaventati, mentre le scansioni cerebrali hanno mostrato che il suono mette l’ascoltatore in stato di massima allerta, attivando regioni neurali associate a emozioni fondamentali come rabbia, paura e dolore. I ricercatori ritengono che i fischietti potessero essere utilizzati per spaventare le vittime e gli astanti durante i rituali dei sacrifici umani. Il professor Sascha Frühholz, tra i principali autori dello studi, ha dichiarato al MailOnline: “Si tratta di un suono ruvido e acuto che solitamente impressiona in modo negativo l’ascolto umano”. I fischietti della morte aztechi, o fischietti a forma di teschio, sono un tipo di strumento sonoro insolito rinvenuto in tombe risalenti al periodo compreso tra il 1250 e il 1521 d.C. La loro insolita forma, simile a un teschio, ha lasciato perplessi gli archeologi per anni, finché un coraggioso ricercatore non ha deciso di soffiare nell’apertura presente sulla parte superiore di un manufatto. Se suonato con forza, il suono risultante era un lamento cacofonico e penetrante che ricordava le urla umane.
Gli archeologi non sono però ancora certi a cosa servissero questi strumenti. Alcuni ipotizzano che potessero essere impiegati sia come rituali di sacrificio umano come per terrorizzare il nemico durante la battaglia. I ricercatori svizzeri hanno così deciso di testare la reazione degli esseri umani di fronte al fischio azteco oggi. “Dato che il suono del fischietto sul teschio azteco è simile a quello di un urlo umano, abbiamo voluto verificare se gli esseri umani hanno la stessa reazione negativa e avversa ai suoni del fischio di morte azteco”, ha spiegato il professor Frühholz. A un gruppo di partecipanti europei sono state fatte ascoltare registrazioni di autentici fischietti della morte aztechi, copie e fischietti creati dallo stesso ricercatore, insieme a una serie di altri suoni registrati. Ai partecipanti è stato poi chiesto di descrivere cosa avevano sentito e come si erano sentiti, mentre l’attivazione del loro cervello veniva registrata tramite risonanza magnetica funzionale.
Quasi universalmente, il suono ha prodotto una forte risposta emotiva negativa, nonché un senso di urgenza ed eccitazione. Oltre a riferire le sensazioni provate durante l’ascolto del suono, a ogni partecipante è stato chiesto di fornirne una descrizione e il paragone più comune emerso è stato quello con l’urlo umano. Tuttavia, i partecipanti hanno fatto riferimento anche a una serie di suoni artificiali, come quelli di bollitori, motoseghe, treni o macchine. Nell’articolo pubblicato su Communications Psychology i ricercatori suggeriscono che questa insolita combinazione di suoni naturali e innaturali potrebbe essere uno dei motivi per cui il fischio della morte azteco è così spaventoso. Quando un ascoltatore udiva il Fischio della Morte, hanno spiegato i neuropsichiatri, si innescava un’intensa attività nelle regioni cerebrali preposte all’elaborazione uditiva, che cercavano di determinare l’origine del suono. Questa improvvisa attivazione tendeva a confondere il cervello, lasciandolo momentaneamente stordito e confuso. È possibile che gli Aztechi sfruttassero questo impatto scioccante per incutere timore nel pubblico. I ricercatori concludono sostenendo che con buona probabilità i fischietti a forma di teschio potrebbero essere stati utilizzati per spaventare i sacrifici umani o il pubblico di una cerimonia, ma appunto si tratta di un’ipotesi e che per confermarle sono necessarie ulteriori documentazioni incrociate.